da Corriere della Sera
L’attore di «Imitation Game» chiede aiuto a William e Kate «Riabilitate i gay perseguitati»
LONDRA – La grazia per i gay che nella storia sono stati perseguitati e condannati per le loro preferenze sessuali. È la richiesta di una lettera aperta indirizzata al governo britannico che su Internet ha già collezionato 70.000 firme. I promotori sono personaggi che fanno notizia, difficili da ignorare, come Benedict Cumberbatch, protagonista di «Sherlock» e candidato all’Oscar con «The Imitation Game», e Stephen Fry, scrittore, attore e presentatore televisivo.
La tesi è semplice: «Le leggi omofobiche del Regno Unito — si legge sulla lettera pubblicata dal Guardian e visionabile sul sito www. Change.org — hanno reso intollerabile la vita di generazioni di uomini omosessuali e bisessuali». Cumberbatch e Fry chiedono l’intervento non solo della classe politica, ma anche dei Windsor. «Spetta ai giovani leader di oggi, tra cui anche il duca e la duchessa di Cambridge, riconoscere il segno lasciato sulla nostra storia e cancellarlo».
Stando alla petizione, sono 49.000 le vittime della legge del 1885 attraverso la quale venne processato e punito per «atti osceni» lo stesso Alan Turing, genio matematico che svelò il codice Enigma utilizzato dai tedeschi durante la Seconda guerra mondiale e al centro del film di Cumberbatch. Secondo l’attore, il criptoanalista britannico venne «non solo punito, ma possibilmente anche spinto al suicidio da una società che lo considerò un criminale solo perché cercava l’amore che, come ogni essere umano, meritava di avere». Turing venne processato nel 1952 e condannato alla castrazione chimica. Due anni dopo si suicidò.
Per il trattamento di Turing il governo si è già scusato. Nel 2009 l’allora primo ministro Gordon Brown lo definì «sconcertante e inaccettabile» e proferì le «scuse inequivocabili» dell’esecutivo. Nel 2013, su richiesta del ministro della Giustizia Chris Grayling, la regina concesse la grazia postuma a Turing, ma si tratta, sottolinea la petizione, di un caso solo.
Ne rimangono circa 49.000, mentre sarebbero 15.000 le persone processate con la stessa legge, giudicate colpevoli e tuttora in vita. Per i promotori della petizione, tra cui ci sono anche Peter Thatchell, l’attivista per l’uguaglianza dei diritti, e il regista Morten Tyldum, è ora che il governo prenda in considerazione come riparare ai danni fatti e cancellare la condanna per atti osceni.
Per Cumberbatch sarebbe comunque troppo poco. «Trovo incredibile che, sessant’anni dopo gli eventi, il governo abbia “graziato” Turing quando è il governo a dover chiedere perdono».
Non manca chi in Gran Bretagna, con un pizzico di cinismo, sostiene che a pochi giorni dagli Oscar quella della grazia degli omosessuali sia una causa meritevole per il candidato a miglior attore protagonista, soprattutto sulla scia di una gaffe sugli attori neri (che Cumberbatch ha definito «di colore», suscitando un certo scalpore), ma per la nipote di Turing, Rachel Barnes, che ha firmato la petizione, «importano i risultati».
da La Repubblica
Le star alla Regina: “Non solo Turing è ora di riabilitare 50 mila gay inglesi”
Appello dell’attore che interpreta il genio suicida “Riscattare le vittime delle vecchie leggi omofobe”
ENRICO FRANCESCHINI
LONDRA – Non solo Turing. L’Inghilterra dello spettacolo e dell’arte si muove per chiedere che il governo riabiliti i quasi 50 mila uomini condannati per “atti indecenti”, come fino a metà degli anni ‘60 qui veniva ancora classificata l’omosessualità. Quindicimila di loro sono probabilmente ancora vivi. Tra quelli ormai deceduti c’è il grande matematico Alan Turing, decifratore del Codice Enigma dei nazisti durante la Seconda guerra mondiale e considerato il padre del computer, che al carcere preferì la pena della castrazione chimica e, dopo averla subita, nel 1954 finì per suicidarsi. Solo recentemente Turing aveva ottenuto le scuse formali da parte dello Stato britannico, espresse sei anni or sono dall’allora primo ministro Gordon Brown, e quindi la piena “riabilitazione”, ovvero la cancellazione postuma del “crimine” che gli era stato imputato. Una riabilitazione completata quest’anno da un film, The Imitation Game , che lo celebra come un eroe nazionale e che ora è candidato agli Oscar (ha ricevuto nomination a ben otto statuette), nel quale è interpretato dall’attore inglese Benedict Cumberbatch. E proprio quest’ultimo è tra i firmatari, insieme al regista della pellicola, Morten Tyldum, all’attore Stephen Fry, a Rachel Barnes, nipote di Turing, all’attivista per i diritti civili Peter Thatchell e ad altre 40 mila persone, di una lettera aperta pubblicata ieri dal Guardian in cui esortano le autorità del Regno Unito e la famiglia reale a estendere il perdono tributato al matematico a tutte le vittime di una condanna che ai giorni nostri appare disumana e vergognosa.
«Le leggi britanniche sull’omofobia hanno reso intollerabili le esistenze di generazioni di uomini gay e bisessuali», afferma la lettera. «Tocca ai giovani leader odierni, inclusi il duca e la duchessa di Cambridge ( il titolo ufficiale del principe William e di sua moglie Kate, ndr) , riconoscere questo marchio infame della nostra storia e agire affinché venga cancellato. Chiediamo al governo di Sua Maestà di iniziare una discussione sulla possibilità di perdonare tutti coloro, vivi o scomparsi, che come Alan Turing furono condannati per omosessualità». Un portavoce della casa reale ha dichiarato che William e Kate non prenderanno posizione pubblicamente in merito perché si tratta di una questione governativa — un loro intervento equivarrebbe a un’interferenza da parte della famiglia reale che per prassi rimane neutrale o silenziosa sulla vita pubblica nazionale. Ma non è escluso che i principi facciano comunque qualche gesto per segnalare solidarietà con la campagna lanciata da artisti e attivisti.
Turing, che si tolse la vita nel 1954, due anni dopo la condanna alla castrazione chimica, fu definito da Winston Churchill come colui che diede «il singolo maggiore contributo alla vittoria degli Alleati nella Seconda guerra mondiale». Nel 2013 la regina Elisabetta gli ha concesso un “perdono” formale, in accordo con il governo di David Cameron, lo stesso governo che ha approvato la legge sul matrimonio omosessuale. «Lo scienziato fu uno dei grandi eroi del ventesimo secolo», prosegue la lettera aperta uscita sul Guardian , «un uomo il cui lavoro sulle macchine che decifrarono Enigma», il codice usato dai nazisti per i loro messaggi segreti, «ci aiutò a vincere il secondo conflitto mondiale e che svolse un ruolo cruciale nello sviluppo dei moderni computer».
Circa 49 mila uomini sono stati condannati per “indecenza” dalle leggi che fino al 1964 in Gran Bretagna vietavano il sesso tra gay. Al processo, Turing ammise di avere una relazione con un amico e gli fu offerta la scelta tra la prigione e un trattamento di farmaci diretti a «controllare la sua libidine». Oltre alle 40 mila firme raccolte dalla lettera, una petizione online lanciata dall’organizzazione per i diritti civili Change.org ne ha richiamate rapidamente altre 60 mila. «Le scuse e il perdono ad Alan Turing vanno benvenuti », conclude la lettera, «ma ignorano gli altri 49 mila uomini condannati in base alla stessa legge, molti dei quali si sono suicidati come conseguenza delle accuse ricevute. È possibile che 15 mila di loro siano ancora in vita ». Commenta Rachel Barnes, la nipote dello scienziato: «È ingiusto che soltanto Alan abbia ricevuto un perdono. Vorremmo che venisse finalmente resa giustizia a tutti».