Dalla rassegna stampa Libri

Se non vi dispiace parliamo di gay

dopo un secolo di battaglie civili, l’amore omosessuale vive ancora di quella rarefazione lontana dalla normalità, come scrive Rosita Celentano nel suo ultimo libro «Grazie a Dio, è gay» (Salani, 8,90 euro, 109 pagine), che verrà presentato martedì

Milano – E sattamente cento anni fa usciva «La morte a Venezia», splendido affresco sull’incompiutezza dolorosa dell’amore di un uomo per un altro uomo, in cui Thomas Mann annotava: «Il desiderio è il frutto di una conoscenza incompleta».
E oggi, dopo un secolo di battaglie civili, l’amore omosessuale vive ancora di quella rarefazione lontana dalla normalità, come scrive Rosita Celentano nel suo ultimo libro «Grazie a Dio, è gay» (Salani, 8,90 euro, 109 pagine), che verrà presentato martedì. Il seguito di «Grazie a Dio ho le corna» (primo capitolo di una scanzonata educazione sentimentale), ma quell’invocazione sacra nel titolo, qui, è qualcosa di più. «Il fatto», dice la scrittrice e conduttrice tv, «è che spesso l’omofobia prende le mosse da una falsa interpretazione della religione. In realtà Gesù non ha mai pronunciato parola alcuna contro i gay. Sono pregiudizi, se non battaglie in nome di Dio, laddove Dio non c’entra». Quello di Celentano è una sorta di manifesto libertario, un’arringa in difesa dell’amore tra persone dello stesso sesso. «Pensiamo a grandi della cultura», continua Rosita, «come Pasolini o Leonardo da Vinci. Omosessuali e persone che al mondo hanno dato moltissimo».
Rosita appartiene a una famiglia allergica ai conformismi, con un padre che dei diritti civili ha fatto una seconda vita. «E vivo a Milano», afferma, «dove per fortuna l’omofobia sopravvive in spazi limitati. Certo, non siamo Amsterdam, dove la libertà sessuale è garantita da un corpo di polizia, Roze in Blauw. Ma non siamo neanche in altre città dove leggiamo di persone picchiate. A Milano la discussione sui gay ha seguito un percorso serio. In altri posti invece la si lega allo spettacolo. Ma c’è ancora molto da fare. Si potrebbe cominciare con la televisione, non relegando la discussione seria sul tema alle due di notte».

Fiat Open Lounge, martedì 23, via Tocqueville 3, dalle 21.30

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