Dalla rassegna stampa Cinema

Satyricon - Torna la Roma imperiale del capolavoro di Fellini

Il film restaurato grazie agli stilisti Dolce&gabbana “Siamo da sempre innamorati delle opere del Maestro”

È certo un film carico di presagi, viaggio simbolico ma non troppo nella decadenza del basso impero, “Fellini Satyricon”, che è stato appena restaurato grazie al contributo di Dolce & Gabbana ed è tornato così all’antico splendore. Ne parliamo con i due mecenati, da sempre ispirati dal grande cinema italiano, a pochi giorni dall’anteprima mondiale, in programma il 13 ottobre al New York Film Festival, nel Walter Reade Theatre del Lincoln Center.
Ogni riferimento a fatti e persone reali è puramente casuale? L’attualità bruciante sembrerebbe solo una coincidenza: «La storia è ambientata in una Roma imperiale ormai al tramonto: è facile che molti la leggano come lo specchio della decadenza di oggi ma, per noi, il film è svincolato dai problemi di ieri, di oggi o di domani », afferma Domenico Dolce. Uscito nel 1969, il film divise la critica, che stigmatizzò un eccesso di autocompiacimento e di sperimentalismo onirico, e il troppo kitsch fuori controllo. Commenta Stefano Gabbana: «Non è sicuramente un film per tutti, ma è anche vero che ciò che non si comprende a fondo viene spesso rifiutato e rigettato». Lo stesso regista definì il suo Satyricon, molto liberamente tratto dall’opera di Petronio Arbitro, “un saggio di fantascienza del passato”. Concorda Dolce: «Tra tutti i film di Fellini questo è forse uno dei più complessi da seguire. In ogni caso per noi tutto il lavoro di Fellini è un capolavoro».
Forse Satyricon fu troppo in anticipo sui tempi. «Volendo fare un parallelismo con il nostro lavoro, anche a noi è capitato di sperimentare e di non essere capiti. Ci siamo poi resi conto che la gente non era ancora pronta per certe cose», osserva Stefano Gabbana. I banchetti e i baccanali di Trimalcione, liberto e nababbo, la battaglia con il Minotauro nel labirinto, l’oracolo ermafrodita e il suo rapimento, la nave pirata, la matrona suicida, le Terme e la Susuoi burra teatro di ogni dissolutezza, il ventilato cannibalismo di Encolpio: c’èunasequenzacheidue stilisti trovano più significativa? «Non esiste una scena che preferiamo, ci piace come è stata letta la Roma imperiale, la sua decadenza e il suo kitsch — risponde Gabbana — Più che soffermarci su una scena, pensiamo che l’estetica di questo film sia una grande fonte di ispirazione, unica e memorabile». Quattro nastri d’argento e una nomination all’Oscar per la regia. Nel suo Satyricon Fellini schierò una squadra di attrici decisamente intense e moderne, da Lucia Bosé a Capucine, da Magali Noël a Donyale Luna. Chi di loro è più vicina alla sensibilità creativa di D & G? Gabbana: «Fellini ha creato personaggi femminili indelebili nel nostro immaginario. Più che a una donna sola ci piace pensare a un’immagine senza tempo». Dolce: «Siamo innamorati da sempre delle donne. Amiamo la loro personalità, l’indipendenza, la capacità di destreggiarsi fra mille ruoli».
Grandi film e moda: un binomio che funziona. «Amiamo da sempre il cinema, soprattutto il cinema italiano, e Fellini è uno dei nostri registi preferiti — sottolinea Dolce — Ci siamo ispirati ai suoi film per molte delle nostre collezioni». Almeno tre: “La dolce vita”, nella sfilata primavera estate 1992, “Le notti di Cabiria”, autunno inverno 1996, e infine “Roma”, autunno inverno 1997. Non solo Fellini ma anche Visconti: due campagne pubblicitarie, protagonista Madonna, sono un omaggio a “Bellissima” e a “Ossessione”. Il “Gattopardo” ha ispirato una collezione nell’88 e una campagna pubblicitaria tre anni fa. E un omaggio a “Rocco e i fratelli” è stata la campagna uomo autunno inverno 2009.
Altri grandi registi che D & G hanno in mente sono l’Antonioni di “L’avventura” e il Tornatore di “Baaria” e di “Malena”. E ancora: Rossellini e De Sica. Sottolinea Stefano Gabbana: «Anche per noi è sempre importante raccontare una storia. Oggi più che mai crediamo sia uno dei modi più efficaci per comunicare». E certo va letta nel loro amore incondizionato per il cinema la partecipazione dei due stilisti, con rapidi cammeo, a tre film: “L’uomo delle stelle” di Tornatore, “Nine” di Rob Marshall, e “To Rome with love”, di Woody Allen.
Tornando a “Satyricon”, il cui restauro è stato curato da Giuseppe Rotunno, che 43 anni fa fu direttore della fotografia del film, quanto è costata a D & G la sponsorizzazione? Preferiscono non dirlo. Osserva Gabbana: «Non è mai elegante parlare di soldi. Soprattutto quando si tratta di preservare la cultura e la storia del nostro Paese».

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