LONDRA – Facendo mea culpa per aver «erroneamente» confuso tra «interessi personali e attività di governo», il ministro della Difesa britannico Liam Fox ha gettato la spugna. Sopravvissuto a una settimana di polemiche in prima pagina per l’ingombrante amicizia con un giovane amico dei tempi della Scozia, Fox ha scritto ieri al primo ministro David Cameron annunciando le dimissioni.
Costretto a malincuore al primo rimpasto della coalizione, Cameron ha accettato «con rammarico», ma «comprendendo» le ragioni della scelta maturata quando è venuta in luce l’amicizia pericolosa con il giovanottone di Edinburgo Adam Werritty (in odore di rapporto gay nascosto dal ruolo di testimone di nozze di Adam). Werritty, conosciuto quando era studente e di 17 anni più giovane, avrebbe raggiunto Fox in hotel a quattro e cinque stelle in oltre 40 viaggi all’estero spacciandosi come assistente. Pagavano le lobby internazionali, i ricchi sostenitori delle cause neo-con care a Fox: tra queste una società di intelligence privata con base a Londra, la G3 Ltd, a cui capo è Chester Crocker, ex sottosegretario di Stato per l’Africa nell’amministrazione di Reagan. Cameron, accettando le dimissioni, ha reso omaggio al «superbo lavoro» svolto dall’ex rivale alla leadership dei Tory ma si è affrettato a nominarne il successore: il ministro dei Trasporti Philip Hammond. «Le conseguenze delle mie azioni sono diventate più chiare con il passare dei giorni», ha ammesso da parte sua Fox, un ex medico cresciuto nelle “council house” della grande Glasgow: un beniamino della destra britannica, fedelissimo di Margaret Thatcher. Neanche un mese fa la Thatcher era uscita di casa a dispetto del suo precario stato di salute per festeggiare il 50esimo compleanno del suo “pupillo”. Le polemiche su Werritty, che da Sri Lanka a Dubai, passando per Washington, lasciava alle spalle una scia di biglietti da visita “tarocchi” con lo stemma del ministero, erano ancora di là da venire.
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da Corriere della Sera
Lascia Fox. Imbarazzo di Cameron
Il ministro travolto dallo scandalo delle consulenze all’amico del cuore
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
LONDRA — «Caro David, come sai ho sempre dato molta importanza alla necessità di rendere conto del proprio operato e del proprio dovere. Ho erroneamente consentito che la distinzione fra i miei interessi privati e le mie attività di governo diventasse confusa. Ho ripetutamente affermato che l’interesse nazionale viene prima dell’interesse personale pertanto ho deciso, con grande tristezza, di presentare le mie dimissioni». «Caro Liam, capisco le tue ragioni e mi dispiace vederti andare, continueremo ad essere amici in futuro».
Sette giorni di pettegolezzi, di rivelazioni, di scheletri negli armadi venuti fuori all’improvviso, grazie anche alla curiosità di un blogger italiano, Filippo Sensi, che è andato a scovare quei filmati capaci di smentire ogni bugia. E alla fine con uno scambio di lettere il caso si chiude nell’unico modo accettabile e credibile. Liam Fox se ne va, sostituito dal ministro dei trasporti Philip Hammond e toglie dagli impicci David Cameron che nel giro di quattro mesi si è visto sfilare via due collaboratori di peso: prima Andy Coulson il suo braccio destro a Downing Street, travolto a luglio dal caso Murdoch, adesso il ministro della difesa. Troppi imbarazzi per quelle relazioni d’affari di Liam Fox con l’amico del cuore e suo testimone di nozze, Adam Werritty.
Una storia che nelle ultime ore aveva preso rotte difficili da governare per il premier britannico. Senza aspettare le conclusioni dell’inchiesta affidata al numero uno dei «civil servant», David Cameron ha messo Fox con le spalle al muro: per il bene di tutti è meglio che lasci. E Fox, il tory euroscettico, antiabortista, fervente thatcheriano più che cameroniano, l’ipercritico Fox che bollava il conservatorismo di Cameron come «compassionevole», ha lasciato la poltrona. Giurando che i suoi rapporti con il fedelissimo Adam Werritty non sono mai trascesi in qualcosa di illegale e compromettente ma evitando di entrare nel merito della valanga di particolari che lo hanno travolto.
La stampa di destra e di sinistra non ha guardato in faccia nessuno. Dal Financial Times al Guardian, dal Times al Daily Telegraph, persino i tabloid, i quotidiani londinesi hanno picchiato duro per sette giorni.
Un po’ come era avvenuto col caso Murdoch. Così, è riuscito a rimanere ben poco sulle barricate, Liam Fox. Dettaglio su dettaglio la sua amicizia con Adam Werritty è divenuta un caso politico. Lo aveva investito di un ruolo extraistituzionale, facendosi affiancare in riunioni ufficiali, dandogli carta bianca sulla politica di difesa, portandolo in missione, consentendogli di scavalcare generali, aprendogli le porte del ministero in barba a tutti i controlli della sicurezza.
E poi aveva tenuto per sé la circostanza che il suo migliore amico era finanziato da un’agenzia privata di intelligence (la Pargav ltd) e da una società controllata da una lobby che agisce per conto dello Stato d’Israele (secondo il Times). Entrambe, gli avevano pagato il conto negli alberghi di lusso a Hong Kong, a Dubai, a Singapore oltre che i viaggi (una ventina) con la prima classe di Emirates Airlines, di Swiss, di Virgin e di Continental.
Ma ancora più grave è la ragnatela di contatti che Adam Werritty aveva stabilito con un hedge fund (il CQS di Michael Hinteze, un miliardario che foraggia i tory) interessato agli investimenti nella difesa e con lo «Sri Lankan Development Trust», gruppo che costruisce infrastrutture nell’isola dell’Oceano Indiano. Le linee guida della politica estera britannica obbligano a indirizzare i finanziamenti alle organizzazioni umanitarie e solo tramite queste a operare nello Sri Lanka: sono state violate in favore di qualche imprenditore privato? Che cosa sapeva Liam Fox delle attività del suo «consigliere»? Una montagna di dubbi. Dimissioni inevitabili. Anche per allontanare da Cameron il fantasma di uno scandalo ingestibile politicamente.
Fabio Cavalera