Dalla rassegna stampa Cinema

Ozpetek: "La nostalgia del Salento nel cuore"

Il regista in concorso con il film “Mine vaganti”, girato a Lecce, racconta il suo legame con la città

Bari – La confessione più bella è la seguente: «Quando rivedo Mine Vaganti, da spettatore, mi viene voglia di tornare subito in Puglia». Bizzarra ma veritiera se a farla è lo stesso regista del film, Ferzan Ozpetek che a Lecce l´ha girato. A marzo dell´anno scorso, l´uscita nelle sale, un mese dopo l´incoronazione del Tribeca festival che riconobbe una dote particolare al film, l´induzione al viaggio nel Sud. Ozpetek torna in Puglia, il suo Mine vaganti, è uno dei sedici in concorso al Bif&st.
Ozpetek, sta pensando di girarne un altro in Puglia?
«Magari ma non si può, direbbero che sono il regista pugliese, mi metterebbero l´etichetta e sappiamo quanto piaccia alla gente farlo. Non che m´interessi molto, ma non sarebbe giusto».
Comunque, pugliese in qualche maniera lo è dopo la cittadinanza onoraria di Lecce.
«E, infatti, dico a tutti che sono leccese, né turco, né italo-turco. L´ho ripetuto anche l´ultima volta che sono stato in America, due mesi fa a San Francisco».
È passato quasi un anno dall´uscita di Mine vaganti.
«Sì e dopo l´Italia è stato distribuito in trenta Paesi. Sta per uscire in Ungheria. Eppure, appena ho messo piede in Puglia mi si è stretto il cuore, ho sentito una nostalgia strana. Qui, in fondo è cominciata la vita del mio film che è andato meglio tra tutti, il meglio accolto».
Il Bif&st celebra anche il suo produttore, da due film a questa parte, Domenico Procacci.
«Una persona speciale, l´ho incontrato due giorni fa e quasi si sentiva in colpa per il successone che sta facendo al botteghino con Qualunquemente. L´ho consolato quasi, “non devi sentirti in colpa per aver guadagnato”. Ma lui è fatto così».
(a.g.)

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Vendola e l´alter ego Zalone duetto a sorpresa al Petruzzelli

E domani mattina lezione di cinema e risate con il prof Medici in cattedra al Santalucia

Nichi, a proposito del solito sapientino tormentato: «L´altro giorno ero a San Severo e un bambino di sei anni si è avvicinato e mi ha chiesto “presidente, ma saremo ancora in grado di vivere una stagione come quella del Neorealismo?”». Solo l´inizio di una serie di questioni da Cahiers du Cinema che, per sfinimento porteranno alla fatale controdomanda presidenziale: «Bambino, ma tu da me che c…vuoi?». Si fa definendo in queste ore l´essenza del duetto che stasera alle 21 metterà vicino, molto vicino, sul palco del Petruzzelli, il presidente della Regione, Vendola e il suo alter ego istantaneo, Luca Medici. L´occasione è il premio “Numero 1” che il Bif&st ha deciso di conferire a Medici, al regista Gennaro Nunziante e al produttore Pietro Valsecchi per l´eccezionale risultato ottenuto dal film Che bella giornata e per il legame con il territorio. I tre, poi domani alle 11 saranno protagonisti di una “riflessione sul cinema” al Kursaal (la prevista lezione di Liliana Cavani non avrà luogo per problemi di salute della regista). Intanto, la rodata coppia Medici-Nunziante in queste ore farà come al solito, si ritroverà intorno a un tavolo e «tra una cavolata e l´altra» metterà giù il pezzo. Ne svela parzialmente la traccia Nunziante: «scriveremo al presidente Vendola un discorso pieno di strafalcioni, alla Checco, infarcito di errori grammaticali e con nomi di registi sbagliati, tipo Ridley Scottex. E un discorso alla Vendola, aulico e impreziosito da improbabili neologismi come gesantropia, per Checco».
Soffia, dunque, anche sul Bif&st (e come non avrebbe potuto?) la Zalonemania. Contagia il direttore Felice Laudadio che confessa che, se non fosse uscito il 5 gennaio, avrebbe preso il suo film al festival senza vederlo, «privilegio riservato a pochissimi». Da tempo sostiene Checco anche il vicedirettore Enrico Magrelli, che domani modererà l´incontro al Kursaal. Lo considera «un grandissimo talento, indipendentemente dall´incasso» e riconosce come sia «una fortuna che periodicamente affiorino nel cinema italiano comici, come accadde con Nuti, Troisi o Verdone, che introducono elementi di discontinuità nella commedia». E, per finire, Checco rallegra anche lo spettatore che non t´aspetti: Ettore Scola. Il presidente del Bif&st spiega che «il film ha un segno in più rispetto agli altri, dice di un cambiamento nel cinema comico farsesco, perché presta attenzione al presente. Gli elementi sociali o politici prima erano banditi ma lui sa parlare di temi come il terrorismo, il razzismo, l´omosessualità. Tanti incassi vuol dire tante persone che sono toccate da questioni che altrimenti avrebbero ignorato».
Come la commedia può essere abitata da temi drammatici, così il Bif&st attraversa un dramma in atto in Iran, la carcerazione del regista Jafar Panahi. Scola ieri l´ha nominato presidente onorario del Bif&st. «Così come accadrà a Berlino – ha dichiarato- anche Bari avrà la sua sedia vuota simbolica, sperando che questa notizia posso alleggerirgli la prigionia». Anche Bari si unisce, pertanto, alla raccolta di firme per la liberazione di Panahi.

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