Dalla rassegna stampa Personaggi

"I candidati del centrosinistra dimenticano i diritti dei gay"

La denuncia di Manlio Converti, psichiatra e unico omosessuale iscritto al Pd in Campania

ANNA LAURA DE ROSA

«Cinque candidati a sindaco si sfidano nel centrosinistra. Sono tutti uomini e hanno ignorato in pubblico i diritti gay. Sorbillo, Oddati, Mancuso, Cozzolino e Ranieri, dovrebbero pensarci, visto che al Gay pride hanno partecipato 70 mila persone, il sindaco Iervolino e alcuni politici». Manlio Converti è «l´unico iscritto dichiaratamente gay ad un partito politico in Campania», il Partito democratico appunto. E a soli quattro giorni dalle primarie, denuncia i diritti promessi dal Pd nazionale e «dimenticati» dai candidati comunali in campagna elettorale. Lo psichiatra quarantenne si ribella al silenzio della politica su argomenti come il registro delle unioni civili, i fondi per le scuole e le associazioni che si battono contro omofobia e transofobia. E si espone senza paura, come ha sempre fatto «perché i diritti si conquistano lottando».
L´omosessualità in città sarebbe ancora una vetrina scivolosa nel giro di raccolta voti? Manlio alza le spalle e a sorpresa fa autocritica. La sparizione dei diritti gay non è il frutto di un tradimento del Pd verso i suoi iscritti. O forse non solo. Ma il risultato «dell´assenza di omosessuali visibili. Se i gay non trovano il coraggio di dichiararsi non pesano sulle decisioni dei rappresentanti. Si autoescludono dalla politica negando l´affermazione dei diritti». Nel mirino finisce anche il sindaco uscente, che «tempo fa ha impedito alla quinta municipalità di realizzare il registro delle unioni di fatto per aspettare una legge nazionale mai arrivata».
Ma le distrazioni sarebbero cominciate molto prima nel partito. Nel passaggio dallo statuto nazionale a quello regionale «è stato eliminato, a differenza che altrove, l´articolo che riconosce pari dignità a tutte le condizioni personali, compreso l´orientamento sessuale». Una dimenticanza che riemerge oggi proprio grazie ai silenzi della campagna elettorale. Unica eccezione è «un vago accenno alla questione in fondo al faldone di uno dei cinque. Forse dopo le quote rosa serviranno quelle arcobaleno – aggiunge scherzando – Mi auguro che chi vincerà domenica sia pronto a darci ascolto».

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