Dalla rassegna stampa Libri

Lei è Luna. Mio fratello

Nel nuovo romanzo di Julie Anne Peters Liam è un adolescente statunitense. E’ bello, muscoloso, attraente, intelligente, piace alle ragazze, ma… Si, sembrerebbe tutto tranquillo, quasi perfetto se non fosse che Liam non vuole essere Liam ma vuole essere, anzi sente di essere Luna…

Nel nuovo romanzo di Julie Anne Peters Liam è un adolescente statunitense. E’ bello, muscoloso, attraente, intelligente, piace alle ragazze, ma… Si, sembrerebbe tutto tranquillo, quasi perfetto se non fosse che Liam non vuole essere Liam ma vuole essere, anzi sente di essere Luna. Ha sedici anni Luna ma fin da quando aveva pochi anni ha fatto i conti con un corpo ed un’identità che non le appartengono, che non riconosce come sue, che non vuole la tengano prigioniera.
Non siamo a conoscenza di molti romanzi che raccontano l’infanzia e l’adolescenza di una persona transessuale e quindi Julie Anne Peters con Luna (Giunti, pp. 383, euro 14,50) crediamo abbia contribuito a colmare una lacuna affrontando un argomento difficile, scabroso, quasi ancora un tabù. L’autrice è una delle più apprezzate nella narrativa YA, cioè nella letteratura per giovani adulti (Young Adult) e i suoi libri hanno vinto molti premi. In Italia la casa editrice Playground ha pubblicato qualche anno fa Tra mamma e Jo , sempre della Peters, la storia di un ragazzino che ha due mamme lesbiche.
Liam/Luna fa venire in mente il/la protagonista del film belga La mia vita in rosa , forse l’unica pellicola che affronta con delicatezza, ironia e fantasia il tema della transessualità durante l’infanzia. Anche Ludovic, che ha 7 anni e sogna una vita favolosa, non si riconosce nella sua esteriorità di bambino che si infrange contro la consapevolezza di essere una bambina, una condizione spontanea difficilmente attribuibile a chissà quali influenze e/o interferenze.
E una “normale” famiglia borghese, sia americana o europea, come reagisce davanti ad un evento così imprevisto, così inusuale? Male ovviamente. I genitori affrontano la situazione come fosse un problema che si può risolvere obbligando il figlio a rinunciare alla sua apparente eccentricità, a stare con i piedi per terra ancorato alla sua identità biologica, quella maschile. Il papà di Luna è convinto che basti lo sport fra maschi, la sana competizione virile del baseball, a far sì che il pericolo segnalato la prima volta a nove anni – «Per regalo voglio un reggiseno!” – venga definitivamente scongiurato. Non è così, e la rabbia di un padre conformista (stereotipo dell’uomo medio e professionalmente frustrato), per nulla arginata da una madre completamente assorbita nel lavoro di organizzatrice di matrimoni, esplode carica di pregiudizio e di intolleranza. Ma Luna ha un’alleata, una complice, la sorella minore Regan («Io l’amavo, lei era mio fratello») che osserva attentamente le azioni della sua speciale “sorella”, che ascolta le sue parole, che assiste ai suoi primi maldestri tentativi di trasformazione, ai suoi trucchi e alle sue parrucche, che l’accompagna a comprare i vestiti da ragazza. Regan sa qual è il più recondito desiderio di Luna: la cosa che vuole di più al mondo è di poter rinascere, questa volta nel corpo giusto, quello di una femmina. Luna deve convivere con la sensazione orribile di essere costretta alla vita in un corpo che le è alieno, obbligata ad una sorta di doppia identità. Questo disagio impegna Regan in una complicità protettiva non priva di sensi di colpa: «Desideravo solo che non se la rifacesse con me. Non era colpa mia se io avevo il corpo che avrebbe voluto lui. Io volevo avere il corpo di Britney Spears. Me lo avevano dato? No».
Luna è anche un genio con i computer e con i videogiochi e questo rappresenta una carta vincente, la possibilità concreta di realizzare i suoi desideri, di cercare di vivere bene con la sua reale identità di genere. L’indipendenza economica le consentirà di affrontare nel migliore dei modi tutti i passaggi obbligati per la riattribuzione del suo sesso “percepito” aiutata da chi ha già fatto lo stesso percorso. Ma la giusta trasformazione di Luna costringerà anche la sua famiglia a cambiare, a rimettere in discussione i rapporti e le modalità di relazione. Il nucleo borghese viene annientato da un dramma che non sa affrontare perché privo degli strumenti necessari che non si trovano nel vuoto di valori del conformismo. Forse, non a caso, la madre trae i suoi guadagni dalla celebrazione consumistica dell’istituto matrimoniale, negato a chi non è eterosessuale e che costituisce la base di una società che a mala pena tollera chi è differente con la segreta speranza di renderlo innocuo, normalizzandolo il più possibile e impedendogli di fare “proselitismo”.
Questa vicenda raccontata in un romanzo è simile alla storia vera di tante persone transessuali sbattute in prima pagina come dei mostri e usate morbosamente alla stregua di giocattoli sessuali da specchiati padri di famiglia alla ricerca di trasgressione facile, ai quali le convenzioni impedirebbero di fare chiarezza nel loro reale orientamento sessuale.

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