Dalla rassegna stampa Personaggi

Leibovitz - La foto più triste - Annie sul lastrico

… Qualche maligno giura che i guai finanziari sarebbero cominciati 4 anni fa, alla morte di Susan Sontag, la scrittrice sua amante più o meno segreta dal ‘98: Annie avrebbe ricevuto la sua eredità che però sarebbe stata mangiata dalle tasse perché passata da compagna a compagna e non …

NEW YORK dal nostro inviato

L´artista, ex amante della Sontag, è travolta da un crac da 24 milioni di dollari: le sarà pignorata la casa Ha fatto scatti alle più grandi star del mondo e ora si trova a dover impegnare le sue opere celebri

La donna che ha messo a nudo John Lennon e Yoko Ono, la fotografa che ha fatto perdere le staffe a Sua maestà Elisabetta II e spogliato Demi Moore incinta, tra pochi giorni potrebbe finire sul lastrico, sfrattata dalla sua casa-castello al Greenwich Village, costretta a cedere la paternità di quei ritratti che hanno fatto la storia. Annie Leibovitz, 59 anni, l´ex ragazzina che «Rolling Stone» sguinzagliava insieme a quel matto di Hunter S. Thompson, la fotografa che ha incastonato l´ultimo comunista, Michail Gorbaciov, in un lussuosissimo spot di Louis Vuitton, deve restituire la bellezza di 24 milioni di dollari spesi neppure lei sa più come e quando.
«Nella sua testa la parola budget non esiste», dice Anna Wintour, il direttore di «Vogue» che ha ispirato «Il Diavolo veste Prada». «La mente eccelsa che ha partorito quelle straordinarie immagini non è capace di amministrare il suo denaro», chiosa Graydon Carter, l´editore di «Vanity Fair». E Tina Brown, la storica direttrice della corazzata Condé Nast e del «New Yorker», la donna più intelligentemente pettegola di New York, per una volta tiene la lingua a freno in diretta radio su Npr: «Annie è una creatura che riassume lo Zeitgeist, lo spirito del tempo». E non viviamo forse in tempi di poveri cristi costretti a lottare ogni giorno per non soffocare tra i debiti? «No, Annie non è una spendacciona: in giro sempre con le tre figliolette e mai per party dorati».
Ma allora com´è possibile che abbia contratto con Art Capital Group quel debito da 24 milioni di dollari, garantendo il suo patrimonio fotografico? Com´è possibile che il 29 luglio scorso si sia presentata davanti alla Corte Suprema di New York? E ce la farà, adesso, a salvare il salvabile, prima che gli uomini dell´Art Capital diano inizio, l´8 settembre, all´infamante rito del pignoramento?
«Mi trovo con la pistola puntata contro. Ho tre figlie da mantenere. Ho perso i miei amori. Ho così tanti lavori da fare e sono nel caos». E´ lo sfogo di una donna disperata quello che Charlie Scheips, l´ex direttore dell´archivio fotografico di Condé Nast, rivela al «New York Times». Eppure, a spulciare nei suoi onorari la verità sarebbe un´altra. Il contratto favoleggiato dal «New York Magazine» da 5 milioni di dollari l´anno siglato con Condé Nast. La tariffa di 250mila dollari a botta per un posato in studio con i grandi marchi che se la contendono (tra cui quella American Express che quando lei era una fotografa felice e sconosciuta più volte le negò la carta). Certo, al lavoro le sedute son costosissime. «Le sue richieste si sono fatte sempre più complicate: fuoco, pioggia, auto, aeroplani, animali da circo. Tutto quello che vuole, ottiene».
Ma la vita privata è un´altra cosa. Qualche maligno giura che i guai finanziari sarebbero cominciati 4 anni fa, alla morte di Susan Sontag, la scrittrice sua amante più o meno segreta dal ‘98: Annie avrebbe ricevuto la sua eredità che però sarebbe stata mangiata dalle tasse perché passata da compagna a compagna e non regolarmente sposata.
L´altra favola è quella che mette sotto accusa il complesso acquistato al Village: erano due appartamenti, Annie aveva cominciato a ristrutturarli, il vicino aveva cominciato a sollevare mille problemi per il trambusto, Annie ha preferito sollevare il vicino e mangiarsi pure casa sua.
Certo la signora è sempre stata un pochino sopra le righe. Quando nel 1975 accettò di seguire Mick Jagger & Co. in tour, tornò dopo due mesi portandosi a casa una compagna nuova: la cocaina. Nel 1983 proprio la sua dipendenza dalle droghe spinse il mitico Jann Wenner – il fondatore di «Rolling Stone» che 15 anni prima l´aveva assunta dopo averle comprato quattro scatti di Allen Ginsberg arrestato – a lasciarla andare a «Vanity Fair»: cambiarle aria le avrebbe fatto bene. Per respirare meglio Annie, ora ricca e famosa, compra casa-studio a Chelsea: dal suo balcone si vede la terrazza che Susan Sontag ha lasciato popolare di gatti. Nel 2001 nasce la prima figlia, Sarah Cameron. Il signor Leibovitz morirà poco dopo. Nel 2005 muore Susan: tre mesi dopo nascono le due gemelline e Annie si fa ritrarre piangente davanti a una foto della Sontag, nota il «New York Times».
Il resto è cronaca. Il megaprestito, il tribunale. Il piccolo colpo di scena è di ieri: Goldman Sachs sostiene che parte di quei 24 milioni le appartengono. Una bella notizia, perché la banca d´affari dice di voler ripagare tutto il debito «per trovare poi un accordo con la signora». Quelli di Art Capital per ora non confermano. L´ultima foto di Annie Leibovitz è uno scatto ancora in movimento.

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