Dalla rassegna stampa Cinema

Addio a Samperi, autore di «Malizia»

…«Salvatore era un personaggio molto introverso fino al masochismo. Non voleva disturbare mai. Infatti nonostante lo sentissi non sapevo nulla di una sua eventuale malattia». …

LUTTO NEL CINEMA. REGISTA E SCENEGGIATORE, AVEVA 65 ANNI
Il suo primo ciak «Grazie zia». Fece di Laura Antonelli una sex symbol negli anni Settanta

A Laura Antonelli, attrice preferita di Samperi, in una scena di «Malizia»È morto Salvatore Samperi regista e sceneggiatore cinematografico e televisivo. Era nato a Padova il 26 luglio del 1944. Il suo primo lungometraggio è rimasto nella storia del cinema italiano e aveva come titolo «Grazie, zia», film del 1968. Tra le sue pellicole più famose anche «Malizia» del 1973 che consacrò Laura Antonelli come sex symbol e «Sturmtruppen», dove Samperi porta le strisce di Bonvi sul grande schermo. Nell’ultimo periodo si era dedicato alla tv dove aveva fatto film come «L’onore e il rispetto».
Nato in una famiglia benestante, frequenta per un certo periodo l’Università di Padova, ma la abbandona poco dopo per partecipare al Movimento Studentesco del 1968. Grande ammiratore di Marco Bellocchio, con pochi fondi a disposizione realizzò il suo primo lungometraggio, «Grazie zia» (1968), che seguiva idealmente la scia tracciata da «I pugni in tasca». Sono presenti, già in questa sua opera prima, le due caratteristiche più importanti del suo cinema: la satira amara contro la società democristiana e la furba narrazione di un amore morboso ma impossibile che inaugurerà il filone definito «erotico indigeno».
Nei successivi «Cuore di mamma» del 1969 e «Uccidete il vitello grasso e arrostitelo» del 1970 diventa palese la critica di Samperi nei confronti della famiglia borghese.
La sua opera più celebre è senza dubbio «Malizia» del 1973: questo film, ambientanto nella Sicilia del 1950, ad Acireale, descrive l’ascesa di una modesta cameriera che, grazie al fascino e ai turbamenti erotici che provoca, diventa una signora altolocata.
Un anno dopo, Samperi batté sullo stesso tasto con «Peccato veniale»: dove ancora una volta, Laura Antonelli diventa oggetto del desiderio di un adolescente. Nel 1976 Samperi realizza due progetti: il primo di questi, «Scandalo» (storia di una giovane donna che diventa schiava d’amore), viene offuscato dal successo del secondo, «Sturmtruppen». Qui il regista non si limita a trasportare le striscie di Bonvi sul grande schermo, ma arricchisce il fumetto originario con una comicità umoristico-satirica e con una buona dose di anti-militarismo.
In seguito, il regista padovano realizzerà «Nenè», tratto da un romanzo di Cesare Lanza, ed «Ernesto», su un’iniziazione amorosa omosessuale, tratto da un’opera di Umberto Saba. Con «Liquirizia», sulla rabbia studentesca pre-1968, egli ritorna famoso al grande pubblico e riacquista la sua forma migliore.
Gli anni Ottanta saranno dedicati quasi completamente al genere erotico con «Un amore in prima classe», «Casta e pura», «Fotografando Patrizia» (con una buona prova di Monica Guerritore) e «La bonne», in cui mescola seduzione ed horror.
Gli anni Novanta segnano il progressivo allontanamento di Samperi dal cinema: dopo l’insuccesso di «Malizia 2000», maldestro seguito di «Malizia» con un Antonelli implacabilmente disfatta e prossima al ritiro dalle scene, il padovano smetterà di fare film per il cinema.
Tornò dietro la telecamera nel 2004 con un film televisivo intitolato «Madame» con Nancy Brilli, cui ne farà seguito un altro (L’onore e il rispetto», 2006), di grande successo.
«Eravamo molto amici, amici di sangue, di quelli a cui non occorre parlare»: dice di Salvatore Samperi l’attore Lino Toffolo che aveva fatto con il regista diversi film tra cui «Sturmtruppen». «Salvatore era un personaggio molto introverso fino al masochismo. Non voleva disturbare mai. Infatti nonostante lo sentissi non sapevo nulla di una sua eventuale malattia».

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