Il realizzatore di documentari vincitore dell’Academy Award Bill Guttentag porta il suo stile realizzativo unico e incisivo nel suo esordio nel cinema di fiction, Live!, un’affascinante satira che esamina le complessità del giudizio morale, della competizione e dei valori contemporanei dopo l’avvento di quel fenomeno culturale conosciuto come reality. Il film vede protagonista Eva Mendes (Hitch – Lui sì che capisce le donne, Ghost Rider) nei panni di Katy, un bellissima e ambiziosa dirigente di un network che collabora con il documentarista Rex (David Krumholtz, Bobby e la serie televisiva Num3ers) allo sviluppo di un reality show decisamente controverso, in cui i partecipanti competono per un premio di 5 milioni di dollari giocando alla roulette russa con delle armi cariche in diretta.
Lo stile documentaristico e il punto di vista della pellicola catturano il caos della vita dietro le quinte di uno show televisivo e della suspense del gioco e del suo processo a eliminazione, mentre mettono alla berlina l’ossessione della notorietà e le sfide di sopravvivenza, sia a livello fisico che etico in un medium che non fa che abbassare costantemente i suoi standard qualitativi. Questi problemi attuali e complessi, evidenziati nella sceneggiatura di Guttentag, sono uno degli aspetti che hanno attirato i protagonisti Eva Mendes e David Krumholtz, così come l’intero cast, verso il progetto.
“E’ veramente raro leggere una buona sceneggiatura”, dichiara l’attrice e produttrice esecutiva Mendes, che interpreta il ruolo principale di Katy in Live! “Ancora più rara è una buona sceneggiatura con un fantastico ruolo femminile. Per questo, mi sono detta che avrei dovuto farne parte a tutti i costi!”.
Anche Krumholtz è d’accordo e sostiene che “lo script di Bill è notevole e non avrei partecipato al film se non lo fosse stato!”.
Il progetto ha preso vita quando il regista Bill Guttentag ha portato la sua idea di uno sguardo ironico sui reality televisivi a Charles Roven del Mosaic Media Group e al suo partner produttivo Alex Gartner, che hanno risposto entusiasticamente alla sceneggiatura e al suo interesse per dirigere il film. Roven ricorda di essere rimasto attirato dal progetto perché “Bill conosce i documentari. Lui sa bene come è fatto quel mondo ed è rimasto ispirato dai film che ha realizzato. La sceneggiatura era sorprendente e intelligente, quindi tutti noi abbiamo reagito con entusiasmo alla storia”.
Nelle discussioni iniziali tra Gartner, Guttentag e Roven, la convergenza di due argomenti molto particolari che hanno ispirato la sceneggiatura ha aiutato a promuovere bene la sua idea. La prima, era fino a che punto siamo disposti ad arrivare nella programmazione televisiva. La seconda, nella nostra cultura globale, quanto l’idea di un’esecuzione pubblica sia una merce significativa per cui le persone sono disposte a pagare.
Guttentag nota che il tema della morte come attrazione sportiva non è sicuramente nulla di nuovo. “Ci sono dei precedenti storici a cui fa riferimento il film”, sostiene il regista. “Le folle assistevano mentre la ghigliottina tagliava le teste della nobiltà in Francia, mentre il Colosseo era pieno di gente che voleva vedere i leoni divorare i cristiani. Questa fascinazione fa parte del film, perché una percentuale rilevante di persone pagherebbero per vedere delle esecuzioni in televisione. La pellicola riflette una realtà che esiste veramente là fuori”.
L’ispirazione per lo sceneggiatore/regista è arrivata anche dalla sua esperienza nell’ascoltare alcune delle idee e delle storie più assurde da parte dei dirigenti addetti allo sviluppo nel corso degli anni. “Si può dire che la gente stia cercando di oltrepassare i limiti”, rivela il regista. “C’era una cosa che la Fox stava cercando di produrre (e a cui si fa riferimento nel film), in cui un 747 veniva distrutto in diretta nel deserto. Diventa sempre più difficile realizzare una satira, perché la realtà spesso sfocia nel ridicolo”.
In meno di tre mesi e con un leggero cambiamento nella sceneggiatura, per cui al posto di un uomo c’è una donna protagonista, la Mosaic ha ottenuto i finanziamenti e ha assunto i produttori William Green e Randy Sosin per dar vita alla visione unica di Guttentag. Eva Mendes è stata il primo membro del cast ad accettare e il suo entusiasmo e la sua passione le hanno fornito la possibilità di lavorare per la prima volta come produttrice esecutiva. Il suo coinvolgimento ha permesso alla responsabile del casting Mary Vernieu di ampliare le sue opzioni disponibili e alla fine di assicurarsi la partecipazione di un ottimo cast, tra cui David Krumholtz, che era in una pausa dalla serie di successo Num3ers (dove incarna il fondamentale ruolo di Rex), che interpreta un uomo appassionato e moderato rispetto alla più aggressiva Katy.
A fornire alla pellicola una sensazione di forte immediatezza è stata la decisione di girarla attraverso una finta troupe documentaristica che segue la lavorazione. “Quello che si vede nel film è il documentario di Rex del viaggio. Fondamentalmente, c’è un documentario nel film e abbiamo delle camere a mano che si muovono molto”, sostiene il produttore William Green. “In questo modo, si ha una sensazione perfetta di tutte le prove e le difficoltà che Katy affronta per mandare in onda lo show”.
Il produttore esecutivo Randy Sosin sostiene che la capacità di calarsi in Live! dipende dal fatto che, anche se “non è veramente un documentario, fornisce la sensazione di realismo attraverso i suoi dialoghi, mentre l’interazione è assolutamente autentica, il che lo rende veramente eccitante”.
Roven ritiene che tutto questo abbia contribuito a un’esperienza diversa dal solito sul set: “il nostro direttore della fotografia, Steve Kazmierski, è stato fantastico. Visto che la maggior parte delle riprese con più camere erano girate a mano, gli attori non sapevano quando l’attenzione era risolta verso di loro, così tutti dovevano rimanere nella parte”.
Scegliere gli attori che potessero soddisfare questi requisiti è stato un processo complicato, in particolare quando si è trattato dei partecipanti allo show. Visto che il successo dei reality dipende spesso dalla risposta degli spettatori e dal loro legame con il ‘cast’ dello spettacolo, i produttori dovevano trovare dei personaggi che potessero ritrarre delle persone che non pensavano di suicidarsi, ma che per qualche ragione (soldi, fama, opportunità) desideravano assumersi un rischio per cui gli spettatori si appassionassero.
Eric Lively è stato scelto nel ruolo di Brad, il surfista e spirito libero che cerca soldi facili in grado di consentirgli la vita che desidera, ma per cui non vuole lavorare. Il suo aspetto gradevole e il suo modo di fare disinvolto lo rendono una scelta attraente per un posto. “Eric è molto naturale e disinibito, caratteristiche che lo rendevano perfetto per Brad”, rivela Alex Gartner. “Lui ha interpretato il personaggio in maniera genuina perché il ruolo gli risultava naturale”.
Jeffrey Dean Morgan (conosciuto per il commovente ruolo di Denny nella fortunata serie televisiva Grey’s Anatomy e per la parte del Comico nell’imminente Watchmen) interpreta Rick, un agricoltore del Midwest che si trova in difficoltà nella sua attività familiare e per la grave malattia del suo primogenito. “Questo è un programma che richiede ai partecipanti di avere forti motivazioni”, dichiara Morgan. “Quella di Rick, il mio personaggio, è la sua famiglia, con un figlio malato e gli affari in crisi. Il suo altruismo risulta essere la sua redenzione”.
Nel ruolo di Jewel, Katie Cassidy è un’aspirante attrice che vede Live! come il suo biglietto per il successo. “Katie è stata una scoperta magnifica per noi”, sostiene il produttore Gartner. “E’ un’attrice magnifica che è riuscita a credere all’idea ingenua che questa sarà la sua opportunità di ottenere quello che vuole dalla vita. Lei è riuscita a comunicarci questa vulnerabilità e credibilità senza rendere il suo personaggio eccessivamente ruffiano”.
Abalone, interpretata da Monet Mazur, è un’ex modella che ha vissuto una vita da sogno in un mondo fantasy. Lei ha affrontato Live! come un mezzo per pronunciare la sua ennesima dichiarazione forte come artista. Si impegna nelle cause e in effetti diventa lei stessa una causa, credendo che la sua vita passata di sfruttamento fisico possa terminare partecipando al programma.
Pablo, interpretato da Jay Hernandez, è un latinoamericano gay che vuole semplicemente una vita migliore per se stesso e la sua famiglia. E’ un cittadino statunitense di prima generazione, che proviene da una famiglia di messicani arrivati negli Stati Uniti per realizzare il sogno americano. “Jay fornisce una grande esperienza, realtà e profondità al ruolo di Pablo”, sostiene Gartner. “Abbiamo trovato un attore che poteva veramente calarsi nel ruolo ed esprimerlo in maniera molto convincente”.
Il ritratto realizzato da Rob Brown di Byron impersonifica l’ignoranza di una persona normalmente molto intelligente. L’attore interpreta un giovane laureato afroamericano aspirante sceneggiatore, che crede che lo show lo aiuterà a trovare il suo equilibrio creativo. Come sostiene Roven, “questo personaggio è decisamente importante, perché è molto intelligente, ma limitato da una vita eccessivamente ordinaria”.
L’attore vincitore dell’Emmy Award Andre Braugher è entrato nel cast di Live! nel ruolo di Don, un dirigente del network. Katy gli rivela la sua idea e alla fine ottiene il suo supporto per ottenere l’approvazione della FCC, l’agenzia governativa che regola i programmi negli Stati Uniti. Il suo comportamento e il tono sono tranquilli e fedeli al personaggio, considerando che è un mastino della legge, il cui compito principale è dire no. “Andre Braugher ha una presenza incredibile”, rivela Roven. “Quando scopri il suo personaggio, Don, non desideri proprio metterlo alla prova”.
Le battaglie che Katy vive nel film talvolta somigliavano a quelle della stella Eva Mendes e dei suoi doveri come produttrice esecutiva della pellicola. “Interpretare il personaggio di Katy, una donna in carriera eccessiva, mi ha veramente aiutato a capire il mio lavoro come produttrice sul set. Ho imparato molto dalla parte e lei mi ha insegnato come farcela… e senza uccidere nessuno (letteralmente)!”.
“La cosa strana del mio personaggio è che lei non è veramente malvagia, ma è rimasta invischiata in questa idea folle. E’ stata assunta per riportare in auge il network e vuole riuscirci a tutti i costi”, prosegue la Mendes. Secondo l’attrice, lavorare con Guttentag “è stato magnifico. E’ una persona solida e visto che stiamo girando il film come un documentario e io ho tanti monologhi, mi ha permesso di rilassarmi in maniera molto ‘regolare’. La preparazione con lui mi è stata molto utile”.
Rex descrive Krumholtz come una combinazione tra un artista autentico e un osservatore che è straziato dalla natura speculativa del progetto che sta girando e che diventa molto perplesso dal fatto che ama quello che sta ottenendo a livello artistico, ma ha paura di quanto lontano si stia spingendo nel processo. Krumholtz ritiene che “Rex sia decisamente enigmatico e misterioso, più o meno come un burattinaio che, in maniera pacata, influenza Katy, mentre lei a sua volta fa lo stesso con lui. Rex non capisce quando è diventato spietato alla fine”.
La Mendes aggiunge che “Rex è un ottimo mix di cerebrale, sexy e maschile. Lui rappresenta un equilibrio con il mio personaggio perché ha una grande integrità artistica, mentre Katy non la possiede. Lei la desidera, ma non ce l’ha. E’ questo che si frappone nella sua bussola morale e alla fine anche lui supera quel limite”.
Guttentag ritiene che questo rapporto complesso tra Rex e Katy sia uno degli aspetti più attraenti della pellicola. “C’è una sintonia molto interessante tra i personaggi di Katy e Rex”, sostiene l’attore. “Katy vede un grande talento in Rex, che ritiene essere una persona intelligente. Lei gli offre una possibilità e lui la coglie al volo, ma rimane invischiato e passa da essere un forte idealista a rimanere catturato dal suo mondo”.
Sia Krumholtz che la Mendes sono riusciti a trovare delle sfumature eccezionali nel loro rapporto con i personaggi. “La giustificazione per inserire questo materiale in televisione è chiaramente soddisfare i desideri del pubblico e gli indici d’ascolto. Katy presenta le sue ragioni, si assolve e alla fine fai il tifo per lei”, dichiara Krumholtz. “Rex è affascinato da questo aspetto, così come dalla sua energia. E lei è adorabile, anche se può ispirare odio, ma il suo fascino ti porta ad appassionarti”.
Le riprese si sono svolte dentro e nei dintorni di Los Angeles, fornendo un’immagine e una sensazione realistiche agli interni e agli esterni di questo falso documentario. Il direttore della fotografia Kazmierski nota che “dovevamo abbracciare due universi con questo progetto, quello documentaristico e quello di fiction. In alcune occasioni, vuoi un primo piano e se fai un documentario, c’è un momento in cui riesci a ottenerlo, ma talvolta può essere anche occasionale e frutto della sorte. Noi siamo riusciti a catturare questi istanti spostando in avanti la camera o con un attore che faceva un passo verso di noi. La sfida era di non fermarsi, girando intere pagine, talvolta tre o quattro. Questo portava l’attore a immedesimarsi nella sua interpretazione”.
Kazmierski aveva già lavorato con il regista per Crime and Punishment, il reality spin-off di Law and
Order realizzato a San Diego. “Mi ha chiamato per far parte di questo progetto per questo motivo e per il fatto che io avevo lavorato anche alle pellicole di fiction. Lui desiderava che questo progetto fosse girato come Crime and Punishment, quindi la sua esperienza documentaristica incontra chiaramente il mondo dei film di fiction”.
A contribuire ulteriormente all’aspetto e al tono del film sono stati gli sforzi dello scenografo Robert De Vico e dell’ideatrice dei costumi Dayna Pink.
“Io inizio sempre dalla narrazione del film e poi stabilisco come i set e l’ambiente possano essere messi al servizio della storia”, rivela De Vico. “La realtà della vicenda era dura da digerire per me, ma Guttentag ha inserito un sufficiente grado di satira per renderla accettabile e visto che il tempo era un aspetto importante, noi eravamo portati a mantenere questo look e farlo sembrare reale, cosa che abbiamo ottenuto limitando gli eccessi e non realizzando set troppo elaborati”.
Uno degli elementi visivi più avvincenti di Live! è il set dello spettacolo. “Avevamo già l’idea del gioco, ma non dell’aspetto del set e abbiamo vissuto un’evoluzione interessante. Le riprese sono state molto spensierate e per tutti noi questo ha contribuito al divertimento. Abbiamo tentato di inserire la struttura e le dimensioni del palcoscenico per il gioco, così come gli effetti di luce, in un contesto di società malata, grazie al modo in cui è stato girato il film”.
Il lavoro dell’ideatrice dei costumi Pink è stato quello di aiutare il suo eclettico cast a trovare chi sono veramente attraverso il loro guardaroba. “I costumi sono il modo con cui il pubblico lega con il cast. Quindi, il nostro ambiente fisico, grazie al fantastico lavoro che ha realizzato De Vico, doveva essere collegato all’ideazione dei personaggi con il guardaroba. Siamo stati fortunati ad avere un cast che potesse essere definito così bene”, sostiene Pink.
Guttentag alla fine ritiene che gli sforzi della squadra di creativi e del cast abbiano permesso di raggiungere l’obiettivo principale: rendere Live! una satira che risulti credibile e rilevante proprio come un documentario. “I bei film sembrano autentici”, sostiene il regista. “Se il trucco, le acconciature o i dialoghi fossero stati troppo perfetti, non sarei riuscito a rendere il film reale, anche se c’è un contesto di fiction”.