Dalla rassegna stampa Cinema

Addio a Minghella, l'ultimo romantico

Scompare il regista del «Paziente Inglese»: trionfò anche a teatro e all’opera

L’autore Un’emorragia cerebrale lo stronca a soli 54 anni. Scrittore, i suoi film erano spesso ispirati a grandi romanzi

E’ morto improvvisamente a Londra, per un’emorragia cerebrale seguita a un intervento chirurgico di routine per rimuovere una crescita benigna dal collo, il regista Anthony Minghella, a soli 54 anni, sposato alla coreografa di Hong Kong Carolyn Choa. La sua fama era legata soprattutto al successo internazionale, con 9 Oscar nel ’97, de Il Paziente Inglese,
kolossal sentimentale che l’ha subito incasellato come l’ultimo amante dei melodrammi del cinema di oggi, ma con soli sette titoli all’attivo di cui il primo ( Truly Madly Deeply) inedito da noi. E’ vero che per Minghella, nato il giorno dell’Epifania del ’54 da padre italo-scozzese a Ryde, nell’isola di Wight, amante di tutto lo spettacolo (allestì anche la Butterfly a Londra e New York), infaticabile nel teatro come scrittore e nelle serie tv poi, la cosa importante erano gli affetti e le loro strane dinamiche. Nei suoi film sapeva osservarli in traiettorie molto diverse e particolari, a partire dagli strani amori in Toscana durante la II guerra mondiale di
The English Patient, tratto dal best seller di Michael Ondaatje, con le bombe, infermiere, feriti, tacchi lucidi di soldati e cuori in fiamme per caldi desertici e-o passioni adulterine che tornano alla memoria in punto di morte e in paesaggi esotici. L’amore è per questo regista turbolenza, doppio fondo e ambiguità, come esprime bene nel suo film migliore, Il talento di mr. Ripley da uno dei personaggi cult della grande Patricia Highsmith, remake di In pieno sole, un successo di Clément con Delon. Ancora un paesaggio italiano rifatto come nel ’57, tra Ischia e Procida — l’autore pagava pegno volentieri alle sue origini geografiche — fa da cornice a uno strano disegno sentimental-criminale, quello che vede lo spiantato mr. Ripley (Matt Damon) cercare di convincere un ricco rampollo (Jude Law, attore prediletto di Minghella) a tornare in America. Finirà per ucciderlo prendendo la sua identità e i suoi soldi, ma una fidanzatina (la Paltrow) e un amico del cuore (il giovane Philip Seymour Hoffman) faran di tutto per smascherarlo. Se nel Paziente Minghella, con un cast di star (Ralph Fiennes, Kristin Scott Thomas, Binoche e Dafoe, ma di striscio si vedono anche i genitori del regista e c’è pure il nostro Castelnuovo) batte la grancassa sentimentale nell’inferno bellico e aspira all’epos colossale di David Lean senza arrivarci, ma restando in una zona di colpi di scena passionali con scorciatoie da fotoromanzo, nel «Ripley» dispiega tutta la folta gamma delle ambiguità sentimental sessuali anglosassoni con un intreccio che si presta a mirare al cuore. E ancora molto made in Italy con nostri attori: Fiorello che canta «Tu vuo’ fa’ l’americano» di Carosone (canzone che ieri, in radio, Fiorello ha dedicato alla sua memoria), Rubini, la Rocca. Ma anche nei titoli meno visti ( Fantasma innamorato, Mr. Wonderful, Complicità e sospetti), Minghella esplora strane casistiche affettive: donne che convivono con fantasmi di fidanzati un poco impiccioni; un elettricista povero (Dillon) che aiuta la moglie a trovarsi un uomo in più; un architetto inglese (Law) che pedina un ladruncolo bosniaco e si innamora della madre (la Binoche, altra star del clan).
L’altro titolo del commediografo e sceneggiatore è un altro kolossal mancato che ancora mescola guerra e pace, anche dei sentimenti, complici ancora divi come la Kidman, il fedelissimo Law e la Zellweger che vinse l’unico Oscar su 7 nominations.
Ritorno a Cold Mountain racconta le disavventure e gli amori di due donne durante la guerra di secessione americana, ed anche qui si appoggia a un romanzo vendutissimo di Charles Frazier. Fu insomma un esploratore della voglia di melodramma che ognuno si porta nel cuore. Non a caso la sua ultima apparizione è come guest star in Espiazione dove fa il reporter tv che alla fine intervista la magnifica Vanessa Redgrave, nell’unico momento davvero commosso del film.

Intellettuale
Amante di Puccini mise anche in scena «Butterfly» Italiano Anthony Minghella era nato il 6 gennaio 1954 sull’isola di Wight da padre italo-scozzese

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