Dalla rassegna stampa Cinema

Spike Lee: il futuro è sul web

Siamo un´alternativa fantastica per chi non sfonderebbe mai a Hollywood

Se oggi qualcuno proponesse a me un buon soggetto farei subito un film solo on line

A differenza di molti colleghi, ho capito soltanto molto tardi di voler diventare un regista: accadde tra il secondo e il terzo anno di università al Moorhouse College di Atlanta, Georgia. Il professore di cinema m´incoraggiò a dare un senso compiuto a tutta la pellicola di girato che avevo ed è stato allora che ho iniziato a voler diventare regista. Non avevo alcun parente che lavorasse in questo ambiente, e quindi da questo punto di vista non avrei avuto aiuti. Né mi sarebbe servito andarmene da Los Angeles e farmi strada da solo, bussando alle varie porte con una sceneggiatura in mano.
Così, ho capito che il passo successivo doveva essere iscrivermi a una facoltà specifica e dopo tre anni all´Università di New York sono diventato regista.
Il mio primo film rispondeva a quello che mi era stato chiesto, ma sicuramente ero ingenuo, giovane e ottuso. Quindi anche se di fatto nel 1982 mi ero laureato alla facoltà del cinema di New York, prima di girare il primo vero film sono passati altri tre-quattro anni di grande impegno. S´intitolava “Lola Darling”. I finanziamenti, circa 175 mila dollari, li misi insieme in vari modi, grazie a sovvenzioni, donazioni, partnership limitate. Fece incassi per 8,5 milioni di dollari, e da allora in poi non ho più fatto fatica a trovare finanziamenti. Ricordo però che mentre giravamo stavamo molto attenti ad accumulare le lattine e le bottiglie vuote di qualsiasi cosa bevessimo, e quando ne avevamo abbastanza – visto che nello Stato di New York c´è una resa di un nickel al pezzo – con quello che abbiamo messo insieme siamo riusciti a comperare due rullini in più di pellicola. Insomma, quel primo film è stato davvero finanziato un centesimo alla volta…
Penso che ogni giovane artista si senta scoraggiato quando stenta ad affermarsi, ma non ho mai smesso di sperare. Non mi è mai piaciuto perdere: ero determinato a sfondare. La parte difficile è quando tu hai una visione in mente, ma gli altri no, e quindi devi allontanarti e prendere le distanze da chi rischierebbe col suo pessimismo di influenzarti negativamente. Noi sapevamo che ci saremmo riusciti, ma sapevamo anche che dovevamo darci da fare, non potevamo semplicemente starcene seduti con la braccia incrociate ad aspettare che il successo ci piovesse addosso. No, le cose non funzionano così.
Ai miei studenti alla Nyu ricordo sempre che sono fortunati a studiare cinema, perché si tratta di qualcosa che amano. Devono farlo soltanto per questo, non perché sperano di diventare ricchi o vogliono essere famosi. L´industria del cinema non è uno scherzo: in tanti falliscono. Io sono riuscito ad avere successo, perché ho talento, ho lavoro molto sodo, ho saputo cogliere il momento giusto e ho avuto fortuna. Ma i giovani talenti non necessariamente escono dalle scuole di cinema. Quando l´ho frequentata io non c´era la tecnologia digitale che c´è oggi. Tra cinque anni, ve lo assicuro, qualche casa cinematografica di Hollywood manderà nelle sale un intero film girato soltanto col telefonino, ne sono sicuro. Oggi, con tutta la tecnologia a disposizione di tutti, dovrei chiedermi: «Cosa fa sì che il mio film si possa distinguere dagli altri 50 mila presentati?». Lavorando su Internet si è liberi di scegliere. Quando esce un film si ha la possibilità di vederlo al cinema, o altrimenti pagando una certa cifra uno può sempre scaricarsi il film a casa propria e vederselo direttamente il giorno della prima. Tutto ciò spalanca molte possibilità. Personalmente non riesco a guardare un intero film online… posso farlo per 10-15 minuti, ma non di più.
Negli ultimi dieci anni ho insegnato alla scuola di specializzazione in cinematografia della Nyu, sono anche direttore artistico di quella scuola e conosco bene attraverso che cosa devono passare i miei studenti. So quante frustrazioni ci sono nel fare un bel film che però non viene visto da nessuno. Il nostro Babelgum Online Film Festival offre un´occasione in più: più sono le piattaforme sulle quali si potrà mostrare il proprio lavoro, tanto migliori saranno le chance di essere riconosciuti per il proprio talento. Io sono il giudice e la giuria del Festival. I film presentati sono arrivati da 86 paesi, il 35 per cento di essi dagli Stati Uniti. In tutto, i film presentati sono stati 1012 e, di questi, 200 sono stati girati da studenti di cinema, il che significa che un quinto di tutti i film presentati al festival è stato girato da studenti. È fantastico. Daremo modo alle voci più originali di esprimersi.
Se è vero che certi film sono fatti fuori da Hollywood, con Internet questa sarà l´alternativa preferita di distribuzione. Anche se il cammino è ancora lungo. Essendo docente di cinema, so giudicare il talento. Spesso lo riconosco immediatamente. Proprio per questo ritengo che il Babelgum Online Festival sia fantastico, perché promuove i talenti, li incoraggia. Ed è questo, più di qualsiasi altra cosa, ciò di cui hanno bisogno di giovani artisti: incoraggiamento. E di un posto nel quale mostrare a tutto il mondo chi sono e quello che possono fare. Io stesso, se qualcuno venisse da me con la proposta giusta, sarei disposto a girare un film esclusivamente per Internet.

(traduzione di Anna Bissanti)

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Al via oggi su www.babelgum.com il primo Film Festival on line presieduto dal regista con 1012 opere inviate da 86 paesi nel mondo

ROMA

È il primo festival di cinema che nasce e vive completamente on line e ha come direttore uno dei più grandi registi americani contemporanei, Spike Lee. Si chiama Babelgum on line Film Festival e si aprirà oggi sul sito www.babelgum.com. È un festival di cinema prodotto da una tv planetaria che trasmette, utilizzando la tecnologia peer to peer, soltanto via Internet e in alta definizione. «Una situazione piuttosto singolare, non c´è dubbio», dice sorridendo Valerio Zingarelli, direttore generale di Babelgum, «ma è proprio questa singolarità il nostro punto di forza». Una singolarità che ha permesso al festival di ricevere 1012 opere da 86 diversi paesi del mondo. «Non solo», aggiunge Zingarelli, «Circa il 60% è prodotto espressamente per il piccolo schermo, un segnale importante dello spostamento della creatività verso questi nuovi mezzi».
Il festival permetterà la visione di tutti i film agli spettatori che potranno vederli gratuitamente e votarli su Babelgum. I dieci film che raccoglieranno i maggiori consensi per ognuna delle sette categorie saranno selezionati da una giuria di esperti che ne sceglieranno tre per ogni categoria. Ventuno film passeranno al vaglio di Spike Lee che sceglierà in completa autonomia i vincitori. A ognuno dei sette vincitori andranno 20.000 euro e l´impegno di Babelgum a valutare il finanziamento della produzione successiva. Le premiazioni avverranno alla presenza del regista nel corso di una cerimonia di gala fissata il 20 maggio al Cannes Film Festival. Il Babelgum Festival è la seconda collaborazione tra il regista e l´internet tv: nel 2007 presentò in esclusiva proprio su Babelgum il suo film “Jesus Children of America”. (e.a.)

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