Dalla rassegna stampa Cinema

La notte delle stelle - Una francese a Hollywood

Marion Cotillard: devo tutto alla Piaf ma il mio vero amore è il musical Usa – Una 32enne parigina in lizza tra poche ore per conquistare il premio come miglior attrice

Marion Cotillard è candidata all’Oscar per La vie en rose. Ha vinto due César, gli Oscar francesi: per La vie en rose appunto e per Una lunga domenica di passioni

LOS ANGELES — Ha vinto tutto per ora… tranne l’Oscar. Dopo il Bafta, premio britannico, l’altra sera a Parigi ha ricevuto il César come miglior attrice per La vie en rose. E subito è ripartita per gli Usa. Riuscirà Marion Cotillard, 32 anni, a sconfiggere Julie Christie (66)? E’ uno degli interrogativi- clou della «notte delle stelle ». Tra Marion e Julie potrebbe fare da outsider solo Ellen Page (21 anni), la preferita dei giovanissimi.
Per la Francia, che tra polemiche non ha candidato La vie en rose come miglior film straniero, sarebbe una grande vittoria portare alla statuetta l’attrice parigina con un film non in lingua anglosassone; come accadde a noi con la Sophia Loren di
La ciociara (1962).
E in verità negli Usa, più che il film dedicato a Edith Piaf, piace proprio Marion, soprannominata «the French Connection» sin da quando interpretò Big Fish di Tim Burton e poi sostenne il turismo francese in Provenza facendo innamorare Russell Crowe tra le vigne di Una buona annata diretto da Ridley Scott. «I francesi — dice lei replicando la gentilezza — vanno sempre a vedere gli “yanks movies” e io sognavo di venire a Hollywood già da ragazzina, guardando in continuazione il musical Annie di John Huston. Volevo diventare la mia eroina dai capelli rossi. Doris Day per me è una leggenda…».
«La verità — osserva — è che il musical non fa parte della cine-cultura francese, appartiene agli Usa, a Broadway, e sono felice che la biografia di Edith Piaf sia tanto piaciuta in America. Ci siamo incontrate spesso noi “rivali” — Ellen Page, Julie Christie, Cate Blanchett, Laura Linney — ridendo della gara. Tifo “al maschile” per Daniel Day Lewis, che ammiro incondizionatamente. Certo, quando apriranno la busta e diranno “the winner is…”, mi mancherà il fiato, ma ho avuto tanto quest’anno e sarà importante sentirsi nella stessa gara che ha visto sul suo palco attori da me prediletti in altre biografie musicali. Penso a Jamie Foxx (Ray Charles) o a Joaquin Phoenix e Reese Witherspoon (Johnny Cash)».
«Il successo — considera seria — è pericoloso. Prediamo gli Oscar: il tuo cuore comincia a battere all’impazzata, altera i bioritmi…».
Marion, comunque, ha un solido equilibrio e — legata da anni all’attore Guillaume Canet — è protetta da una famiglia di artisti, padre regista, madre attrice e da due fratelli gemelli che adora.
E adesso sul suo tavolo nella casa di West Hollywood la aspettano decine di copioni. «Lo sciopero degli sceneggiatori ha finora bloccato il musical Nine diretto da Bob Marshall ( Chicago), che dovrei interpretare con Javier Bardem e — sarà un onore — Sophia Loren. Poi mi aspetta Public Enemies
di Michael Mann con Johnny Depp sul gangster John Dillinger, ma prima interpreterò un film francese al quale tengo, ambientato negli anni Trenta in Africa, una storia d’amore e di politica. Mi sento sempre profondamente francese anche se ormai sono cittadina del mondo, non solo come ambasciatrice di Edith, un autentico tesoro nazionale per la Francia. Quando accettai il film ero preoccupata all’idea di rendere la vita di una donna e artista come lei, dai 19 ai suoi 47 anni, ma in ogni scena mi sono detta: “Devi semplicemente essere onesta, sino in fondo, per rendere il suo dolore, il suo amore, la sua paura della solitudine…».
Due César

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