I due attori d’avanguardia e autori di fiction tv, fra cui la popolarissima “I Cesaroni”, si racconteranno domani all’“Officina dei sogni possibili” I CESARONI sarebbero sempre così paciosi e rassicuranti se il pubblico televisivo ne conoscesse gli autori? Stefano Ricci e Gianni Forte, in arrivo domani pomeriggio alle 18 al Mentelocale diGenova, per gli incontri dell’”Officina dei sogni possibili”, non hanno paura di rivelare la loro doppia vita che va avanti da dieci anni: da una parte ricerca teatrale pura e soprattutto dura, che si sente in sintonia con Pippo Del Bono, Antonio Latella, Emma Dante, e dall’altra fiction a pienemani.
«Anche noi dobbiamo ancora capire -dicono-a quale versante della nostra ditta appiccicare l’etichetta di Dottor Jekyll oppure quella di MisterHyde».
Già, quale sarà il loro vero lato cinico? Dipende dalle diverse filosofie spettacolari. Resta comunque sorprendente la facilità con la quale questi due quarantenni romani cambiano marcia. Non fanno una piega infatti, non tradiscono disagio passando dalle avventure e disavventure capeggiate da Claudio Amendola, o dai personaggi che affollano “Un posto al sole”, primo punto fermo nella loro carriera di sceneggiatori televisivi, a spettacoli dal vivo come “Wunderkammer Soap” o “Metamorphotel”. Per dare un’idea: nel primo, Didone abbandonata da Enea cerca di riguadagnare terreno con l’aiuto di un chirurgo plastico che la faccia assomigliare a Nicole Kidman. Nel secondo i personaggi di Ovidio sono immaginati come i clienti di un Hotel delle Puglie (un omaggio di Forte alle sue origini).
«Non vogliamo dissacrare i classici né “épater les bourgeoises” – dicono – semmai scaviamo il mito sottotraccia.
Cerchiamo di capire che forma potrebbe prendere alla luce della nostra sensibilità». Didone non viene risparmiata neppure in “Troia’s discount” dove fa la cassiera accanto a Lavinia e a Creusa, le altre donne di Enea.«Quello che le univa, nel poema di Virgilio, era la fascinazione per l’eroe. Qui invece sono sedotte dalla merce che si vedono passare sotto gli occhi». Ed è ancora poco a confronto di Eurialo e Niso trasformati in casseurs parigini delle banlieues. Che Luca Ronconi, già loro maestro, abbia promesso di essere in platea alla prima loro prossimo “Orlando Furioso” al festival di Castel dei Mondi («Non mi perderò questa follia» ha detto) in fondo non soprende. Come il fatto che siano in partenza per Avignone( sempre sensibile al teatro di ricerca italiano) dove verrà tradotta la loro opera omnia.
Ma la presenza di “Troia’sdiscount” in un cartellone tradizionale come quello dell’Eliseo, il mese prossimo a Roma che cosa significa? E’ per caso un equivoco? O invece bisogna pensare che il successo di Ricci e Forte in Mediaset e in Rai si trascini dietro un effetto di sdoganamente su tutti i fronti? «Crediamo che sia la conseguenza della partecipazione a tanti Festival, dei riconoscimenti che ci sono stati assegnati, della collaborazione con grandi attori e registi che hanno affrontato i nostri testi: Elisabetta Pozzi, Massimo Popolizio, Maria Paiato, Manuela Mandracchia, Serena Sinigallia. Del resto, se è vero che i nostri spettacoli teatrali hanno fatto scalpore e assestato qualche pugno nello stomaco già alle prove, va anche detto che, dopo le prime rappresentazioni, le polemiche si sono ridimensionate ».
Come sia accaduto il miracolo, come la televisione abbia deciso di fidarsi di loro, è una storia che parte da lontano. «Per essere sinceri – premettono – bisogna fare un distinguo tra le fiction per la Rai e per Mediaset e il lavoro che facciamo per Sky».
Ad usi e consumo di Canale Jimmy infatti hanno confezionato un prodotto che non si può definire per famiglie:“ Hot”,ovvero un bagno turcosurriscaldato più per l’effetto dell’alta tensione erotico sentimentale che per i vapori. «Per la prima volta in televisione siamo usciti dagli schemi del prodotto adatto a tutti, da trasmettere in prima serata. “Hot” è anche l’unica fiction che ci abbiano affidato dopo averci visto a teatro».
Negli altri casi, invece, separazione netta tra un fronte e l’altro. Ricci e Forte , appena usciti dall’Accademia Nazionale di Arte Drammatica Silvio D’Amico, dove si erano conosciuti avviando il loro sodalizio, hanno cominciato a giocare su due tavoli senza mischiare le carte: da una parte un teatro di nicchia dall’altro corsi di sceneggiatura televisiva.
«Abbiamo studiato alla New York University prima di iscriverci a corsidi sceneggiatura in Rai e a Mediaset. Nel momento in cui imparavamo un mestiere che ha regole fisse e rigide abbiamo fatto con noi stessi il patto di accettarle. In questo campo non sono consentite trasgressioni nè agli sceneggiatori né agli attori.
Ricordo un diverbio tra Sandra Milo e Anna Mazzamauro ai tempi di “Ma il portiere non c’è mai”. Discutevano sulle rispettive parti. Ma Lombardo uno degli dei ex machina della Titanus le zittì subito.La fiction non è fatta “su misura”. Sono gli interpreti che devono adattarsi».
Se qualcosa sta cambiando in Mediaset e in Rai non è tanto nel modo di lavorare quanto nella scelta dei temi: «Per Canale 5 stiamo riadattando per l’Italia un formato messicano , “Fortunato si nasce” che ha per protagonista un transessuale. C’è una tendenza abbastanza diffusa ci sembra di capire, ad osare un po di più. Beninteso, sono stati loro a chiedercelo. Noi non avremmomai preso l’iniziativa».
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