Dalla rassegna stampa Cinema

La quotidianità? Ce la racconta una fiction

PETER MARCIAS INCANTA TAVOLARA – APPLAUSI A TAVOLARA PER “MA LA SPAGNA NON ERA CATTOLICA?”, IL NUOVO FILM DI PETER MARCIAS SULLE COPPIE DI FATTO.

“Una notte in Italia”, il festival del cinema italiano di Tavolara, ha proposto giovedì notte il nuovo film di Peter Marcias, “MA LA SPAGNA NON ERA CATTOLICA?”. La pellicola è stata programmata per l’apertura (a Porto San Paolo) dopo il film di Roberto Campanelli, “Baciami Piccina”.
Giusto per inquadrare brevemente l’opera, già nota per la sua partecipazione a Venezia 2006, una prima definizione quasi obbligatoria: una “docu fiction” (del resto così viene definita anche nei titoli di testa) che si apre con una prima serie di interviste scaturite dalle polemiche sul Gay Pride e sulle possibili leggi dedicate alle coppie di fatto, Pacs, Dico e quant’altro. Quindi l’arrivo all’aeroporto di Fiumicino di un sedicente giornalista spagnolo, Andrea Miguel Hernandez, anima il racconto, pur in una prospettiva ancora documentaria. Il giovane spagnolo, infatti, conosce bene il nostro paese per aver vissuto ben 12 anni ed è stato incaricato da una televisione iberica di girare un documentario sulle reazioni dell’opinione pubblica italiana alle leggi di riforma del diritto di famiglia di Zapatero.
Comincia così un lungo ping-pong di dichiarazioni – da una parte e dall’altra sponda di legittime opinioni politiche, culturali e sociali – il cui centro è la lunga intervista a franco Grillino, deputato DS, fondatore dell’Arcigay, e strenuo sostenitore, com’è ovvio delle coppie di fatto, omosessuali e non, ma soprattutto della laicità dello Stato e della < non ingerenza > delle gerarchie cattoliche negli affari politici italiani. Ma, nel suo viaggio tra le strade e i luoghi conosciuti della capitale, il giornalista s’imbatte in una donna con cui aveva avuto una relazione a Madrid. Oggi questa stessa persona vive con un’altra donna e, insieme alla propria figlia, formano appunto una famiglia di fatto che entra giustamente nel discorso para documentario. Ma la trovata finisce per diventare anche una bella invenzione di sceneggiatura che coinvolge lo stesso protagonista nel sentimentale dovuto ai nuovi costumi.
Meglio non svelare la sorpresa, ma intanto, la mescolanza di vere dichiarazioni e interviste (con il distacco presunto di chi sta dietro la telecamera), con una vicenda che potrebbe ulteriormente essere sceneggiata – e magari filmata da Ferzan Ozpetek anch’esso presente a Tavolara – apre le porte alle problematiche che riguardano la vita di migliaia di persone che vivono serenamente la loro condizione e che chiedono semplicemente l’eguaglianza di fronte alla legge.
La fiction, insomma, spesso racconta più in profondità di quanto non facciano inchieste e documentari. Si potrebbe aggiungere che nella filmografia di Peter Marcias – giovane filmaker che lavora già da una decina d’anni – fiction e documentazione si sono spesso sovrapposti o hanno viaggiato in parallelo. Ma questo ultimo titolo è certo il film più meditato e professionale, ben diretto e ben interpretato. Si vorrebbe rivederlo in tv, magari in prima serata, e non come provocazione: semplicemente come introduzione ad altre storie raccontate dalla gente comune.

LA NUOVA SARDEGNA – 21 luglio 2007

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