Dalla rassegna stampa Cinema

Voce del verbo amore, plurale e (molto) femminile

… lei una vecchia fiamma che coglie l’occasione per mettere alla prova la propria identità sessuale in modo da non escludere dal gruppo una rappresentanza gay, ancorché discreta…

Buona prova corale degli attori, ma la spiritosa Cecilia Dazzi spicca su Rocca e Pasotti

Tra coppia, e coppie, e matrimonio, tra amore e (presunto) disamore, la commedia, scritta da Maurizio Costanzo, è più sentimentale di quanto non voglia. Tratta di un architetto in carriera e di una vivaista che dopo una dozzina d’anni di matrimonio, e due bambini nel frattempo, decidono per la separazione amichevole. L’obiettivo comune diventa quello di un urbano rapporto di amicizia, senza né liti né ricatti, ma sono propositi che non bastano mentre amici, parenti e affini si mettono in moto. Sulla trentina, determinati, sia l’uno sia l’altra hanno nuove frequentazioni; lui una biondina di cui i figli prima a poi parleranno in casa, lei una vecchia fiamma che coglie l’occasione per mettere alla prova la propria identità sessuale in modo da non escludere dal gruppo una rappresentanza gay, ancorché discreta. Ma tutto congiura ad una gelosia più o meno espressa, più o meno mascherata, in funzione di una famiglia da ricostituire. Basta poco: il bambino che pianta in asso i genitori in pieno litigio e induce ad una ricerca affannosa, ma non troppo se consente una deviazione turistico-romantica sul luogo del primo bacio (siamo a Roma, il Pincio è un passaggio turisticamente obbligato), premessa di un ritrovamento e della riconciliazione, attestazione insomma che l’amore aveva messo le sue radici. Niente di trasgressivo, ma nemmeno di melodrammatico: Voce del verbo amore, con la regia forse anonima, ma corretta di Andrea Manni, non trascina oltre misura una storia che va verso la conclusione del ritorno insieme, un’opzione coerente in un racconto che è forse più ottimistico per le combinazioni che riserva ai personaggi di secondo piano e alle loro vicende interpersonali e di cuore. Perché se Giorgio Pasotti e Stefania Rocca sono protagonisti misurati di Voce del verbo amore anche quando insorge la gelosia, Cecilia Dazzi, bizzarra collega e amica di lei, risolve i problemi del personaggio con un fortuito e fortunato impatto, oltre con ammirevoli doti d’attrice, mentre a badante e tata il film riserva un paio di nicchie tragicomiche, includendone ormai le figure nel panorama familiare.

Voce del verbo amore regia di Andrea Manni, scritto da Maurizio Costanzo, con Giorgio Pasotti, Stefania Rocca e Cecilia Dazzi.

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