Molto divertente, purché non si pretendano verità e precisione storiche da un fumetto di Frank Miller (lui lo chiama pomposamente «graphic novel», in Italia è pubblicato da Magic Press) e non lo si discuta politicamente come fanno in Iran. Molto interessante visualmente: già in Sin City il fumetto veniva fedelmente trasposto in un mix digital-realistico; eroi del caso, gli interpreti degli spartani sono ingranditi, allungati elettronicamente per dar loro una minacciosa maestà; le battaglie sono a volte indistinguibili, per via delle gocce di sangue che traversano lo schermo come una pioggia orizzontale. Gli spartani sono quasi nudi (salvo certi impossibili slip), un trionfo di muscolatura pettorale e addominale, di cosce e polpacci ornati di fasce di cuoio nero nel gusto gay; i persiani sono tutti vestiti dal turbante alle scarpette. Serse, capo dei persiani, è superbo, seminudo, calvo, ingioiellato, trafitto da decine di piercing, sempre nel gusto gay. Un’apoteosi del look.
Gli spartani combattono col proprio corpo, i persiani mandano in campo mostri, giganti, elefanti. Nel film, naturalmente, la lotta è tra orientali e occidentali sconfitti: ma non si tratta d’un film, neppure d’un fumetto, piuttosto di quadri viventi.
TORINO, Adua, Ambrosio, Eliseo, Ideal, Medusa, Pathé, Ugc, Warner Village; MILANO, Colosseo, Maestoso, Odeon, Orfeo, Plinius, Uci; GENOVA, Cineplex, Universale, Uci; ROMA, Adriano, Ambassade, Andromeda, Antares, Atlantic, Barberini, Broadway, Ciak, Cineland, Cineplex, Empire, Galaxy, Gregory, Jolly, Lux, Maestoso, Metropolitan, Reale, Roxy, Savoy, Stardust, Trianon, Tristar, Ugc, Warner Medici e Moderno; NAPOLI, Med; PALERMO, Imperia