Dalla rassegna stampa Cinema

SE IL FILM NON PIACE ALL´ASSESSORE

…dopo sei mesi di attesa e un gravissimo ritardo istituzionale, con un tempismo che sa di campagna elettorale, la signora, per bocca della sua funzionaria, ci fa sapere che il contributo alla pellicola non c´è più. Il film parla di omosessuali. Non le è piaciuto, pare…

La cultura serve al turismo non soltanto al cuore e all´anima

Bologna. Ho dovuto meditare a lungo prima di decidermi a scrivere questo intervento, perché mi tira fuori da un ambito che è il mio ambito: mi occupo di spettacolo, nulla più. E sono un uomo moderato, poco incline all´esposizione strumentale. Ma sono costretto da un ennesimo atto di arroganza subìto.
Veniamo ai fatti: in gennaio dello scorso anno la Berlinale, uno dei più prestigiosi festival di cinema del mondo, sceglie il mio primo lungometraggio per una sua sezione, il Forum. Al programma parteciperanno pochissimi film italiani, tra cui questa piccola opera, “Il vento, di sera”, realizzata proprio in questa città. Il film è accolto benissimo, grandi recensioni, sale piene in una Berlino invasa da film ben più ricchi e potenti. Arriva in Italia assieme a Vitagraph (distributore di Bologna) e col sostegno della Cineteca che ne accoglie la prima nazionale proprio a Bologna a Officinema. Successivamente il primo lungometraggio di Teatri di Vita approda nelle sale di Milano, Roma, Torino, Catania e di molte altre città italiane. Viene invitato anche in una grande quantità di festival internazionali. “Variety”, bibbia americana del cinema, gli dedica un lungo articolo entusiasta.
A Bologna ritorno all´entusiasmo di quei giorni di novembre in cui seppi della selezione ufficiale: e ritrovo un colloquio avuto dai miei colleghi con la persona che regge l´assessorato alla cultura del Comune, alla quale viene chiesto un contributo, piccolo, qualche migliaio di euro, per sostenere il passaggio in pellicola di un film girato in digitale. Una stampa obbligata, per partecipare a quel grande festival. Una stampa che impegna decine di migliaia di euro, e per la quale si è chiesto un contributo irrisorio. L´euforia di quel giorno vede una signora appassionata che dice subito sì: promette. Segue una conferenza stampa, nella sala del Comune: la signora giunge di fretta, saluta i giornalisti e dice qualcosa circa una stagione teatrale? No signora, parliamo di cinema? Si ricorda? Berlino…?
Non c´è tempo: la signora fugge verso futuri impegni. E io penso: che strano? L´avranno informata male? Avrà pensato che presentavamo la stagione del teatro? Ma quanti film di Bologna negli ultimi anni sono andati a Berlino? E invece me ne accorgo proprio sfogliando il catalogo del festival dove vedo il film di Davide Ferrario “Dopo Mezzanotte” circondato dall´orgoglio di Torino, che gli organizza aperitivi, compera pagine pubblicitarie – vende insomma la sua immagine, consapevole della ricaduta che può ottenere: la cultura serve al turismo, non solo al cuore e all´anima. Qui invece, dopo sei mesi di attesa e un gravissimo ritardo istituzionale, con un tempismo che sa di campagna elettorale, la signora, per bocca della sua funzionaria, ci fa sapere che il contributo alla pellicola non c´è più. Il film parla di omosessuali. Non le è piaciuto, pare.
Resta la speranza che lo abbia piratato, visto che nessuno di noi l´ha vista ad una delle proiezioni pubbliche… Come avrà dunque potuto giudicarlo, tanto da negargli denari pubblici? E soprattutto come può un assessore decidere col suo gusto personale l´amministrazione della “cosa pubblica”? A questo punto, senza remore, posso dire che certo non sono quelle poche migliaia di euro mancanti a pesare sulle nostre spalle dopo anni di trincea e il lettore attento avrà capito che non è questo che anima l´incredulità? Un´incredulità alimentata dal fatto che le molte facce dell´associazionismo di questa città ricevono a maggio, in barba di qualsiasi regolamento e tempistica, una risposta sulla finanziabilità dei loro progetti presentati nel 2003 che sono sempre stati il cuore culturale e la diversità di Bologna.

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