Cala il sipario sulla diciassettesima edizione del Festival Internazionale di Cinema Gaylesbico e Queer Culture, e come dalle anticipazioni dei giorni scorsi vince l’argentino “Tan de repente” di Diego Lerman. Un verdetto giusto e pienamente condivisibile, che va a premiare uno dei film più belli passati in questi giorni sullo schermo del Pasquirolo, una pellicola che i distributori italiani hanno incomprensibilmente snobbato, nonostante un Pardo d’argento all’ultimo Festival di Locarno. Altri premi sono toccati al francese “Ma vraie vie à Rouen” e a sorpresa al coraggioso e ostico film sloveno “Varuh Meje”, mentre il pubblico ha attribuito il suo riconoscimento via Internet all’applauditissimo “Yossi & Jagger”.
La cerimonia di chiusura è stata accompagnata da alti momenti di spettacolo offerti da due icone della magia in tv. Il mago Otelma, che seduto ai tavolini all’esterno del cinema si informava su quali fossero i locali gay più in di Milano, si è lanciato in un rituale collettivo, invitando i presenti a pensare ai propri oggetti del desiderio con la promessa di una passione fulminante dominata dall’eros: vi farò sapere se Brad Pitt, Colin Farrell e Adrien Brody mi chiameranno… Ma il tocco trash e irresistibile della serata è stato regalato da Absea con zeppa alta venti centimetri, trucco buttato a caso sul viso e immancabile cagnolino al braccio: nell’arco di due minuti il nostro eroe è riuscito a dire quattro parolacce, a sbagliare un paio di congiuntivi e ad attaccare la categoria dei giornalisti che da vent’anni lo prendono di mira (???). Il biondo eroe dei sensitivi ha poi allietato un gruppo di spettatori all’esterno del cinema con la sua simpatia contagiosa, abbandonandosi in racconti erotici ed esotici alquanto spassosi (pare che il dattero sia un potente afrodisiaco…).
E anche per quest’anno l’avventura si chiude qui, si salutano amici vecchi e nuovi con la certezza di rivederli il prossimo giugno. Perché in fondo la cosa bella di questo Festival è la voglia di condividere e ritrovare sullo schermo storie che ci sappiano parlare.
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