L'ultimo abbraccio

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L'ultimo abbraccio

E’ un film del ’91 sull’ omosessualità maschile e sull’AIDS ma credo interessi anche alle ragazze omosessuali per la tematica comune e per la presenza di due attrici strepitose come le grandi Julie Andrews e Ann Margret. Vi recita anche Hugh Grant che però fa davvero un magra figura davanti alla recitazione straordinaria e toccante delle due donne. In breve si tratta della storia di un ragazzo in fin di vita per l’AIDS che è in coppia con Hugh Grant e le cui rispettive madri sono le due attrici citate che più diverse di così non potevano essere nei due ruoli, l’uno, la Andrews, di una manager di San Diego, California, dalla vita lussuosa e dal carattere cordiale ma freddo e l’altro , quello di Ann Margret , una cameriera della working class americana, dura e volgare ma che poi dimostrerà un cuore grande e sensibile. Le due donne per varie vicende sono costrette a conoscersi , condividere un viaggio e a confrontarsi avendo come unica cosa in comune due figli gay che si amano. Non svelo nulla del resto e del finale ma ammetto che la commozione mi ha preso a tradimento più volte nonostante il film fosse appunto in inglese e mentre la Andrews ha un accento molto comprensibile, gli altri attori sono molto più difficili da capire avendo accenti stretti o strascicati. A mio parere il film è un piccolo capolavoro, meno noto rispetto al pluripremiato Philadelphia girato negli stessi anni (è del 93) quando la tematica dell’AIDS era molto trattata dal cinema, ma ugualmente profondo. Del resto appartiene al tipo di film in apparenza dimessi che giocano sulle sfumature e sulla sensibilità che a mio parere sono i veri grandi film , quelli che suscitano empatia e partecipazione , muovono le corde vibranti dell’emotività lasciando una pur malinconica ma viva traccia di sé nel profondo di ognuno di noi. (Squir)

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4 commenti

  1. thediamondwink

    Il genere del film tratato non è nuovo al grande/piccolo schermo, non convinve molto la trama in se stessa, ma è molto interessante il dramma relativo al ruolo di madre e ai due modi di vedere la natura omosessuale. Il film brilla solo per la presenza della grande Julie Andrews che salva la pellicola e fa dimenticare il “prodotto” confezionato in modo abbastanza scadente. La fine, abbastanza ovvia, fa versare qualche lacrima, ma non so se per il tempo perso o per il decesso …

  2. Dal regista dell’ottimo “Una gelata precoce”, un bellissimo ritratto di due mamme alle prese con la sconvolgente notizia della malattia di uno dei figli. Un emozionante racconto di formazione, poco edulcorato nel mostrare le reazioni delle due donne di fronte all’omosessualità dei figli e poi di fronte alla malattia. “Se l’è cercata” dice ripetutamente il personaggio di Ann-Margret. Impareranno a confrontarsi e a capire insieme che l’amore materno è in grado di superare le prove più difficili. E’ un prodotto televisivo e, purtroppo, si vede. Nonostante questo la recitazione di tutti i protagonisti, con in testa le due mamme Julie Andrews e Ann-Margret, è eccellente. Siamo lontani dalla mamma perfetta dipinta da Gena Rowlands o da Joanne Woodward. Qui siamo di fronte a due mamme più vicine a quella che probabilmente è stata la realtà vera, più dure, ma non per questo meno umane.

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È la storia di due madri non più giovanissime. Una (Julie Andrews) è una ricca signora. L’altra (Ann-Margret) fa la barista in Arkansas e suo figlio non lo vede più da anni. Le due donne non hanno nulla in comune se non il fatto di avere entrambe due figli maschi, innamorati l’uno dell’altro. Ma anche questo non spingerebbe le due donne a parlarsi se solo uno dei due ragazzi non fosse malato di Aids. Più parlato che altro, questo film per la televisione di John Erman coinvolge un buon numero di attori talentosi. In testa a tutti Julie Andrews al suo debutto televisivo e Hugh Grant, non ancora baciato dalla fortuna di “Quattro matrimoni e un funerale”. (Film.tv)

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