Tutta colpa dell'amore

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Tutta colpa dell'amore

Melanie è una stilista di successo, fidanzata con lo scapolo piú ambito della città, il figlio del sindaco di New York. Prima del matrimonio decide di affrontare i numerosi fantasmi del suo passato, incluso Jacke, il ragazzo che ha sposato ai tempi del liceo e che rifiuta di concederle il divorzio. Melanie parte per l’Alabama per risolvere la questione una volta per tutte…
Incredibile successo del film negli USA (130 milioni di dollari), forse trainato dall’emergente Reese Witherspoon, bravissima ma a volte sembra anch’essa disorientata in un film assai debole da tutti i punti di vista, con una sceneggiatura a sbalzi, una storia vista e rivista, musica inadeguata, ecc… Tutto stereotipato e poco credibile. Tra le poche cose che possiamo salvare un personaggio secondario gay velato, Bobby Ray (Ethan Embry), che viene villanamente smascherato con un auting pubblico della protagonista incazzata , ma che continua ad essere bene accolto dalla comunità locale e dai suoi amici (coi quali si permette anche di scherzare “scusa, ma non sei il mio tipo”). Completamente stereotipato l’altro personaggio gay del film, Frederick Montana (Nathan Lee Graham), un membro dello staff del sindaco di New York, che alla fine farà coppia col nostro più rupestre ma facoltoso Bobby.

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trailer: Tutta colpa dell'amore

https://youtube.com/watch?v=BM89EgWx_Gs%26hl%3Dit%26fs%3D1

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“Commedia romantica con tutti i crismi, ‘Tutta colpa dell’amore’ ha riscosso un enorme successo in patria e segnato il lancio definitivo della versatile e simpatica Reese Whiterspoon, considerata l’erede legittima di Julia Roberts. Da tenere d’occhio anche il rampante Josh Lucas. Cenerentola a rovescio, si piange e si ride in dosi adeguate. Nessuna altra pretesa se non quella di un prodotto confezionato con tutte le astuzie sentimentali del caso e destinato in particolare alle signore”. (Piera Detassis, ‘Panorama’, 5 dicembre 2002)

“‘Tutta colpa dell’amore’ di Andy Tennant è una commedia sentimentale già vista mille volte ma riscattata da un cast superiore alla materia recitata. Tennant è fatto così. Sceglie dei soggetti improbabili (‘Anna and the King’, ‘La leggenda di un amore – Cinderella’) e non brilla in acume registico. Ma ci sa fare con gli attori”. (Francesco Alò, ‘Il Messaggero’, 20 dicembre 2002)

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