Il Treno per Darjeeling

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Il Treno per Darjeeling

Tre fratelli americani che non si parlavano da un anno decidono di ricominciare il proprio rapporto con l’aiuto di un viaggio attraverso l’India, con l’obiettivo ufficiale di ritrovare la madre partita per svolgere interventi umanitari, ma in realtà per ritornare ancora uniti come lo erano un tempo. Le loro buone intenzioni, tuttavia, deragliano presto (causa eventi che comprendono uno sciroppo per la tosse indiano, uno spray al pepe, ecc.) e si ritrovano alla fine sperduti e soli nel deserto con undici valige, una stampatrice e una macchina per laminare. A questo punto inizia per loro un nuovo e non progettato viaggio… Alla fine la riflessione sulla propria vita e sull’India in generale li aiuterà a capire cosa è veramente importante e cosa no. Film in gara per il primo Queer Lion veneziano, ha una tematica gay molto sottile, anche se i tre protagonisti potrebbero essere splendidi esempi della categoria. In realtà due dei tre fratelli sono sposati e (forse) innamorati delle rispettive donne, solo il terzo (interpretato da un esilarante Owen Wilson) che viaggia accompagnato da un assistente assai particolare, potrebbe essere dei nostri, ma nulla di esplicito viene mai dichiarato in merito. Come dicevamo il film ha comunque uno spirito queer che piacerà molto agli amanti della commedia sofisticata-demenziale.

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2 commenti

  1. Jim Puff

    Uno dei tanti inutili film in circolazione.
    3 fratelli ala ricerca della madre.
    Un viaggio condito da battute stupidotte e situazioni assurde.
    I tre attori sono già stanchi di recitare all’inizio del viaggio.

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Fratelli, treno e India sono le tre parole chiave del film di Wes Anderson e i cardini della sua leggera e scombinata comicità. I tre fratelli sono impersonati da Owen Wilson, Adrien Brody e Jason Schwartzman (protagonista di quel prologo “bollente” con Natalie Portman che, circolato per festival, è in realtà assente dal film). Dopo la morte del padre i tre, tra i quali da un po´ non corre buon sangue, si riuniscono e affrontano un viaggio iniziatico attraverso l´India (in treno) un po´ per trovare la reincarnazione del genitore e un po´ per ritrovare se stessi e l´armonia fraterna. Avventure e incontri (con Bill Murray, attore feticcio di Anderson, e con Anjelica Huston nei panni della eccentirca mamma dei tre) fanno in realtà da cornice a un susseguirsi di quadri composti con il gusto della combinazione tra colori squillanti. Umorismo tanto elementare quanto sofisticato, questo del regista che aveva impressionato tutti favorevolmente con “I Tenenbaum” e già deluso molti con il successivo “Le avventure acquatiche di Steve Zissou”, incline al nonsense e nutrito di precedenti celebri come i film beatlesiani (e non solo) di Richard Lester.
(Paolo D’Agostino)

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