Tacchi a spillo

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Tacchi a spillo

Penso sia il più brutto dei film di Almodovar, nonostante qualche sprazzo divertente e le solite scene melodrammatiche a forti tinte a cui il regista ci ha abituati. Bosè è un giudice con una doppia vita di travestito (ma solo per motivi professionali) che deve risolvere l’omicidio del marito di una celebre cantante. Sia con la barba che senza recita male, anzi malissimo. Da dimenticare.

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10 commenti

  1. Un film da amare per chi a quel caos dentro di se’ fatto di tacchi a spillo che schiacciano facce di madri pesanti come macigni. Pedro e’ cosi’ o lo ami o lo odi. E io lo amo come chi non aspetta altro che esca la sua prossima corrida.

  2. thediamondwink

    una cozzaglia di argomenti buttati lì per arricchire il calderone Almodovar, in cui si crede di rendere interessante un improbabile giallo con sfumature gaie, ma di poca sostanza e qualità! Bosè è tanto bello quanto pessimo a recitare, ma non è quello che rende pessimo il film, ma probabilmente la conclusione … troppo lontana dall’inizio!

  3. perles75

    Riguardo il commento a inizio scheda: ho come l’impressione che all’inizio cinemagay fosse un sito di collezione ma anche recensione/commento, che si sia evoluto poi in un semplice database (con un’introduzione al film piuttosto neutra) lasciando ai soli utenti la recensione dei film.
    Tacchi a spillo deve appartenere alla mandata di film inseriti nel database agli inizi, ed ecco perché la scheda introduttiva contiene anche un commento qualitativo.

  4. zonavenerdi

    Terza ed ultima parte ===> La confessione della madre, infine mi sembra più assurda di quella della figlia. Ma non dico altro per non rivelare il finale.

    Il rapporto tra madre e figlia invece lo trovo una delle cose più riuscite del film e trovo che entrambe le attrici abbiamo dato una forbidabile interpretazione. La Abril sopratutto. L’interpretazione di Bosè non la trovo così infima come leggo nelle altre recensioni. Sono proprio questi tre attori che salvano il film; nonostante tutti gli errori di sceneggiatura e di Almodovar.

  5. zonavenerdi

    Seconda parte ===> La vita in carcere non è assolutamente credibile, sembra più un pensionato per universitarie. Poi quando lei esce dal carcere è anche peggio. Va bene uscire con i vestiti con cui è entrata, ma addirittura già truccata!

    A parte parecchie pecche, la sceneggiatura del film mi pare soddisfacente e quando la figlia rivela alla madre nel parlatorio di aver ammazzato il secondo marito di quest’ultima mi pare un momento toccante e una scena ben riuscita. Quando invece la figlia viene scagionata senza colpo ferire, visto che tutta l’opinione pubblica la ritiene colpevole mi sembra una mossa poco astuta da parte degli sceneggiatori.

  6. zonavenerdi

    Prima parte ===> Anche a me fa specie la recensione di inizio pagina. E’ una macchia nera per il sito. Perchè i pareri andrebbero scritti qui in basso; lì si dovrebbe solo presentare il film. E non scrivere dei commenti (senza nemmeno firmarsi poi).

    Il film è costruito bene; viene raccontata la storia passata dei personaggi senza inutili zig zag. E questo fa guadagnare molto al film.

    Per quanto riguarda il giallo contenuto nel film, aldilà dell’esito, nella realtà sarebbe stata condannata la moglie senza molte indagini e fin dal primo intettogatorio: è l’ultima a vederlo, dichiara di sdraiarsi accanto a lui e di macchiarsi il vestito del suo sangue e inoltre aspetta fino al mattino successivo per avvertire la polizia. E infine durante l’interrogatorio assolve anche una delle altre due possibili accusate. Tutto questo senza la confessione in tv.

  7. istintosegreto

    Non avevo mai letto una recensione tanto acida su questo sito. Alludo a quella posta ad inizio pagina naturalmente.

    Ho rivisto questo film perché GLI AMANTI PASSEGGERI mi ha messo la voglia di riscoprire il sapore dell’Almodovar del millennio passato. In effetti si è subito stupiti per quanto Bosé sia negato nella recitazione; gli va però riconosciuta una certa eleganza nel muoversi come drag queen. Ci sono persone al mondo che vivono grazie al cognome che portano. Anche in Italia ne abbiamo alcune, quindi non possiamo porci su un pulpito. Possiamo però rimproverare il regista per la scelta effettuata. Peccato, perché il film non è affatto da buttare. Questo torbido rapporto madre-figlia, fatto di rancore e sensi di colpa, è sostenuto da da due attrici affascinanti, che gareggiano in bravura senza lasciarci eleggere una vincitrice. Promosso e consigliato.

  8. Non entro nel merito dei tuoi gusti cinematografici, ma volevo dirti che ‘un uomo che si traveste e poi gli piacciono le domnne’, può accadere, non è impossibile.. Si chiama feticismo (il piacere di travestirsi da danno), ma chi ce l’ha può essere tranquillamente anche etero..

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Varie

Rebeca, sposata con Manuel, giornalista, ex amico della madre, Becky del Paramo, sta per tornare dal Messico dopo dieci anni d’assenza. All’aereoporto ripensa ad un episodio che ha segnato la sua infanzia, un gioco crudele del patrigno che ha finto di venderla a degli indigeni durante una vacanza ai Caraibi. Per vendicarsi la piccola ha scambiato le pillole ricostituenti con i tranquillanti nella borsa dell’uomo che si schianta contro un albero con la macchina per un colpo di sonno. Rebeca pensa così di aver tutto per sè l’amore della madre per la quale nutre una sconfinata ammirazione, ma la donna, innamorata solo della sua carriera di cantante e sensibile alle profferte dei corteggiatori di turno non concede molto spazio all’unica figlia. Costei ha fatto amicizia con un travestito, Femme Letal, che canta in un ritrovo gay, il Villarosa, dove Rebeca con la madre e marito vanno per festeggiare il ritorno di Becky. Dopo lo spettacolo, Letal improvvisamente assale Rebeca che finisce per cedere alle sue avances. Successivamente Manuel viene trovato ucciso, e il giudice Edoardo Dominguez indaga sul caso, interrogando una collega di Rebeca, Isabel, che traduce per sordomuti le notizie lette dall’altra in televisione ed aveva una relazione con Manuel, e la madre. Le tre donne hanno tutte visto l’uomo nella notte del delitto, del quale, a sorpresa, si autoaccusa in diretta Rebeca, finendo in carcere, dove scopre di essere incinta. Non trovandosi l’arma del delitto, il giudice scarcera Rebeca, che invece ha nascosto la pistola nel televisore. Poi il giudice fa sapere a Rebeca che Letal la attende al suo nuovo spettacolo. Dapprima riluttante, ella finisce per recarsi al Villarosa, dove ha la rivelazione che Letal e il giudice non sono che la stessa persona. Edoardo-Letal vuole tra l’altro sposarla. Frattanto la madre, che ha ripreso a cantare, ha un infarto. Sul letto di morte, accetta di lasciare le sue impronte sull’arma del delitto per scagionare la figlia e consentirle una nuova vita.

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