A Single Man

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A Single Man

Nel 1964, quando apparve il libro A Single Man, scritto da Christopher Isherwood, molti lettori rimasero scioccati da quel ritratto toccante di George, un professore gay inglese, a Los Angeles. Il testo venne considerato uno dei primi e migliori romanzi del movimento moderno di liberazione gay. Nella versione cinematografica, ambientata in una sola giornata del 1962, Firth interpreta George. Goode è Jim, suo compagno per 16 anni, il quale morirà in un incidente stradale. Julianne Moore interpreta Charlotte, amica di vecchia data del professore. Ginnifer Goodwin (già vista nella serie televisiva dell’Hbo, Big Love) è la signora Strunk, una madre che non condivide il disgusto del marito (Teddy Sears) nei riguardi del loro vicino gay. Infine Nicholas Hoult (il ragazzino Marcus, accanto a Hugh Grant, nel film About a Boy – Un Ragazzo e attore nella serie della Bbc, Skins) nei panni di Kenny, uno studente sessualmente ambiguo che mostra un insolito interesse verso il professore. Completano il cast Keri Lynn Pratt, Ryan Simpkins e Adam Shapiro. Tom Ford, 47 anni, texano, residente per buona parte dell’anno a Los Angeles, annunciò pubblicamente di volersi dedicare al cinema, nel 2004, quando lasciò la casa di moda Gucci, dopo 10 anni di successi. Un anno fa ottenne i diritti cinematografici di A Single Man. (La Stampa)

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Questo film al box office

Settimana Posizione Incassi week end Media per sala
dal 19/2/2010 al 21/2 /2010 20 29.116 2.079
dal 12/02/2010 al 14/02/2010 16 63.175 2.178
dal 5/02/2010 al 7/02/2010 12 92.596 1.889
dal 29/1/2010 al 31/1 /2010 13 128.471 2.621
dal 15/1/2010 al 17/1 /2010 9 242.622 4.852

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49 commenti

  1. zonavenerdi

    George: “Allora dovrò chiudere il telefono e prendere un volo”. Arold Ackley: “Il funerale è riservato alla famiglia”. George: “Alla famiglia certo”.

  2. istintosegreto

    Definirei il film “un esercizio di stile perfettamente riuscito”. Per l’intera squadra: regista, sceneggiatore, direttore della fotografia, attori… Tutto costruito ad arte per rendere il senso di malessere dei personaggi. Dal professore protagonista, alla sua migliore amica, fino allo studentello attraente. In questo ricorda molto The hours. Nel caso di The hours, però, il mio parere era del tutto positivo. A single man non è riuscito a catturare altrettanto la mia attenzione.

  3. msSchneeheide

    E vedere temi come questo, come l’elaborazione del lutto, portati sul grande schermo, non succede troppo spesso e anche per questo e per come lo fa il film merita di essere visto

  4. msSchneeheide

    Molto bello. Resa formale perfetta (e la forma può anche essere sostanza), atmosfera rarefatta – qualche manierismo forse… ma non è quello che mi è restato dentro alla fine del film. Sono le sensazioni che trasmette, contenute a controllate dalla superficie ma, sotto, profonde

  5. Un film interessante,ma ciò che colpisce di più è L’nterpretazione di Colin Firth e l’idea di abbinare il dolore dell’uomo con come gli appare il mondo,cioè senza colore e invece quando in lui c’è un pizzico di speranza e sollievo tutto torna come è nella realtà.Il finale mi ha sorpreso molto,speravo che finisse positivamente.Comunque senza Colin Firth non meriterebbe di essere visto.

  6. non so, io l’arredamento non l’ho neanche notato, ai vestiti non ho dato alcuna importanza e la moda non la seguo… ho trovato molto bella l’atmosfera, perché riunisce il fascino estetico di un prodotto patinato ad una profondità emotiva notevole raccontando una dimensione di vita ormai forse superata ma non troppo, che esprime alla perfezione il sentimento del protagonista di dover controllare le proprie emozioni, mantenere una facciata con la gente, mentre dentro si sente morire. Soprattutto ho trovato molto interessante la storia. Soprattutto il finale che non è un banale “la vita è bella” né un suicidio altrettanto banale e desolante. E’ giusto, io ci credo: la vita è uno schifo, ma ogni tanto riesci ad entrare veramente in contatto con un altro essere umano, e per quei momenti vale la pena resistere, fin che è possibile. E tanto prima o poi la morte arriva da sola.

  7. belozoglu

    magari sarà un film adatto ai “modaioli”…magari si capirà tutto già dopo le prime inquadrature… ma magari la storia d’amore racconataa no e le sofferenze e la solitudine di George nemmeno…secondo me almeno questo va apprezzato!

  8. terzopiano

    Un grande pubblicità: tutto finto. Per chi ama la moda, il look, l’arredamento, i vestiti. Null’altro di più. Vacuo e pretenzioso, si capisce già tutto dalla vecchiezza delle prime inquadrature onirche. E poi non credi nenche un solo secondo che Colin Firth possa essere gay. Mai. Noioso.

  9. Non mi aspettavo molto, in realtà pensavo che fosse un prodotto ben girato e recitato ma patinato, decadente, senza sentimenti, almeno senza sentimenti vivi, ecco pensavo che fosse un film morto. Mi sbagliavo. E’ veramente bello, e anche se effettivamente rischia di cadere nella maniera non lo fa mai troppo, e le emozioni ci sono eccome, in ogni battito di ciglia.
    E poi George… sarà che è interpretato da Colin Firth, sarà che è così romantico ed elegante e dolce e vintage…

  10. thediamondwink

    Film molto interessante, certamente è migliore il libro da cui è tratto, ma il regista è stato capacissimo nel ricreare gli ambienti e l’atmosfera triste e sconsolata del libro di Isherwood. Da vedere!

  11. Fantastico! Elegante, ricercato: eccellente a livello formale. Una fotografia così perfetta da mettere i brividi! Colin Firth, bellissimo e nel suo terzo ruolo gay (slurp) e Julienne Moore (anche lei molto gay friendly) insuperabile!!!

  12. perles75

    La storia è molto commovente; il grande dramma personale del protagonista attraversa tutto il film come un filo rosso ma viene espresso esteriormente solo in alcuni momenti. Di conseguenza alcuni potrebbero percepirlo come un film freddo e distaccato, per come la vedo io il dolore è presente in ogni mossa e non ha bisogno di essere ulteriormente drammatizzato.
    Ovviamente per questo occorrono grandi attori che per fortuna qui ci sono: Firth ovviamente, ma anche la Moore, Hoult, eccetera.
    La regia è molto molto elegante e ricca di dettagli, forse a volte un pochino troppo e rischia di scivolare nel manierismo, ma per fortuna si riprende sempre in tempo. Le luci e i colori sono fondamentali per la resa della storia.

    Bellissimo film, 9/10.

  13. De La Croix

    Un bel film sull’amore, in cui la tematica gay è come dovrebbe essere sempre e comunque cioè un aspetto della vita, non la vita intera. Drammatico ma con dei raggi di sole di tanto in tanto (letteralmente messi in scena dal cambio delle luci e dei colori ogni volta che lui aveva un sussulto emotivo e poi l’ossessione per il colore degli occhi…e per il turchese…). Non avendo letto il libro non posso giudicare la storia ma di sicuro si vede il tocco di glam portato da Tom Ford. Splendidi gli attori e Julianne Moore è assolutamente meravigliosa in quel ruolo. Bello, si!

  14. Majin79

    decisamente si capisce subito che il regista è uno stilista… ho trovato il film stilisticamente perfetto e tutto sommato anche piacevole da vedere, ma gli manca qualco…
    Colin Firth nella parte di George è semplicemente perfetto…

  15. LoveKonsequence

    Mi ha lasciato un po’ “con la bocca asciutta” di emozioni.. hanno sviluppato la tematica centrale del film in modo un po’ troppo limitato e semplificato .. si poteva fare molto meglio avendo a disposizione quel popò di cast!!! Bellissima la Moore, la Fotografia e la regia. Voto 7 …

  16. pitumpa

    l’ho trovato MAGNIFICO! un film molto raffinato per quando riguarda scene e soprattutto la colonna sonora k va a scandire quei momenti in cui le parole sarebbero futili. i giochi di colore (e di saturazione) sn davvero stupefacenti: quanto più l’emozione è positiva e fa avvicinare il protagonista ad una felicità apprezzabile, tanto più vivace e acceso è il colore, sino poi a tornare al colore cupo e freddo k riempie ogni giorno della sua esistenza. beh, il gioco dei colori è veramente sbalorditivo…mi aspettavo una mezza merda, leggendo alcuni commenti, e invece ne sn rimasta affascinata.
    certo però k la storia di george e jim, se fosse stata un tantino approfondita, nn mi sarebbe dispiaciuto:)
    meraviglioso…dio solo sa però k faticaccia ho fatto per trovarlo in dvd!!! xò nella mia libreria “di fiducia” è andato a ruba e ciò mi rallegra alquanto…dato k è rimasto solamente 2 settimane al cinema x lasciare spazio a quell’ avatar…^^

  17. Soledad

    Non so. Mi aspettavo qualcosa di più devastante, come impatto emotivo.
    Forse è che leggere i libri prima di guardare i film da cui sono tratti è sempre una pessima idea, se si vuol apprezzare il film. Insomma, non è mica facile ristringere tutto a quell’ora e mezza/due ore. Però ecco. L’estetica estremizzata e resa padrona della scena, quei due o tre ritocchi che hanno reso Jimmy un santo e Kenny un piccolo e dolcissimo studentello con voglia di sperimentare, la colonna sonora interamente ed ossessivamente ad archi – bellissima, assolutamente, ma forse troppo ripetitiva..
    Non mi ha convinto, ecco. Firth è stato straordinario, e mi ha davvero regalato delle emozioni palpabili. Ma forse Ford ha proteso troppo il film verso un *bello* ideale che perde parte della sua umanità.
    Un appunto: non è per fare pubblicità occulta ma il libro è davvero un capolavoro. A chi non l’avesse letto, è super-consigliato 😀

  18. bosiedouglas

    meraviglioso ed agghiacciante.
    e agli increduli dico: fidatevi, esiste chi parla così a un giovane al bar, esiste ancora oggi, figuratevi negli anni Sessanta. ed esiste chi vive anche in questo modo – anche se difficilmente trovano qualcuno che li persuada a non spararsi un colpo.
    unica delusione? il crash col libro, che è profondamente diverso: bellissimo anch’esso, ma in un altra maniera, più dura, più fisica e disincantata. ma è Isherwood. ogni altro commento sarebbe superfluo.

  19. pitumpa

    oh ggente…nemmeno due settimane che l’hanno già tolto dai cinema!!! uffaaaaa…e io che desideravo tantissimo vederlo, caz…tt colpa di quell’avatar (che xò è bello <3 ) che ha riempito almeno metà sale nei cinema (almeno nella mia regione :'(…e mo che faccio?!? devo aspettare l’home video orpo! uffaaaaaaaa

  20. zonavenerdi

    E’ evidentemente un film gay; ma non nel senso che si intende di solito con questo termine. E’ un film gay perchè tratta della storia di due persone omosessuali (di cui una morta); ma per come è impostata poteva essere anche la storia di una coppia eterosessuale e tutto sarebbe filato liscio lo stesso. Voglio dire che non c’è presente nessun elemento caratteristico del mondo glbt. Forse questo film è bello anche per questo; poichè dopo tanti film incentrati sui diritti (sicuramente importantissimi c’è finalmente un film che fa della normalità la sua colonna portante. I gay non verranno più discriminati quando saranno discriminati quando veranno considerati “come tutti” senza aver bisogno di salire a tutti i costi mezzi nudi su un carro del gay pride.

  21. Bellissimo..elaborazione del lutto..di un amore importante, di un legame profondissimo…Sentimenti universali, dovrebbero vederlo tutti (senza distinzione di orientamento sessuale, religione, razza..)quelli che hanno perso un grande amore e che pensavano di non potere andare avanti, ma poi, per fortuna, il sole spunta di nuovo….Colin Firth da oscar!

  22. che polemiche fasulle contro questo film, non credo che sia troppo elaborato, poco gay, poco desiderio, freddo, astratto, e via… per me è esattamente l’opposto, sincero, intenso, umano, sentimentale, profondo, amorosissimo, ecc

  23. pirpiri

    Un film di grande eleganza e ossessiva seppur splendida estetica.Una ricerca di perfezione che sacrifica e schiaccia la storia di amore e solitudine del prof Falconer.Di cui Colin Firth, da una superba interpretazione.

  24. Un ultima osservazione : lo stilista racconta alla stampa che se dovesse definirsiin qualche modo,non lo farebbe dichiarandosi gay,evidenziando aspetti assai più importanti.Sorvolando sul fatto che col mestiere che fà dubito che qualche d’uno lo abbia mai considerato in qualche modo un eterosessuale,ma lo saprà che in tutto il mondo in questi anni fanno leggi contro l’omofobia?

  25. A me sembra poco credibile quanto dal regista affermato ovvero che “non è l’aspetto gay che lo ha portato a realizzare il film” Certo non sarà stato quell’unico aspetto ma ,con milioni di romanzi struggenti con protagonisti etero, lui -gay dichiarato-ha scelto la storia d’amore di un gay, scritto da un romanziere gay ..mah…

  26. lessi il libro, bello ma la storia è sempre la stessa: il gay deve pagare per il fatto di essere gay e quindi morti, solitudini, incomprensioni varie. Non vedo film dove i gay muoiono!

  27. Non vedo l’ora di vederlo! Ho letto il libro dieci anni fa, e adesso spero che il film vinca sia il Leone d’Oro e/o la Coppa Volpi a Colin Firth come Miglior Attore. Ci sono tutte le premesse (e spero non siano invece, solo promesse…) per un buon film a tema GLBT.

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trailer: A Single Man

https://youtube.com/watch?v=-tCxRO67gyk%26hl%3Dit%26fs%3D1

Varie

CLIP DAL FILM (Colin Firth flirta con il prostituto Jon Kortajarena):

A Single Man è la storia di George Falconer, un professore inglese di 52 anni che cerca di dare un senso alla propria vita dopo la morte del suo compagno Jim. George indugia nel passato e non riesce a immaginarsi un futuro, ma una serie di eventi e di incontri lo porteranno a decidere se ci sia o no un significato nel vivere senza Jim. George viene confortato da una cara amica, Charley, una bella donna di 48 anni a sua volta assalita da dubbi sul futuro. Kenny, un giovane studente di George alla ricerca di una ragione che giustifichi la sua natura omosessuale, perseguita il professore identificandolo come anima gemella.

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“…Ci sono gay e gay e anche la spiritualità ha diversi colori, quella induista di Isherwood (che tradusse e scrisse saggi sui Vedanta, i libri sacri indù) penetra nell’ambiente saturo dei primi anni Sessanta di A single man, ogni cosa al suo posto in una geometria di oggetti e sentimenti, cravatte e vestaglie, musiche e parole da antologia mistica. Sottrazione di gusto anti-decorativo, un film hitchockiano, britannico come lo è il poliedrico Isherwood, passato da Londra a Hollywood, del genere che ama scaldarsi al sole di Santa Monica e mischia flanella grigia ad acrobazie cromatiche, il corpo a corpo tra testo e performance, lezioni sul libro (Dopo molte estati, ’39) di Huxley e carrellata sui corpi lucidi e maschi di tennisti, neanche fossimo in American Gigolò…” (Mariuccia Ciotta, Il Manifesto)

“… A Single Man è un film elegantissimo, senza un dettaglio fuori posto, con una cura formale persino esagerata. Può piacere o non piacere, ma si regge su un pilastro indistruttibile, degno delle piramidi d’Egitto: l’interpretazione di Colin Firth, che dà al personaggio di George una verità e un’intensità per le quali è difficile trovare aggettivi…” (Alberto Crespi, L’Unità)

“…Non c’erano molte aspettative per l’esordio nella regia di Tom Ford: che «vocazione» cinematografica può nascondere un celebre stilista, apprezzato in tutto il mondo per il suo lavoro come direttore artistico di Gucci e Yves Saint Laurent? E invece A Single Man , che ha chiuso il concorso, ha sorpreso più o meno tutti, rivelando se non proprio un autore, almeno un regista con indubbio talento… (Paolo Mereghetti, Corriere della Sera)

“…Il risultato è questo A Single Man, molto patinato eppure molto intenso, quasi maniacale nell’attenzione ai dettagli e nella ricostruzione precisa di un’epoca, i primi anni Sessanta, e però pervaso da una sottile tensione che lo solleva dalla pura e semplice calligrafia…” (Stenio Solinas, Il Giornale)

“Esordio registico dello stilista di moda Tom Ford, cui pochi sembravano credere e che, invece, è diventato un celebrato (e un po’ sopravvalutato) instant-cult. Dal romanzo di Christopher Isherwood, il neoregista racconta una storia intimista striata di toni “queer”. Dopo la morte dell’amato, un professore cinquantenne si chiede se abbia ancora senso vivere, medita il suicidio, si confronta con un’amica in crisi. Il soggetto in sottotesto, abbastanza deprimente, varia sulle nostre difficoltà di progettare il futuro. Amaramente romantico, a tratti ripetitivo.” (La Repubblica)

“Dal bellissimo romanzo di Isherwood (e Adelphi) le (forse) ultime 24 ore di un uomo non qualunque, un prof in lutto per la perdita del suo compagno. Nella L. A. 1962, in bella solitudine con Hockney e Hopper, Tom Ford ambienta un film elegante e doloroso, glamourous e colto. Cita Huxley, parla di paura e memoria in un assordante silenzio riempito dallo strepitoso Colin Firth: domeniche maledette domeniche. Alla fine la vita si riavvolge, gay o no è lo stesso. Da vedere ” (Maurizio Porro, Corriere della Sera)

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