Séraphine

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Séraphine

Martin Provost sceglie di ricostruire la storia di Séraphine de Senlis, grande artista francese dei primi anni del ‘900, resa famosa solo dopo la morte. Il regista ne esplora il complesso e turbolento genio, concentrandosi sulla seconda parte della sua vita, da quando un incontro speciale cambia per sempre il suo destino… Séraphine sembra vivere in una dimensione parallela, silenziosa e burbera si aggira per il paese rubando alla natura tutto quello che puo’ trasformarsi in colore per i propri dipinti. Quelle stesse mani che ogni giorno lavano i pavimenti e i panni di altri per pochi centesimi, la notte riescono a far esplodere su una tela un’energia infinita… Finché non arriva qualcuno a stravolgere il mondo di Séraphine. E’ Wilhelm Uhde, critico d’arte omosessuale tedesco adottato dalla Francia. Séraphine è la sua domestica. Con la stessa umiltà di sempre fa “i mestieri” in casa di Uhde, notando pero’ da subito la connessione tra l’uomo e la sua segreta amante arte. Il caso vuole che il critico scopra un piccolo lavoro di Séraphine e riconosca in lei l’artista che si nasconde dietro i suoi stracci. Tra i due nasce un rapporto speciale, interrotto a un certo punto a causa della guerra, quando Uhde è costretto a tornare in patria. Di ritorno in Francia 15 anni dopo, Wilhelm ritroverà quell’artista che aveva riconosciuto e stimolato a far sbocciare. Quasi niente della squallida vita di Séraphine è cambiato da allora. Le piccole tavolette di legno di un tempo, pero’, si sono trasformate in tele enormi in cui mille colori si mischiano e creano stupore e scompiglio in chi li guarda. Séraphine ormai non fa che dipingere, rinchiusa nei suoi pochi metri quadrati, piegata sulle sue tele notte e giorno. Quando Wilhelm decide di farsi suo mecenate e assicurarle una casa piu’ grande, tele e colori in quantità, la donna raggiunge dentro di sé la consapevolezza che il suo lavoro è finalmente apprezzato e riconosciuto. A sorpresa, si lascia trasportare dalla sua nuova condizione, spendendo a dismisura e alimentando, nel frattempo, quella sottile follia che ha sempre fatto parte di lei. E che prima o poi la farà rinchiudere in un manicomio. Due solitudini si fanno protagoniste in questa storia. Tormentate dalla propria inadeguatezza e appassionate dalla vita in uno stesso modo, nonostante l’abisso che li separa. Il loro incontro ha qualcosa di speciale per entrambi, da vita a una forza nuova… (Tiziana Puleio, La Voce)

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