Marigold Hotel

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Marigold Hotel

Un’anziana vedova squattrinata, un’anziana coppia litigiosa, un anziano giudice gay, un’anziana governante razzista, un anziano dongiovanni frustrato, una anziana pluridivorziata in cerca di un uomo; sette anziani sconosciuti uno all’altro, si ritrovano sullo stesso aereo che li porterà a Jaipur, in India, dove li aspetta, secondo una pubblicità turistica, un favoloso albergo a buon mercato per vecchiaie scintillanti, che offre il più colorato paradiso degli acciacchi a buon mercato… c’è chi si chiude in camera terrorizzato, chi va a visitare i templi, chi cerca un lavoro (e lo trova,) chi un amante e addirittura il grande amore (forse chissà), chi si fa operare da un medico indiano pur non fidandosi, chi ritrova una storia del passato. Il padrone dell’albergo fatiscente è un entusiasta e bugiardo giovanotto che già fu il melenso ma radioso protagonista di The millionaire, l’attore indiano Dev Patel; attorno un po’ di tradizionale indianità, mucche ed elefanti tra corriere e motorini, mamma in sari che comanda a bacchetta il figlio, fidanzata modernissima – jeans, motorino, call center, talamo – interpretata dalla più bella ragazza mai vista al cinema dai tempi di Hedy Lamarr, l’indiana Tena Desae… Bravissimi interpreti, sufficientemente ironico e ovviamente prevedibile come tanti film di oggi (N. Aspesi, Corsera) – Graham (Tom Wilkinson), ex giudice della corte suprema britannica, gay dichiarato, ritorna con questo viaggio nei luoghi dell’infanzia e dell’adolescenza, alla ricerca del suo primo amore (un ragazzo indiano condannato dalla sua comunità perché gay).

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Questo film al box office

Settimana Posizione Incassi week end Media per sala
dal 24/08/2012 al 26/08/2012 20 5.130 641
dal 10/08/2012 al12/08/2012 17 5.402 270
dal 4/05/2012 al 6/05/2012 17 41.604 1.485
dal 27/04/2012 al 29/04/2012 17 34.539 1.191
dal 20/04/2012 al 22/04/2012 19 39.441 1.792
dal 13/04/2012 al 15/04/2012 16 92.706 2.060
dal 6/04/2012 al 8/04/2012 14 105.582 1.077
dal 30/03/2012 al 1/04/2012 9 165.302 1.252

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6 commenti

  1. thediamondwink

    Una simpatica commedia con il solito lieto fine, ma devo dire che è molto scorrevole e simpatico, i personaggi sono pittoreschi, nello specifico quello interpretato dalla fantastica Maggie Smith descrive appieno i tratti di una tipica donna inglese. Tenera la storia del giudice, un vero amore mai dimenticato…

    La frase detta alla fine del film è molto poetica, ma non la trovo veritiera!

  2. zonavenerdi

    La vita di un gruppo di anziani che per vari motivi si trasferiscono dall’Inghilterra all’India. Credendo di andare in un residence di lusso, ma scoprendo ben presto che così non è. A fare da unione tra tutte queste storie c’è quella del giovane ragazzo indiano che gestisce l’hotel. Forzatamente ottimista, cerca di vivere i disastri come fossero trionfi e di ottenere dei fondi per ritrutturare l’hotel. Ma è anche condizionato dalla madre che non credendo alle sue capacità vuole vendere ciò che resta della proprietà per farlo vivere con lei a New Delhi a farlo sposare con una ragazza che lui nemmeno conosce. Ma tutto finisce bene e in questo caso il lieto fine del film è appropriato, del resto il motto del film è “Andrà tutto bene alla fine e se non andasse bene allora vuol dire che non è ancora arrivata la fine”.

  3. roberto67

    Grandi attori per un film ben costruito e divertente. Si esce dal cinema con qualcosa di più, un sorriso interiore che fa bene. Non ci sono solo le storie, la voglia di cambiare o di rimanere uguali dei protagonisti: c’è il senso della vita, quel positivo “alla fine tutto si aggiusta, e se non si aggiusta è perché non è arrivata la fine” che perdiamo continuamente di vista.

  4. Molto molto gradevole. Nonostante il finale in parte prevedibile e non all’altezza dei primi tre quarti. Ma come non poteva essere gradevole un film con un cast strepitoso di questo genere ? E’ veramente una delizia vedere questi anziani attori coinvolgere gli spettatori nelle loro storie anche sentimentali con tanta naturalezza e sense of humour , con tanta simpatia e consumata tecnica interpretativa.
    Il giudice gay che insegue il suo lontanissimo passato amoroso è veramente toccante e Tom Wilkinson lo interpreta con una sobrietà e intensità del tutto commovente. Da vedere. Voto 8.

  5. Carinissimo.E’ una commedia interpretata da bravissimi attori , che in modo leggero fà riflettere sul senso ultimo delle cose.Stupenda fotografia di una bombey non troppo cartolina turistica.

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trailer: Marigold Hotel

Varie

THE BEST EXOTIC MARIGOLD HOTEL follows a group of British retirees who decide to “outsource” their retirement to less expensive and seemingly exotic India. Enticed by advertisements for the newly restored Marigold Hotel and bolstered with visions of a life of leisure, they arrive to find the palace a shell of its former self. Though the new environment is less luxurious than imagined, they are forever transformed by their shared experiences, discovering that life and love can begin again when you let go of the past. (Imdb)

CRITICA:

“…L’autore di Shakespeare in Love e Il mandolino del capitano Corelli non rinuncia allo stile patinato e manierista che ha contraddistinto la sua precedente filmografia, proponendo allo spettatore numerosi scorci paesaggistici, costantemente inondati da una fotografia abbagliante e satura. Il film racchiude in sé l’immagine un po’ stereotipata dell’India, esclusivamente frutto del punto di vista occidentale (e a dire il vero anche un po’ neocolonialista): la miseria delle bidonville, il caos delle megalopoli, il cibo speziato, i matrimoni combinati, il proliferare dei call center, fino al kamasutra e al cricket. Tuttavia va detto che, pur non sfuggendo a una rappresentazione eccessivamente leziosa, la sceneggiatura firmata da Ol Parker (non certo priva di numerosi tocchi d’umorismo tipicamente britannico) riesce a sviluppare anche alcuni spunti più insoliti e innovativi, come quello relativo alla tematica omosessuale o all’alfabetizzazione informatica degli anziani, ma anche a gettare uno sguardo inconsueto e partecipato sulla questione dell’amore senile. Certo, non tutti i protagonisti sono dotati del medesimo approfondimento psicologico e non tutte le storie di quest’affresco corale risultano definite alla stessa maniera: i caratteri di Evelyn e di Graham sono quelli di gran lunga dotati di maggior sfumature (grazie anche alle magnifiche interpretazioni della Dench e di Wilkinson), mentre all’opposto Norman e Madge risultano semplicemente dei personaggi di contorno. In ogni caso l’intera struttura narrativa di Marigold Hotel si sostiene pressoché interamente su delle solidissime fondamenta: vale a dire le interpretazioni di tutto lo strabiliante cast, vera e propria quintessenza della scuola attoriale inglese, che costituisce quasi un manuale della recitazione classica.” (Roberto Castrogiovanni, Movieplayer.it)

“… Il discorso sulla terza età, un tempo inviso al cinema (se non col fantasy di Cocoon) sta diventando consueto ed in questa commedia non solo per pensionati, John Madden, regista di Shakespeare in Love che ha appena preso a Bari Festival il premio Fellini, evita la tragedia in nome dell’ironia, del piacere del gossip sentimentale, degli incastri sempre imprevisti degli affetti e di un pò d’inevitabile folklore tra calore e polvere nel traffico in tilt di motorini, auto e biciclette, mucche ed elefanti in un paese equidistante dai templi del passato e dal call center del presente: in India dicono che alla fine si sistema tutto ed infatti c’è un lieto fine. La cosa bella è che in fondo nessuno si prende sul serio, i drammi stingono nella ripetizione del quotidiano, c’è solo un morto, ma felice. In puro stile britannico understatement i dialoghi, specie delle ladies, e quando ci sono Maggie Smith e Judi Dench con le loro smorfie maliziose il film ha una marcia in più, senza nulla togliere al resto della compagnia tra cui Ronald Pickup, il farfallone amoroso, Tom Wilkinson che fa outing con tutti straziando il cuore di Penelope Wilton, la bella e paziente Tena Desae. Dove Madden, che ha solo 62 anni, centra il bersaglio, a parte qualche prolissità, è nella nascita di una amicizia generazionale, tema gettonatissimo nel cinema europeo più recente.” (M. Porro, Corsera – voto 7,5/10)

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