The Joneses

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The Joneses

In “The Joneses” siamo nella ricca periferia americana. La famiglia Jones si trasferisce in un elegante quartiere residenziale e diventa immediatamente un modello da imitare per tutto il vicinato. I Jones sembrano infatti perfetti in tutto: belli, innamorati, impeccabili, sempre alla moda e all’avanguardia. Tutto ciò che fanno e che possiedono, insomma, rende all’istante invidioso il resto del mondo. La famiglia ideale però nasconde un segreto: i Jones non sono “reali” ma sono essi stessi un prodotto di marketing che serve a vendere oggetti e un intero stile di vita…

Kate, Steve, Mick, e Jenn Jones compongono la tipica famiglia modello americana. La bellissima moglie Kate è leader di un team di marketing illegale, venditori professionisti che sfruttano la loro vita sociale quotidiana per promuovere dei prodotti. Il loro abbigliamento, accessori, mobili e persino il cibo sono attentamente selezionati e forniti da varie aziende per creare visibilità in un mercato di consumo auspicabile. Mentre la squadra di Kate è molto efficace, Steve è una novità per il team, mentre Jenn è una ninfomane, con l’abitudine di provarci con tutti i suoi falsi padri. Il team si inserisce benissimo nella comunità in cui vive, spostando l’attenzione delle persone sui prodotti che la ricca famiglia possiede. Presto, i negozi e le imprese locali si adattano allo stile di vita dei Jones, ormai diventata il modello della città. Tuttavia, alla fine dei 30 giorni di revisione, Steve scopre che ha i più bassi numeri di vendita della squadra, e il lavoro di Kate è in pericolo a meno che Steve raggiunga il suo obbiettivo prima della prossima revisione, 60 giorni dopo. Steve comincia a trovare una tattica di vendita che funziona giocando sui problemi dei suoi vicini. Steve inizia ad allontanarsi dalla sua finta famiglia, dedicandosi costantemente al suo obbiettivo ottenendo risultati. Ora i confini tra la recitazione e le realtà iniziano a rompersi. Jenn sogna di fuggire con il vicino, fino a quando scopre che lui la stava semplicemente usando. Mick ha una crisi di coscienza, quando Naomi ha un incidente d’auto dopo aver bevuto troppo alla festa, in cui egli ha servito vino per soli fini commerciali. Peggio ancora, quando Mick cerca di rivelare la sua omosessualità al fratello di Naomi, il quale poi lo prende a pugni…

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Un commento

  1. zonavenerdi

    Ringrazio inanzitutto per aver inserito il titolo da me segnalato. Una serie di venditori invece di vendere i loro prodotti tradizionalmente si fingono una famiglia e si trasferiscono in una nuova zona. Si fanno quindi conoscere ai vicini fingerendo di possedere quanti più oggetti facendo desiderarli. Man mano che passano i mesi i vicini, apprezzandoli, cascano nella trappola e si indebitano. Il finale è veramente bello. Tutti i quattro attori protagonisti sono ottimi, specialmente la Moore e Duchovny (non presente nella scheda da voi messa). Uno degli altri due, il figlio (Ben Hollingsworth) fa coming out.

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“The Joneses”, a social commentary on our consumerist society. Perfect couple Steve and Kate Jones, and their gorgeous teen-aged children Jenn and Mick, are the envy of their posh, suburban neighborhood filled with McMansions and all the trappings of the upper middle class. Kate is the ultimate trend setter – beautiful, sexy, dressed head-to-toe in designer labels. Steve is the admired successful businessman who has it all: a gorgeous wife, big house and an endless supply of high-tech toys. Jenn and Mick rule their new school as they embody all that is hip and trendy – cool clothes, fast cars and the latest gadgets. But as the neighbors try to keep up with the Joneses, none are prepared for the truth about this all- too perfect family. (Imdb)

CRITICA:

Film alquanto sconosciuto ed inedito qui in Italia, forse perchè atipico sotto molti punti di vista, ma secondo me, almeno una visione la merita. Non è affatto male, anzi. E’ di un genere piuttosto particolare e misto, a metà strada cioè fra dramma e commedia (ma più commedia). Propone una trama dagli spunti inverosimili, ma per una volta non è la solita roba che si vede in giro. E’ in verità, una commedia romantica assai originale, interpretata da un bel cast che s’incastra bene in una storia che forse sotto sotto tende a mettere alla berlina sia quella parte della società fissata con le apparenze e con l’inseguimento del sogno americano, che quella fissata con il perseguimento della propria carriera anche a costo di mettere l’amore e la lealtà in secondo piano. I protagonisti infatti sono i Joneses, un gruppo di quattro persone che pur non avendo alcun vincolo legale o alcun legame di sangue, lavorano per una società che li retribuisce bene in cambio del loro impegno nel far nascere nuove mode e tendenze. Infatti, queste persone fingono di essere parte di una famiglia felice, unita e molto ricca solo per favorire con tattiche varie – scatenanti spesso l’invidia dei loro amici, conoscenti e vicini di casa che prima o poi finiscono col volerli emulare — la vendita di prodotti di vario genere: cosmetici, abiti firmati, profumi, prodotti di bellezza, articoli sportivi, videogiochi ecc.
Sono talmente bravi a fingere, che nessuno percepisce il loro segreto finchè dopo un evento drammatico causato indirettamente proprio dalle loro bugie e dalla sponsorizzazione di un prodotto, almeno il sedicente signor Joneses avverte un forte senso di colpa che lo spinge a dire a tutti la verità… ma la verità gli costa la perdita del lavoro e della finta famiglia che lo pianta in asso trasferendosi per continuare altrove a far proliferare la carriera di esperti venditori con gli stessi subdoli metodi…
In verità, ognuno di questi Joneses aveva un problema diverso ed era profondamente frustrato: il capofamiglia desiderava una famiglia vera; la sua finta moglie invece aveva timore di perdere tutto semmai si fosse lasciata andare innamorandosi sul serio del finto marito; il finto figlio era costretto a frequentare e corteggiare donne fingendosi eterosessuale quando invece era gay e la finta figlia doveva sembrare una ragazza di classe e perbenista quando invece era una ninfomane sempre pronta ad andare a letto con chiunque, sia con uomini sposati che perfino con il suo stesso finto padre…
Il film quindi parte mostrandoli dapprima soddisfatti del proprio lavoro e della loro vita e dopo, pian piano, rivela il loro lato umano e vulnerabile che alla fine li porta a desiderare di mostrarsi per quello che sono veramente. Le introspezioni psicologiche di questi quattro personaggi concesse dalla narrazione ed il conseguente sviluppo degli eventi che li riguardano, sono davvero molto interessanti e riescono ad incuriosire abbastanza lo spettatore che pur rendendosi conto di quanto sia paradossale lo show che sta seguendo, ne è comunque divertito ed affascinato.
Potrebbe sembrare un filmetto delirante o frivolo, ma non lo è poichè sa affrontare diverse tematiche importanti col giusto stile e ritmo. Si rivelano così intriganti tutti i non sottovalutabili accenni sulle più svariate strategie di marketing, si rivela godibile l’intelligentissima satira sul consumismo e poi si lascia apprezzare la morale che sottolinea l’importanza dell’onestà e dell’essere se stessi poichè è ovvio che non sia possibile sopravvivere per sempre di menzogne e che prima o poi la verità vada detta… infine, il lieto epilogo a sorpresa, lascia capire che la carriera non basta a riempire l’anima di una persona che senza un vero marito o una vera famiglia, può sentirsi sola e vuota… (Lina, Filmtv.it)

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“…The Joneses è una commedia drammatica scritta e diretta dall’esordiente Derrick Borte, che porta all’estremo il concetto del sogno americano e del consumismo di massa, mostrando la cruda realtà allo spettatore: creando invidia e aspettativa si vende, a prescindere dalla qualità del prodotto, uno stile di vita.
The Joneses è ben pensato, volutamente esagerato in tutti i sensi, dall’eccessiva ostentazione che fa a pugni con la reale vita dei personaggi, alla conclusione che è diametralmente opposta all’incipit, ma a volte troppo forzato e prevedibile: il ritmo sale costantemente, ma la storia quando potrebbe decollare definitivamente non cambia passo e prosegue senza sussulti verso un finale shock ammorbidito da un secondo finale che accontenta tutti coloro che hanno bisogno del lieto fine per poter essere soddisfatti del film visto.
Concludendo: se cercate un film di satira pungente, intelligente, ben recitato, capace di mettere a nudo le astuzie del marketing usate dalle aziende per convincere il consumatore ad acquistare i prodotti, e non temete un finale stile Hollywood allora non potete perderlo.” (D. Odello, ilcinemaniaco.com)

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