Festa per il compleanno del caro amico Harold

Festa per il compleanno del caro amico Harold
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Festa per il compleanno del caro amico Harold

Girato da W. Friedkin con una mobilità della cinepresa che sfiora il virtuosismo, tributario di un certo sperimentalismo di marca europea con risvolti di un surrealismo che rasenta talvolta la truculenza, il film ebbe un limitato successo di scandalo, non privo di polemiche contro la sua presunta ottica troppo negativa sugli omosessuali e la loro infelicità. Questo film, che ha per protagonisti tutti personaggi omosessuali, apparve in Italia in un periodo dove era difficilissimo vedere film simili. L’effetto, per chiunque andò a vederlo, fu traumatizzante. Molti gay vi ritrovarono i momenti più drammatici delle loro storie. Anche se alcuni personaggi gay sono negativi e stereotipati, e oggi datati, non si può disconoscere al regista una notevole onestà e coraggio nel rappresentarli (unica pecca l’ eccessiva teatralità dell’insieme derivante senz’altro dall’omonima commedia di Mart Crowley da cui è tratto il film). Esistono tre versioni del film di 127′ (l’originale), di 119′ (quella vista nei cinema italiani) e di 108′ (ancora più censurata).

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24 commenti

  1. Questo film e’ un cimelio da collezione. L’introspezione attraverso la quale i personaggi vengono rappresentati e’ folgorante. E’ un film che sara’ pure datato ma non si puo’ non volerli bene, capostipite di tutto un cinema gay in divenire. Vicinissimo per intensita’ e carico emotivo ad un Chi ha paura di Virginia Woolf. In assoluto uno dei film a tematica gay che prediligo.

  2. Giancarlo Agostinelli

    Nella prima metà degli anni 80, la commedia fu tradotta e rappresentata, con successo, in Italia. A Milano restò in cartellone due settimane, L’attore Gino Cassini, era tra gli interpreti.

  3. Capolavoro che travalica ampiamente i generi e la nicchia di cult gay che pure si è meritatamente guadagnato nel corso degli anni. Ingiustamente poco conosciuto presso il grande pubblico, si tratta della meticolosa trasposizione filmica dell’omonima pièce di Crowley e al contempo la prima eccellente prova di regia di un Friedkin particolarmente ispirato. Eccellente la prova di tutti gli attori, curatissima la regia, ma il punto di forza del film, cosi come del dramma teatrale, sono senza dubbio i dialoghi, da vero e proprio saccheggio citazionistico. Caustico e velenosissimo ritratto di un gruppo di amici, scombussolati a seguito dell’arrivo dell’estraneo che spariglia le carte in tavola e costringe ad un gioco al massacro in cui risaltano paure, insicurezze, angosce, miserie e solitudini di una varietà umana, sineddoche per l’intera comunità gay e, in fondo, anche per tutto il resto dell’universo umano. Il tutto sotto gli occhi serpentini e indagatori del festeggiato, il butterato ebreo Harold del titolo italiano. Peccato per la miopia e la poca lungimiranza della comunità gay dell’epoca, del tutto ignara di stare ad assistere ad una vera pietra miliare della cultura e, perchè no, se avesse avuto più successo, anche del costume. Magnifico, mi sono ritrovato in quasi tutti i personaggi. Un’opera che è ben più di un banale film. Viscerale, emozionante, angosciante, sincera.

  4. zonavenerdi

    La trama in se non ha niente di spettacolare. E’ un gruppo di amici che si incontra per festeggiare il compleanno di uno di loro e intorno a quella storia principale accadono una serie di dinamiche. A suo merito c’è che è stato fatto nel 1970 e quindi per lo meno non credo che si possa dire che ha copiato nessuno. Comunque ho dovuto guardarla sottotitolata e non è il massimo …

  5. thediamondwink

    ho guardato con interesse il film ed ho cercato di proiettare la mia mente nel periodo in cui è stato girato, soprattutto per l’impatto che avrà, sicuramente, scosso la mentalità eterosessuale di quel periodo. Geniale, deprimente ma anche analitico, infimo, che cerca di “smascherare” difficoltose verità assai scomode. Da vedere, solo per chi non soffre di depressione!

  6. TORELLOMI

    Questo film è il terzo che considero assolutamente pioneristico nell’ambito delle pellicole a tematica gay, targate USA di tutti i tempi. Ha per protagonisti tutti personaggi omosessuali, apparve in Italia in un periodo dove era difficilissimo vedere film simili. L’effetto, per chiunque andò a vederlo, fu traumatizzante. Molti gay vi ritrovarono i momenti più drammatici delle loro storie. Anche se alcuni personaggi gay sono negativi e stereotipati, e oggi datati, non si può disconoscere al regista una notevole onestà e coraggio nel rappresentarli. Esistono tre versioni del film: la versione originale della durata di 127 minuti (Introvabile), la versione distribuita nella sale italiane tagliata a 119 minuti e un’altra ancora più censurata di 108 minuti Decisamente un film da vedere!

  7. maxmakeup

    Un film che a suo tempo,mi era sembrato cattivo e deprimente…rivisto ora a 40 anni devo ammettere che invece rispecchia in pieno la maggior parte degli omosessuali,le problematiche,gli stereotipi,i difetti e risulta attualissimo teatrale,coraggioso e veramente bello.Mi piacerebbe molto vederne la versione integrale che non credo si trovi.

  8. marediguai

    Tutte le critiche a suo tempo ricevute dalla pellicola – presentare stereotipi gay, soprattutto in una chiave angosciante e negativa – credo non rendano affatto giustizia a un ‘opera che coglie come poche la realtà di un momento storico culturale della rappresentazione – pubblica e privata – del maschio gay fine anni ’60 (in particolare negli Stati Uniti). AL massimo ci fa capire quanta strada si sia fatta da allora sulla capacità di ri-costruire una propria identità solida ed equilibrata, in un percorso socio politico complesso e che oltretutto ha dovuto affrontare tutto quel che sappiamo hanno significato i successivi anni ’80 e la crisi AIDS.
    Girato benissimo, recitato altrettanto stupendamente, fa solo un po’ tristezza sapere che tutti gli interpreti in questi 40 anni che sono trascorsi siano già – prematuramente – scomparsi.

  9. marediguai

    Rivisto di recente, stimolato dal bellissimo documentario “Making The Boys” – presentato al Festival di Berlino lo scorso anno – che ne narra la storia, penso che resti davvero una pietra miliare. (segue)

  10. daniele

    Film entusiasmante. Le due ore volano. Raramente mi è capitato di ridere e deprimermi, allo stesso tempo, così tanto. Trovate registiche geniali. Sceneggiatura fulminante. Personaggi messi a fuoco come non mai. Veramente un cult!

  11. Il mio film preferito ancora più bello di amici complici amanti, l’introspezione di ogni singolo personaggio, i dialoghi, ogni piccolo aspetto caratteriale del mondo gay trattato in modo reale e significativo, un po’ datato ma è grandioso ai massimi termini, miè piaciuto tantissomo e lo rivedo spesso e volentieri.

  12. Il mio preferito. Attori tutti in stato di grazia, una regia perfetta. Tensione che si taglia a fette. Assolutamente da non perdere per chi ama il cinema dove i dialoghi la fanno da padroni.
    UN CULT…

  13. terzo piano

    Il capostipite del genere gay. Un gruppo di amici si incontra in un appartamento per festeggiare il compleanno di uno di loro.
    Un pò deprimente forse, ma almeno ha il pregio di rappresentare in modo verosimile il mondo gay dell’epoca.
    Divertente, ironico, ma anche perfido, come sanno essere i gay. Angosciante e un tantino lungo il gioco del telefono. Da vedere assolutamente.

  14. Racconta una festa di un gruppo di amici gay ultratrentenni e quarantenni.I vari personaggi sono presentati in modo molto approfondito.Non ce n’è uno che si salvi!!Tutti depressi,incapaci di amare,profondamente segnati dalle loro tristi storie,egoisti ed individualisti.Insomma uno sfacelo,però il risultato finale nn è maluccio.da vedere!!

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Un giovane omosessuale, Michael, ha preparato, per festeggiare il compleanno dell’amico Harold, un piccolo ricevimento a cui prendono parte (tutti omosessuali come il festeggiato), Hank, un professore di matematica, sposato ed il suo infedele compagno, Larry; un commesso di colore, Bernard; Emory, giullaresco benzinaio e, infine, Donald, inutilmente in cura da uno psicanalista. Alla riunione, però, partecipa anche Alan, un ex-compagno di università di Michael, il quale, non invitato e in temporanea crisi coniugale (ha, infatti, moglie e due figli) si trova lì per chiedere consigli all’amico. La presenza di quest’uomo normale mette in agitazione la compagnia e più di tutti Michael – intelligente, sensibile, tormentato – il quale, ricordandosi di una giovanile debolezza di Alan escogita un crudele gioco telefonico, nel disperato intento di scoprire se non abbia anch’egli la sua particolare “inclinazione”. Ciò che otterrà, invece, sarà di riappacificare l’amico con sua moglie e, al termine di una serata in cui tutti si scopriranno soli e abbandonati, di ritrovarsi più deluso e sofferente che mai.

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