Farinelli - Voce Regina

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Farinelli - Voce Regina

Una ricostruzione storica alquanto ambiziosa e solo in parte riuscita, così si è espressa la maggioranza della critica. Noi siamo rimasti affascinati dalle interpretazioni dei protagonisti ma un po’ delusi per il fatto che certe ambiguità nei rapporti restano solo accennate e quindi molto della storia ci appare poco credibile e veritiera.

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2 commenti

  1. thediamondwink

    Onestamente dire che sia ambizioso e esagerato, credo che, per il genere, si sia cercato un punto di vista differente dai soliti film biografici e per questo si è tentato molto ma in definitiva il progetto non è per niente riuscito! Il film gira completamente sul rapporto tra i due fratelli, passato e presente, si cerca di rendere interessante una sceneggiatura bacata. Bravi gli attori, sicuramente non è colpa loro se il film non è riuscito.

  2. zonavenerdi

    Intanto sono contento di aver visto questo film perchè non conoscevo la storia.
    Questo film si basa sulla ricostruzione del rapporto tra i due fratelli Broschi: il talentuoso e castrato Carlo alias Farinelli e lo scarso compositore Riccardo. Il loro rapporto non è paritario perchè Riccardo dipende da Carlo, anche se cerca di spacciarsi da guida. Ma più il fratello diventa famoso, più questo “gioco” non regge …

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A Napoli, nei primi anni del 700, con il padre vivono Riccardo e Carlo Broschi: il primo ha dieci anni più del fratello e scrive canzoni sacre e pezzi d’occasione nello stile – ma non certo con il talento – di molti musicisti operanti in quella coltissima città, mentre il fratellino, che fa parte di una cantoria in Chiesa, possiede per natura una voce d’angelo. Un giorno non riesce a farsi uscire dalla gola un solo suono davanti al grande Nicola Antonio Porpora (che ha accettato di sentirlo, perché colpito dal suicidio di un amico cantore, terrorizzato dalla castrazione, di cui si abusava quando le donne non potevano in Chiesa ricoprire ruoli vocali femminili, Riccardo Broschi, però ambizioso com’è (ha cominciato a comporre “l’Orfeo”), profittando di una malattia di Carlo, ridotto in stato di incoscienza, gli somministra dell’oppio, lo immerge in una tinozza di latte e lo castra. La sua voce gli preme troppo: essa deve restare per sempre purissima e con Carlo – ribattezzato Farinelli – i due condividono onori e gloria per anni e anni. Cominciano così i concerti gremiti ed i fastosi spettacoli teatrali a Napoli, a Vienna, a Londra e, con la protezione del Re, in Spagna. A Londra pontifica Georg Friedrich Haendel, che detesta Farinelli, diventato ormai il più splendente degli astri. Le donne cadono in delirio per il cantante napoletano, ma il castrato trionfante sulla scena, ai vertici della celebrità non è felice: egli sa di non essere un uomo completo e la malinconia lo incupisce. Una bella vedova inglese, Margareth Hunter, non accetta la richiesta di sposarlo e Carlo ripiega sulla nipote Alexandra Keene, innamorata di lui ed insorta in difesa. Intanto ferve a Londra la lotta tra il pubblico del Covent Garden – regno di Haendel – e quello del Teatro della Nobiltà, dove Porpora ha moltissimi ammiratori. Tre anni dopo Riccardo ha ultimato il suo faticosissimo “Orfeo”; lo offre al fratello, che lo rifiuta. Ormai a Madrid egli canta solo per Re Filippo V che, malato, crede di trovare in Farinelli la sola medicina efficace a calmarlo. Riccardo si taglia le vene durante un’eclissi solare ed ecco che il cantante gli è fraternamente vicino: i due non possono separarsi. Poi come è accaduto in passato con tante altre donne, Carlo, innamoratosi di Alexandra lascia al fratello di completare e rendere fertile la propria vana passione. Un bambino deve nascere, mentre Riccardo fugge a cavallo da Madrid dopo aver distrutto lo spartito de “l’Orfeo”.

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