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Elles

Anne (Juliette Binoche), una giornalista francese che lavora per la rivista Elle, conduce una vita serena, sia sul piano affettivo e familiare che professionale. Ha una splendida casa moderna con cucina superlusso, abiti firmati, un marito e due figli. Ha tutto quello che una donna può desiderare e conduce una vita che tante altre donne possono solo sognare. Attualmente è impegnata in un’inchiesta sul fenomeno della prostituzione tra le studentesse, in particolare di quelle che la usano per finanziare i loro studi. Nonostante queste ragazze non ci tengano proprio a farsi della pubblicità, riesce a convincerne due a parlare e confidarsi con lei. Alicja (Joanna Kulig), una studentessa polacca problematica e seduttiva, emigrata dal suo paese per perfezionare i suoi studi, e Charlotte (Anaïs Demoustier), una giovane donna francese più riservata e convinta che la prostituzione sia un compromesso che deve accettare, se vuole andare avanti. Anne, sensibile alle realtà sociali degli studenti, pensava di trovarsi di fronte ad esperienze di miseria e angoscia, mentre invece scopre sentimenti di libertà, indipendenza, orgoglio, ribellione, ambizione, ricchezza d’animo e spirito avventuroso. Lentamente la sua curiosità professionale verso queste due donne molto libere, si trasforma in qualcosa di molto personale, facendo emergere problematiche e nuove tensioni che riguardano la sua stessa sessualità.

Questo film al box office

Settimana Posizione Incassi week end Media per sala
dal 4/10/2012 al 7/10/2012 20 28.069 1.002
dal 28/09/2012 al 30/09/2012 16 62.003 1.589

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trailer: Elles

https://youtube.com/watch?v=YIWiNzszcAo

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Anne (Juliette Binoche), a well-off, Paris-based mother of two and investigative journalist for ELLE, is writing an article about student prostitution. Her meetings with two fiercely independent young women, Alicja (Joanna Kulig) and Charlotte (Anais Demoustier), are profound and unsettling, moving her to question her most intimate convictions about money, family and sex. (Imdb)

CRITICA:

Anne ha un marito, due figli, una bella casa a Parigi. Anne è una giornalista del magazine “Elle” per il quale ha recentemente condotto un’inchiesta intervistando due studentesse che si prostituiscono. L’incontro con la polacca Alicja e con la francese Lola (che poi le rivelerà di avere un altro nome) la turba profondamente. Mentre un mattino sta tentando di trasformare le interviste in un articolo e intanto prepara la cena che vedrà come ospiti il capo del marito con sua moglie, quanto confidatole in quegli incontri si rivela sempre più perturbante.
Il rischio di realizzare l’ennesimo film di indagine/denuncia (magari un po’ hard) sul fenomeno di giovanissime studentesse che vendono il loro corpo mentre continuano a frequentare l’università c’era ma è stato abilmente bypassato. Perché questo non è un film su di loro ma è un’analisi dell’universo familiare di una donna solo apparentemente realizzata messo a confronto con scelte lontane dal suo sentire ma che, in modo del tutto inaspettato, ne sovvertono le fragili sicurezze. Senza la presenza della Binoche Elles avrebbe potuto assumere le caratteristiche di un film softcore con una vaga connotazione di tipo sociale. È grazie a lei e alla sua fisicità che invece si trasforma in un percorso nella psiche di una donna, di una madre, di una femmina. La si osserva quasi con stupore (per il coraggio avuto) con quel suo volto struccato da risveglio mattutino in un’età in cui la valorosa rinuncia al ritocco pone in evidenza i segni del tempo. Segni che marcano il personaggio, consapevole di una profonda sensualità matura ormai penosamente sublimata nella routine familiare. Con figli che si rifugiano nei videogame (il piccolo) o che dichiarano esplicitamente il loro desiderio di non fare la fine dei genitori (il grande). Il confronto con due ragazze che potrebbero essere anch’esse sue figlie la spinge a mettersi in discussione. La loro è una sessualità scissa, pronta a subire l’umiliazione ma anche consapevole del livello di finzione da adottare per poter resistere e andare avanti. Anche la sua vita (ormai pallida come il suo volto) abbisogna della menzogna per poter continuare sui binari di una quotidianità in cui solo la musica classica (radiofonica e quindi anch’essa scelta da altri nella sua sequenzialità) può costituire l’unico elemento di vitalità. A meno che il pensiero di una ribellione possibile lasci il solipsismo masturbatorio per tradursi in realtà. Ma non è così semplice. (G. Zappoli, MyMovies – voto 3,5/5))

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