Dreamgirls

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Dreamgirls

Questo film non ha nessuna tematica o personaggio LGBT però è stato definito dal critico Marc Breindel il “drag show dell’anno”. Considerato poi che il film è diretto dal regista gay Bill Condon (lo stesso di “Chicago”), è la trasposizione cinematografica dell’opera teatrale diretta e coreografata dal grande Michael Bennett, gay anch’esso, ed è coprodotto dal produttore gay David Geffen, ci siamo sentiti quasi obbligato ad inserirlo nel nostro archivio. Il film racconta la storia del gruppo femminile “Deena and the Dreams” che negli anni ’60 raggiunse una grande celebrità per poi scoprire che fama e fortuna richiedono un prezzo troppo alto da pagare.
Nel film vediamo numeri musicali, con abiti e coreografie esilaranti. All’inizio, i primi spettacoli del gruppo, erano fatti all’insegna dell’economia, ma poco a poco arrivano a presentarsi con pettinature e abiti da sogno. Il film è stato fatto senza risparmi di mezzi (70 milioni di $), e il risultato è che tutto sembra assolutamente autentico, per lo spettatore è come fare una crociera con la macchina del tempo lungo gli anni ’60 e ’70. Ma non dovete pensare che il film sia solo questo o che sia superficiale. Al contrario il film affronta importanti tematiche come il razzismo, il sessismo, la decadenza urbana, la tossicodipendenza, la disintegrazione della famiglia, il movimento dei diritti civili e la lotta di liberazione delle donne. Tutto questo negli intermezzi di un paio di dozzine di numeri musicali e balletti.

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