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Uno strano film che parte gay ma diventa universale e un esercizio di stile bisex hanno inaugurato il concorso di Venezia 61. Il bel ‘Delivery’ di Nikos Panayotopoulos è un bizzarro dramma poverista su un bel tipo bruno, villoso, senza nome, silenzioso, narcolettico e con un pene enorme (così dicono ma non si vede mai) che inizia una curiosa odissea arrivando ad Atene in pullman dove scopre una città scombinata in cui gli addetti al traffico sputano addosso alla gente. Appena va al bagno della stazione un tipo lo guarda con concupiscenza ed esclama: “Ma che minchia è?”, tutti lo credono gay e lo osservano con brama amorosa ma lui cerca un lavoro. Incontra un tipo che assomiglia vagamente a Godard che vende bottiglie d’acqua e gli dice “tu non sei un finocchio, sei un broccolo!”, ne diventa amico e va a vivere a casa sua… (Roberto Schinardi su Gay.it)

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3 commenti

  1. la pasionaria

    E’ possibile avere fra le informazioni riguardanti il film, anche una relativa all’eventuale esistenza di una versione con doppiaggio in lingua italiana, o con sottotitoli? L’bitudine di vedere film in lingua originale sarebbe assai sana, ma purtroppo non sempre si hanno gli strumenti per fruire dei film in lingua originale. grazie p

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Delivery (che significa anche “parto” e “liberazione”), è un film sulla vita degli emarginati di Atene, una metropoli moderna caratterizzata da senzatetto, immigrati e rifugiati di ogni sorta.
Il protagonista è un giovane, a metà tra un angelo perduto e un afasico. Senza nome, vaga per Atene consegnando pizze. Rappresenta un tributo vivente alla lentezza, in una città che adora la rapidità. Questo è il motivo per cui lui pensa, parla, mangia e guida il suo scooter lentamente. L’unica persona che cerca di fare breccia nella sua inaccessibile solitudine è una ragazza drogata che lavora nella stessa pizzeria, con la quale intreccia una breve, occasionale relazione erotica. Se lei gli fa un corso accelerato d’amore, il Venditore d’acqua (un ex-becchino e ora informatore della polizia) gli insegna tutto sulla morte. Eppure il protagonista invisibile della pellicola sono le “voci” degli esiliati della società moderna, che danno vita a una lunga, frammentaria fiaba “nera”.

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