Delitto al Blue Gay

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Delitto al Blue Gay

Film giallo banale e stereotipato che vorrebbe sfruttare l’ondata di liberalismo seguente agli anni ’70, ma che invece rimane ancorato ad una visione caricaturale e in fondo omofoba.

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Un commento

  1. grandejoe

    Talmente sgangerato da essere innocuo e, stranamente, per nulla omofobo. Anche se, sia chiaro, l’omosessuale viene sempre dipinto come una travesta e nient’altro. Dunque ‘rassicurante’ per i più. La non eccezionale resa economica lo rese l’ultimo della serie.

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In uno stravagante locale dove si esibiscono travestiti, il Blue Gay, viene commesso un assassinio; una delle stelle dello spettacolo, Lino Sandulli in arte Nadia viene trovato ucciso nel suo camerino. L’ispettore Nico Giraldi, è incaricato di svolgere le indagini. Si sospetta la prima “donna” del locale, Alfredo Melli in arte Colomba Lamar e quindi Nico con l’aiuto di Venticello, un amico ladruncolo e confidente, si mette sulle sue tracce e si finge infatuato di lui. Ma qualcuno ostacola le indagini: Venticello viene picchiato duramente, lo stesso Nico sfugge ad un agguato mortale. L’ispettore borgataro intuisce che Kurt Linder, regista tedesco frequentatore del locale ed amico dell’ucciso, ha a che fare con delitto. Per colpa del caso complicato Nico rischia di veder distrutta la sua famiglia poiché la moglie Angelina che lo crede a New York lo scopre invece nel locale malfamato e vuole la separazione. La vicenda si concluderà per il meglio; il colpevole è Kurt Linder che viene arrestato a Berlino; egli è infatti un agente del KGB il quale per incarico dei superiori ha fatto rapire il padre dell’ucciso, un fisico nucleare, e soppresso l’artista in quanto scomodo testimone. Nico può finalmente tornare in famiglia dove ogni equivoco si è chiarito.

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