Bus (in viaggio)

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Bus (in viaggio)

Il regista usa il viaggio in pulman di un gruppo di maschi neri che si stanno recando alla Million March Man del 1995, per presentarci la mentalità ed i caratteri di una serie di personaggi di colore variamente assortiti. Tra questi abbiamo anche una coppia gay che disvelerà i passeggeri omofobi. Il film è interessante per i dialoghi brillanti, ma rimane in superfice e non approfondisce nessuno dei temi affrontati. Comunque piacevole da vedere. Lee è assai abile nel fornire un quadro composito ed assai mosso dei problemi che ancora affliggono la sua gente alle soglie del Duemila, grazie pure ad un gruppo di attori sensibile ed affiatato.

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2 commenti

  1. Molto carino davvero questo film, ben fatto, interessante e niente affatto superficiale, ricco di spunti interessanti, nonostante, come dice Jim, certi snodi siano trattati con troppo moralismo, e personaggi ben caratterizzati.

  2. Jim Puff

    Bel film questo di Spike Lee.
    L’affermazione che non approfondisce i temi non è del tutto vera: i dialoghi tra i 2 gay sono incisivi e i rapporti con gli altri passeggeri decisamente interessanti e presentati molto bene. Una bella visione con qualche moralismo!
    Attori in parte!

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Il 16 ottobre, un gruppo di uomini sale su un autobus per recarsi a Washington a partecipare alla Million Man March della gente di colore. Tutti sono estranei ma, stando forzatamente insieme giorno dopo giorno e per migliaia di chilometri, cominciano a conoscersi meglio. Vengono così fuori le varie storie personali: un padre emarginato lotta per riconciliarsi con il figlio adolescente; un aspirante attore è in attesa di una risposta circa la partecipazione ad un importante film ed è pieno di odio verso tutti; un poliziotto ha il sogno di veder finire i massacri cui assiste ogni giorno nella propria città; un musulmano vive incubi di tipo spirituale; un anziano ormai in pensione ricorda gli anni del lavoro e capisce di non aver mai veramente vissuto ma richiama tutto il gruppo alla preghiera e al ringraziamento; il conducente dell’autobus si fa un dovere di portare tutti a destinazione senza guai. Quando arrivano, l’anziano ha un malessere e viene ricoverato in ospedale. Nessuno del gruppo ha il coraggio di allontanarsi, e, quando il vecchio alla fine muore, è ormai tardi. La marcia – finita, e per tutti quelli che avevano affrontato la grande fatica del viaggio, l’occasione – ormai persa.

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