Amore a prima vista

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Amore a prima vista

Bruno Garramone, boss e playboy incallito dopo un trapianto di cornee si innamora di un maggiore dei carabinieri, vedovo della donna donatrice. L’ufficiale cerca invano di resistergli. Il problema è Bruno che sta per sposarsi. Da una notizia di cronaca dove un ragazzo che aveva avuto un rapporto con il figlio di un boss era stato ucciso per doppio sgarro, Salemme affronta il tema dell’omosessualità in veste di commedia. E’ il suo secondo film da protagonista dopo L’amico del cuore. Il film è appena un po’ sopra della media qualità delle goderecce commedie casalinghe. Gag, battute, citazioni e un gusto tutto particolare per l’assurdo.

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4 commenti

  1. zonavenerdi

    Questo film è di un omofobia latente che la metà basta. E il finale è anche peggio. Incredibile che degli anni ’90 ancora ci fosse questo tipo di mentalità (che per dire la verità non è sparita del tutto nemmeno ora).

  2. Jim Puff

    Commedia lieve lieve ma divertente.
    Bravi i vari attori con un acuto della mamma del mafioso: la scena della disperazione alla notizia del figlio è da crepapelle!

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Bruno, unico figlio maschio del boss napoletano Natale, è viziatissimo e tutti lo trattano come un principe. E’ fidanzato con la bellissima Roberta, figlia del boss siciliano Antonio, con cui tra breve si sposerà. Bruno fa molte conquiste femminili, mette in mostra una virilità inesauribile e a questa fatica i suoi due fidati scagnozzi attribuiscono la malattia che lo ha colpito agli occhi, costringendolo ad un trapianto di cornea per conservare la vista. Gli organi necessari sono quelli di Nina, giovane morta in un incidente di macchina e già sposa felice del maggiore dei carabinieri Fortunato Cipolletta. Quando l’operazione finisce, la vita sembra tornare come prima. Ma un giorno, mentre corre sul lungomare in compagnia delle guardie del corpo, Bruno vede Fortunato, lo raggiunge e non può fare a meno di dirgli “Ciao, amore”. Com’è possibile che sia diventato all’improvviso omosessuale? E come farà a dirlo a Roberta, al padre, alla madre? Gli unici con cui si può confidare sono i due amici sempre presenti che, tra tanti sfottò, si preoccupano perché l’uomo in questione è un rappresentante della legge. Arriva il giorno del matrimonio, e gli sposi sono davanti al sacerdote nel grande prato della villa. Da lontano, in grande uniforme, arriva sul cavallo Fortunato. Bruno lo raggiunge, i due stanno per scappare, quando Bruno si sveglia nel letto d’ospedale. Era stato tutto un sogno. Alla porta si affaccia un giovane carabiniere, chiede scusa per avere sbagliato stanza. E Bruno sospira: “Che peccato”.

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