Al buio

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Al buio

Antonio e Marcello condividono la stessa stanza e lo stesso segreto: il loro amore, che non riescono a confessare. A volte l’erotismo si nasconde in quel momento sospeso nello spazio che separa due corpi che non si possono mai toccare. Due ragazzi, una casa, o meglio una stanza. Apparentemente sembra il classico dramma di un omosessuale innamorato di un etero sfuggente. Il primo ingabbiato nelle proprie ossessioni al limite della devianza, il secondo “normale”, mosso da una tolleranza agli sgoccioli. Quello che si dà per certo in poco più di cinque minuti diventa un’illusione: dello spettatore e del protagonista che, di fronte alla necessaria accettazione della falsa coscienza che ne ha scritto l’esistenza, cede di fronte a istinti mal placati. Basta lo svelarsi di un piccolo particolare e le vite dei due, ritenute fino a poco prima distanti, opposte, fortuitamente collimanti, si scoprono e si ritrovano parte di un unico disegno, per quanto aberrante, realistico. Nulla da eccepire per “Al buio”, melodramma contemporaneo in cui il regista Mollo mostra una buona padronanza delle basilari regole narrative del cortometraggio. (Festival Officinema di Bologna)

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10 commenti

  1. Domenico Natella

    Ciao sono il regista del corto L’interuzione
    ho visto che entrambi partecipiamo al festival gay e lesbico di Barecllona. Vorrei conoscerti e parlare con te ti lascio cell. 3384176179 domenico Natella
    su questo sito trovi info su di me

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Il premio per il miglior lavoro della sezione VISIONI ITALIANE se l’è meritato in pieno questo corto, nelle parole della giuria per “il rigore stilistico e la sobrietà con cui svela il gioco/forza insito in ogni relazione amorosa”.

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