La strage di Orlando, con 49 gay uccisi, ci ricorda quanta omofobia ci sia ancora nella società

Una ferale notizia ci arriva dall’America, proprio nel mese che celebra l’orgoglio gay e le sue conquiste. Un 29enne americano di origini afgane è entrato, armato fino ai denti, in un locale di riferimento per la comunità gay di Orlando, negli USA, dove centinaia di giovani si stavano incontrando e divertendo, e si è messo a spare all’impazzata uccidendo 49 giovani e ferendone altri 53. Ci strappa il cuore leggere l’ultimo sms che uno di questi ragazzi ha inviato alla madre pochi secondi prima di morire: “Mamma ti amo, sto per morire, lui ci sta arrivando addosso, addio!”. E’ la strage più grave mai accaduta negli USA dopo quella dell’11 settembre. Molti l’hanno definita l’11 settembre dei gay. Encomiabile il commento di Obama, che ha ricordato le tappe del movimento gay per conquistare quella libertà che deve essere di tutti, e che nessuno potrà mai più cancellare. Lo scrittore gay Edmund White parla chiaro e dice “gli Stati Uniti sono ancora un paese omofobico. E le religioni, come l’Islam radicale del killer di Orlando, odiano gli omosessuali. Finché non cambieranno queste ideologie, la comunità gay non si sentirà mai al sicuro nella nostra società”. In un bell’articolo sul Corriere della Sera di oggi, la giornalista Elena Tebano, neo-vincitrice del premio Diversity, spiega come  questa strage ricordi “all’America del matrimonio gay e dei coming out celebri che non è ancora libera dalla violenza dell’omofobia” nonostante una lunga serie di martiri del movimento gay, che parte da Harvey Milk, primo omosessuale a ricoprire una carica pubblica negli USA e per questo assassinato da un conservatore, e prosegue poi con una lunga serie di vittime dell’odio, tra i quali Matthew Shepard, studente 21enne seviziato e lasciato morire legato ad una palizzata, o Seth Walsh, 13enne morto suicida in conseguenza del bullismo omofobico. Faceva tristezza pensare che ieri nella lunga fila di coloro che si sono presentati per donare il sangue per i tanti feriti di questa strage, non poteva esserci nessun omosessuale perché negli USA è loro vietato. E nel nostro paese ci sono ancora tanti che non vogliono una legge contro l’omofobia, perché secondo loro, limiterebbe la libertà d’espressione, preferendo così lasciare la libertà di uccidere (e non solo in senso metaforico).  Quanti martiri dovranno esserci ancora perché il mondo ci riconosca il diritto di esistere?


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