Giovanni Comisso

Giovanni Comisso
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  • Data di nascita 01/01/1970
  • Data di morte 21/01/1969
  • Luogo di nascita Treviso
  • Luogo di morte Treviso

Giovanni Comisso

Giovanni Comisso è stato uno scrittore italiano. [Omosessuale con discrezione, ma già nel suo primo libro, “Il porto dell’amore” abbiamo ampi riferimenti alla vita gay di Fiume].
Era figlio di Antonio, rappresentante di commercio in granaglie, e di Claudia Salsa, proveniente da un’illustre famiglia decaduta durante il Risorgimento.
Giovane dal carattere eccentrico, volitivo e sognatore, dopo aver completato gli studi classici a Treviso partecipa volontario alla prima guerra mondiale in quanto interventista convinto. Concluso il conflitto, ritenendo come la maggior parte dei volontari che i nuovi assetti geopolitici siano stati formulati con accordi di vertice, senza consenso popolare, partecipa il 12 settembre 1919 all’impresa di Fiume a fianco di Guido Keller, aviatore ed eccentrico uomo d’azione, al seguito diGabriele D’Annunzio e dei suoi legionari. Alla fine anche di questa esperienza e dopo essersi laureato in legge all’Università di Siena, inizia un brevissima attività di avvocato, ma attratto dalla letteratura si dà presto ad esperienze sempre diverse. Abbandona dunque la carriera legale per dedicarsi a svariati mestieri: è libraio a Milano, commerciante d’arte a Parigi. Ebbe nella sua lunga vita avventurosa un lungo sodalizio con il pittore De Pisis e con lo scultore Arturo Martini.
Il suo primo romanzo Il porto dell’amore (1924), edizione definitiva con il titolo Al vento dell’Adriatico (1928), risente degli influssi dannunziani.
Comisso collabora alle riviste Solaria, L’Italiano, al settimanale Il Mondo. Persona dotata di grande vitalità e curiosità, grazie alla sua memoria visiva e ad una buona propensione di sintesi descrittiva nello scrivere romanzi, diventa corrispondente e inviato speciale della Gazzetta del Popolo e poi del Corriere della Sera. Viaggia molto in Europa e in Oriente, scrivendo interessanti resoconti: Cina-Giappone, (1932) L’italiano errante per l’Italia, (1937) che poi nella stesura finale diventa La favorita, (1945).
Comisso come autore di romanzi ha raggiunto i suoi risultati più perfetti nelle prose di memoria Le mie stagioni (1951), Giorni di guerra (1930), La mia casa di campagna (1958), Mio sodalizio con De Pisis (1954), La virtù leggendaria (1957). Con alcuni di essi ha vinto anche prestigiosi premi, come nel caso di Gente di mare (1928) Premio Bagutta, tradotto in francese da Valery Larbaud, che rimane a tutt’oggi l’opera più fortunata di Comisso, e Capricci italiani (1952) a cui va il Premio Viareggio la saggistica, e infine Un gatto attraversa la strada (1955), vincitore del Premio Strega.
Dopo il felice esordio de Il porto dell’amore (1924), fino ad arrivare a Cribol (1964), romanzo non troppo gradito sia al pubblico sia alla critica, Comisso conclude la sua attività letteraria con una stesura riveduta del libro La mia casa di campagna, databile ad appena un anno prima della scomparsa.
Comisso, dopo una vita vissuta con vitalità e senso di meraviglia visiva[1], il 21 gennaio 1969 muore serenamente nella sua Treviso, città che nel 1979 gli intitolerà il Premio Letterario “Giovanni Comisso – Città di Treviso”. (Wikipedia)

Dal libro “Vita di Giovanni Comisso” di Nico Naldini:

Per evitare di scrivere una biografia-scandalo, visto che lo scandalo accompagnò la vita dello scrittore Giovanni Comisso, il suo amico Nico Naldini mette in sordina l’elemento omosessuale, pur senza arrivare a tacerlo. Servendosi dei diari e degli epistolari ricostruisce anzi i principali amori dello scrittore veneto, specialmente quello, importantissimo, per Guido Bottegal.

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