Gli Amanti passeggeri

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Gli Amanti passeggeri

E’ il 19mo film di Almodovar, re indiscusso della commedia mediterranea, anche se lui dice che questo film “è la prima commedia (intesa come commedia vera e propria, senza impurità) che faccio dai tempi di ‘Donne sull’orlo di una crisi di nervi’, venticinque anni fa”. Parliamo di commedia mediterranea perchè lo stesso Almodovar la distingue da quella britannica, americana o francese, specificando che “in essa predominano la passione dei personaggi, la carnalità e la mancanza di pudore, come se i personaggi non rispettassero né se stessi né gli altri… questa vicinanza con la terra e la realtà permette di parlare di problemi sociali, con molto umorismo, ridendo delle limitazioni e tragedie della vita, secondo l’epoca, e facendo spuntare la luce e le risate dentro l’oscurità“. La sinossi del film è assai semplice: un gruppo di variopinti personaggi si trova in una situazione di pericolo su un aereo (Peninsula 2549) diretto a Citta’ del Messico. I viaggiatori della classe business sono una coppia di novelli sposi sfiniti dai bagordi della loro festa di nozze, un finanziere truffatore, senza scrupoli negli affari, e padre disperato per l’abbandono della figlia, un dongiovanni impenitente e con la coscienza sporca che cerca di liberarsi di qualcuna delle sue amanti, una veggente rurale, una regina della cronaca rosa, e un messicano che nasconde un grande segreto, ognuno con progetti di lavoro o di fuga a Citta’ del Messico. Tutti hanno paura di morire, ma il personale dell’aereo, molto ‘particolare’ e ognuno coi suoi problemi, fa di tutto per rassicurarli. Tra questi l’assistente di volo omosessuale di nome Joserra (Javier Camara, ‘La mala educacion’) che a causa di un vecchio choc e’ impossibilitato del tutto a mentire. Davanti al pericolo tutti i personaggi iniziano ad aprirsi in un turbine di confessioni senza peli sulla lingua. Ma dire la verità può causare a volte ancora più panico e sconvolgimento… Come ha dello il fratello di Almodovar, Augustin, “si tratta di una una commedia spiritosa, decisamente piena di dialoghi piccanti, piena di divertimento e trasgressione” perchè, come afferma ancora Pedro Almodovar, “l’umorismo non deve preoccuparsi del politicamente corretto, al contrario. Tabù e umorismo sono due concetti agli antipodi. La commedia, di qualunque stile, consente di affrontare tutti i temi, anche quelli più scabrosi. Il genio di Charles Chaplin nel 1940 si spinse perfino a fare del nazismo incombente l’argomento di una commedia deliziosa“. Nel film ritroviamo quasi tutti gli attori di punta del cinema spagnolo, come Hugo Silva, Miguel Angel Silvestre, Antonio de la Torre, Blanca Suarez, Javier Camara, Cecilia Roth, con in più camei di Penelope Cruz, Antonio Banderas e Paz Vega. Il film è prodotto da El Deseo, casa di produzione dello stesso regista, grazie esclusivamente ai soldi ottenuti dalla prevendita internazionale del film.

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Questo film al box office

Settimana Posizione Incassi week end Media per sala
dal 4/04/2013 al 7/04/2013 14 120.616 957
dal 28/03/2013 al 31/03/2013 8 422.316 1.593
dal 21/03/2013 al 24/03/2013 4 900.146 2.970

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18 commenti

  1. Biagio.SdC

    Non è un capolavoro, anzi probabilmente è il film meno bello di Almodovar.
    Dopo molto tempo ho capito qual’è il problema di questo film: non ha un/una protagonista. È un film corale, va bene, ma ha solo piccoli ruoli, non c’è una storia o un personaggio in cui immedesimarsi o affezionarsi, per cui quando il film finisce non ti interessa sapere che fine fanno i personaggi.
    Le due storie più interessanti sono quella di Bruna (Lola Duena, Mare dentro) una medium trentenne ancora vergine e di Bruna (Cecilia Roth, Tutto su mia madre) titolare di un agezia di escort che ha come clienti i potenti spagnoli. Avrei senza dubbio preferito due film che parlassero di loro, o di uno che ne raccontasse la storia e per poi farle incontrare su quell’aereo, ma così è troppo poco per dire che sono storie ben trattate.

  2. Non ho mai amato Almodovar, anzi, tutti i suoi film che ho visto non mi sono piaciuti. Di questo ho sentito dire che era diverso dagli altri e così alla fine lo ho visto… Il surreale portato all’apoteosi. Non una commedia intelligente ma un susseguirsi di gag leggere e spensierate. Non è un filmone ma almeno lo ho visto con piacere. Voto 7

  3. Premetto che a me piace Almodovar, ma molto di più i suoi primi film. Questo non mi è piaciuto per niente. Troppo demenziale e, le varie battute che avrebbero dovuto rappresentare la crisi, non solo economica, di questi ultimi anni, spagnola e non, non riescono a ‘graffiare’ più di tanto. Avevo grandi aspettative sul film che sono state disattese

  4. thediamondwink

    Scusate, ma non sono d’accordo con l’ultimo commento. Ogni artista deve essere libero di esprimere il proprio modo di pensare, se questo vuol dire fare dei brutti film allora basta non andarli a guardare, ma mai smettere di credere nel proprio lavoro. Non credo che Almodovar rischi di infangare la sua carriera, ormai, nel bene e nel male, è un pilastro della regia mondiale e anche se gli ultimi film non sono stati al top, pazienza, l’importante che siano credibili, almeno per lui che li ha girati. Scusa ‘Ki’ ma questo è il mio modo di pensare, non voglio criticarti, nemmeno a me è piaciuto ma è sempre un lavoro di un grande regista!

  5. Se Almodovar non ha più uno straccio di storia da raccontare dovrebbe semplicemente smetterla di fare film! Con questo tonfo clamoroso, e se andrà ancora avanti così, rischia persino di compromettere l’intera carriera.

  6. thediamondwink

    Il genio di Almodovar si è sbiadito, ha perso la magia sprofondando nella banalità più assurda e questo film ne è la dimostrazione. Ottima la recitazione, qualche battuta divertente, ma per il resto è da dimenticare…

  7. SiSEMEN

    Manca il finale a sorpresa tipico di Almodovar, manca quel qualcosa che alla fine del film te lo fa ripercorrere tutto con la memoria e leggere da un punto di vista diverso … insomma, la sceneggiatura è debole a mio avviso, il film non male, ma … crepa dal ridere chi ride con Banfi o De Sica … io col primo Almodovar, sfrontato, irriverente, scorretto, sì che mi ci divertivo !

  8. De La Croix

    Un ritorno alla commedia grottesca per questo film di Almodovar. Un’analisi dell’attuale situazione economica, politica e sociale della Spagna in uno scenario claustrofobico ma esilarante stile “L’aereo più pazzo del mondo”.
    Battute decisamente azzeccate e un cast, come sempre impeccabile. Simpatico anche il cameo di Banderas/Cruz fatto, immagino, in nome dell’amicizia col regista.
    Tutto da vedere, possibilmente in lingua originale!

  9. In un momento storico come il nostro, appesantito dal malessere e pessimismo per l’economia , l’attualità politica ed il futuro incerto, è bello lasciarsi coinvolgere da questo film leggero come una piuma, , dove i protagonisti vivono anch’essi la nostra realtà,piena di incertezze, ma trovano il rimedio nello stordimento del divertimento sessuale.Stuzzicante come soluzione temporanea.

  10. istintosegreto

    [2/2] Proprio come il co-pilota, che chiede: “Ma, secondo te io sono bisessuale?”. Sfacciata la risposta del pilota: “No, tu sei un finocchione da quando sei nato!”. Quanti di noi si sono trovati nella stessa situazione con un indeciso e avrebbero voluto dagli la stessa risposta, ma si sono trattenuti??
    Un Almodòvar volgare qualcuno dice… sì è vero, ma mai gratuitamente. C’è un sottotesto sincero, quasi sfrontato, ripreso dai suoi film del tempo che fu (forse un pelo imbastardito dai troppi marchi famosi in primo piano). In un mondo pazzo e corrotto, dove la religione non fornisce più le risposte… forse è meglio divertirsi e scopare un po’ di più. Io sottoscrivo in pieno. Grande Pedro!

  11. istintosegreto

    [1/2] Ussantocielo… voto medio 3,5 mentre scrivo… E pensare che sono così contento, non solo di aver visto questo film, ma di averlo visto al cinema con amici. Un susseguirsi di risate, anche dalla comitiva di signore attempate in fondo alla sala. Finalmente ritrovo il grande Almodòvar: irriverente e ironico come solo lui sa essere. Ha lasciato perdere il femminismo (che mi aveva fracassato le palle) e si è concentrato su vizi e scandali del mondo di oggi. Mai come oggi, infatti, il mondo gira intorno a industriali corrotti e puttane di lusso… che ora non si preoccupano nemmeno più di nascondersi. Chi esce vincitore in questo mondo di merda? I gay. Gli unici capaci di non prendersi mai troppo sul serio e di trovare sempre un motivo per dimenarsi a ritmo di musica. Nonostante l’evidente trionfo del genere omo, ancora nel nuovo millennio ci sono gli inossidabili indecisi.

  12. daniele

    Non ho nulla da aggiungere al commento di Pal39 che condivido – per forma e sostanza – al 100%.
    Da vedere, indubbiamente, anche perché molto meno superficiale di quel che può sembrare a un primo sguardo.
    In sala, a Bari, durante la sequenza della goccia di sperma (il pompino non viene fatto a un passeggero, ma al sexy secondo pilota… che è un gran figo!!!), si è udito, tra le tante risate, un “che schifo”…
    Voto 7, anche per me.

  13. her mann

    Ho trovato questo film brutto, poco divertente e a tratti persino volgare. Volgare nel senso di volgarità gratuita e fine a se stessa.La trama è pessima.Il peggior Almodovar a mio avviso. Peccato

  14. Ti dirò Andy, mi sembra evidente che il mio commento sia privo di sentimenti omofobi esibiti :)… Potrei solo aggiungere che alcune prese di distanza dal film che sottolineano che l’insieme non giova alla causa gay , sono espressamente volute e provocate dal regista. E a ragione. Perchè una parte della vita sessuale gay deve sempre essere nascosta ? La scena dello steward checca che con un dito toglie una goccia di sperma dal labbro del collega che aveva appena fatto una pompa a un passeggero e se lo infila in bocca , è si fatta “pour épater les bourgeois” ma ha anche nel contesto un senso di rivendicazione di diritti sempre negati. Il taglio veloce della scena diminuisce poi l’oscenità dell’atto. Divertente osservare le reazioni del pubblico milanese : estremo divertimento e approvazione , vecchie signore incluse…Chissà poi le reazioni in privato , quando cade il politically correct…

  15. Non ho visto il film, ho aspettato che qualcuno postasse la sua opinione, poichè i giudizi dei giornalisti mi sembrano inquinati dal fastidio che provano verso l’effeminatezza allegra e sbocca dei protagonisti. L’unica recensione qui sopra interessante ed accettabile ,poichè a differenza delle altre è scevra di sentimenti omofobi esibiti , è quella del manifesto .Andrò a vederlo !

  16. Il melò grottesco quasi hard e ribollente di passioni dei film degli anni ottanta è diventato una commedia brillante e elegante formalmente , con dialoghi sboccatissimi e trasgressivi ma ben lontana dai picchi grezzi e sanguigni di allora. Questo non vuol dire che il risultato non sia divertente e pirotecnico , Almodovar è sempre Almodovar ma è un Almodovar invecchiato nella creatività , a suo modo più allineato alla commedia demenziale contemporanea. Gli attori sono tutti bravissimi, sono la crème della recitazione spagnola. Tutto è gay su quello sgangherato aereo ma ovviamente gay secondo la vulgata Almodovar cioè molto camp, molto effeminato…molto baraccone. Certamente da vedere. Voto 7.

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trailer: Gli Amanti passeggeri

Varie

A technical failure has endangered the lives of the people on board Peninsula Flight 2549. The pilots are striving, along with their colleagues in the Control Center, to find a solution. The flight attendants and the chief steward are atypical, baroque characters who, in the face of danger, try to forget their own personal problems and devote themselves body and soul to the task of making the flight as enjoyable as possible for the passengers, while they wait for a solution. Life in the clouds is as complicated as it is at ground level, and for the same reasons, which could be summarized in two: sex and death. (Production)

CRITICA:

“Pedro Almodóvar racconta una storia smodatamente e allegramente gay. (…) In quello spazio, tra le nuvole, si sfrena una specie di catarsi collettiva, in cui le persone si rivelano agli altri ma anche a se stessi. Momento indimenticabile: i tre steward ballano con i massimi gesti gay e cantano ‘I am so excited’ delle Pointer Sisters. Al suo 19° film, Almodóvar torna al suo primo cinema, quello anni 80. Con attori molto bravi e a noi non molto conosciuti.” (Natalia Aspesi, ‘La Repubblica’, 21 marzo 2013)

“Caro Pedro, va bene il ritorno agli anni Ottanta e va bene anche l’apoteosi dell’edonismo non reaganiano, bensì almodovariano. Purtroppo, però, di tempo ne è passato troppo e mentre il tuo stile da grezzo ma lisergico s’è trasformato in raffinato ma leccato, la nostalgia della movida postfranchista con il suo circo barnum umano ti ha tirato un brutto scherzo: invece di creare un film strutturato, hai giocato la carta di un pot-pourri di sequenze puerili, scatologiche, triviali (…). Preoccupato, a suo confuso parere (le chiacchierate con la stampa non hanno giovato un granché all’attesa dell’esordio nelle sale), dalla crisi che funesta la Spagna, il regista non ha fatto, insomma, altro che mettere in commedia la vecchia idea del sesso libero e selvaggio a centottanta gradi. (…) Si potrebbe chiedere aiuto al vecchio leitmotiv di amore & morte, disseminato nei vari modelli di catarsi a cui si sottopongono piloti, steward e hostess, i passeggeri dell’economy e quelli della business, ma purtroppo incombe la metafora primaria: al giorno d’oggi in Spagna, ma non solo, siamo tutti imbarcati in un viaggio senza destinazione e condannato, se va bene, allo shock di un atterraggio doloroso e inaspettato. Si ridacchia qua e là, certo, anche se non siamo sicuri che il culto di una mascolinità festosamente ribaltata sia in linea con la nobile campagna anti-omofoba; resta il fatto che la messinscena si sbizzarrisce nel simpatico narcisismo dello sfarzo cromatico e dei preziosi e curiosi contrappunti musicali (Alberto Iglesias alternato a ‘Per Elisa’ dei Los Destellos o ‘I am so excited’ delle Pointer Sisters), dichiarandosi in partenza autoreferenziale. In quest’ottica il catalogo di dettagli oltraggiosi, buoni per quei pochi o tanti spettatori ancora disposti a farsi scandalizzare, resta anch’esso confinato in uno spazio angusto e claustrofobico da un punto di vista narrativo ed emotivo universale.” (Valerio Caprara, ‘Il Mattino’, 21 marzo 2013)

“‘Gli amanti passeggeri’ è il nuovo film di Pedro Almodóvar, e il suo ritorno alla commedia come dice lo stesso autore, che dal (meraviglioso) titolo rimanda ai movimenti del caso e al desiderio di una leggerezza feroce con cui affrontare le cose del mondo. Un caso, e un caos, dichiarati già nella prima immagine, l’apparizione soave di Antonio Banderas e Penélope Cruz in un fulmineo cameo. (…) E intanto tra le nuvole si palesa la Spagna di oggi, devastata da corruzione e crisi economica. Pensando però alle sue sbilenche commedie degli anni Ottanta e Novanta , a cui Almodóvar dice di avere guardato, quelli delle ragazze Pepi Luci e delle ‘Donne sull’orlo di una crisi di nervi’, è come se le punte acide dell’ironia si fossero stemperate. In quei film i rimandi «interni» alla Spagna post-franchista e alla sua nuova libertà si traducevano in una forma cinematografica dove il miscuglio allegramente selvaggio dei generi inventava nuovi universi di immaginari. Qui invece i riferimenti alla realtà spagnola non sembrano tradursi in un gesto cinematografico, e anche se si ride spesso, e l’umorismo di Almodóvar è come sempre raffinato e pieno di invenzioni, l’impressione è di una distanza un po’ programmatica, molto scritta, guidata dal regista senza il sussulto della sorpresa. In fondo questa commedia è molto triste, per carità come tutte le commedie, ma anche un po’ cupa forse perché i ragazzi di un tempo sono invecchiati e la realtà attuale è assai meno piena di promesse, nonostante il sentimento di rivolta covi sempre da qualche parte, magari sotto la schiuma gettata sulla pista. Certo Almodóvar sa come dirigere queste vite di diretta – meglio sarebbe dire in volo – dosando con sapienza ogni sapore del cuore. Ma se il suo microcosmo da kammerspiel ci racconta un mondo «altro», in cui esplodono l’idea di famiglia, coppia, gender, una volta a terra la realtà è sempre lì, dietro la porta a vetri del non luogo di un aeroporto, piena di incognite, ancora da inventare. E l’impressione è che i suoi personaggi vi vengano risucchiati di nuovo, «passeggeri» nella loro libertà.” (Cristina Piccino, ‘Il Manifesto’, 21 marzo 2013)”

“Deludono (…) ‘Gli amanti passeggeri’ di Pedro Almodóvar che in tempi di crisi gira una commedia tutta ambientata su un aereo diretto dalla Spagna in Messico. (…) Obiettivo del regista era tornare alla commedia leggera delle proprie origini, ma il risultato è greve, spesso volgare, talvolta noioso e finisce per essere solo una parodia dei film ‘alla Almodóvar’.” (Alessandra De Luca, ‘Avvenire’, 21 marzo 2013)

“(…) Pedro Almodóvar, che ritorna alla (sua) commedia anni 80, cerca la facile metafora sociopolitica sulla Spagna oggi, ma va fuori pista: sesso (…) e tante parole in bianco, mescalina e noia a piede libero, soprattutto, la sensazione di un autore in emergenza creativa, che gira a vuoto e del suo cinema sa riproporre solo gag, tic e trivialità. L’aereo più ingolfato del mondo, povero Pedro.” (Federico Pontiggia, ‘Il Fatto Quotidiano’, 21 marzo 2013)

“Piacerà ai fans di Almodóvar che applaudiranno al ritorno in forma del loro vate dopo il deciso flop (di critica e di pubblico) di ‘La pelle che abito’. E agli appassionati, ai ricercatori delle metafore politiche. La Spagna come si sa sta peggio di noi. II paese è tornato cupo e pessimista come neanche ai tempi di Franco. II mondo della «movida» del quale Almodóvar fu profeta sembra sparito all’orizzonte. L’unica movida che può sopravvivere la si può collocare solo in una favola sconcia a diecimila metri d’altezza. Sarà. Io nel valutare ‘Gli amanti passeggeri’ non posso non considerare che don Pedro della Mancha è stato più o meno costretto a buttarsi sulla farsa per invertire un trend negativo (commercialmente) in atto da anni. Dal suo stretto punto di vista ha fatto bene. ‘Gli amanti’ ha sfondato i botteghini iberici. I poveri spagnoli (più poveri di noi) hanno come noi una gran voglia di ridere, ridere, ridere per scordare la dura realtà quotidiana Noi rimuoviamo i nostri guai con Fabio De Luigi e persino (ugh) con Alessandro Siani, e loro con Javier Cámara, Carlos Areces e Raul Arévalo (gli steward) specialisti in una comicità sbracata, che solo in una Spagna ex bigotta, ex franchista, ex baciapile ha potuto nascere e prosperare. Da noi, cresciuti in una realtà politica (e cinematografica) meno depressa (e deprimente) la trasgressione a tutti i costi, funziona meno. Diverte, all’inizio, ma alla lunga infastidisce. ‘Gli amanti passeggeri’ dura solo 90 minuti, ma ne ha almeno 60 di troppo. E non fatevi ingannare dalla presenza nel cast di nomi altisonanti (Banderas, Penelope Cruz, Paz Vega, Cecilia Roth). Sono qui solo in «amichevole partecipazione». Amichevole per don Pedro, naturalmente.” (Giorgio Carbone, ‘Libero’, 21 marzo 2013)

“Sensazionale maialata dell’irrecuperabile Pedro Almodóvar, perfino più brutto del precedente ‘La pelle che abito’, che almeno viaggiava nel limiti del buon gusto, pur oltrepassando quelli della follia. Una commediola gonfia di umorismo surreale, ricca di imbarazzanti sconcezze (più dette che esibite) e povera di battute decenti.” (Massimo Bertarelli, ‘Il Giornale’, 21 marzo 2013)

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