Potiche

Potiche
Esprimi il tuo giudizio
Aggiungi ai preferiti
  • Tendenza LGBT G
  • Media voti utenti
    • (8 voti)
  • Critica
Guarda il trailer

È possibile vedere questo film su:

Varie

Cast

Potiche

Potiche, ispirato all’omonimo romanzo di Pierre Barillet e Jean-Pierre Grédy, è ambientato nella provincia francese di fine anni ’70 e racconta la vicenda di Suzanne (Catherine Deneuve), moglie di un ricco e spietato industriale (Fabrice Luchini), che, in seguito a uno sciopero e al sequestro del dispotico e dittatoriale marito da parte dei suoi operai, si ritroverà a sostituirlo alla guida della fabbrica quando lui, provato dagli eventi, lascerà la città per rimettersi in sesto. La donna, all’apparenza dimessa, si rivelerà insospettatamente acuta, concreta e piena di iniziativa e con l’aiuto di un deputato di sinistra suo ex amante (Gerard Depardieu) riuscirà a riportare la pace sociale nell’azienda umanizzandone le dinamiche del lavoro. Il film del regista gay Ozon, pur non avendo tematiche gay esplicite (anche se verso la fine scopriamo che il figlio della protagonista è gay), è assolutamente camp nello stile, ed è stato in concorso alla 67ma Mostra veneziana anche per il premio Queer Lion.

Visualizza contenuti correlati

Questo film al box office

Settimana Posizione Incassi week end Media per sala
dal 19/11/2010 al 21/11/2010 16 99.815 1.848
dal 12/11/2010 al 14/11/2010 13 169.367 1.676
dal 5/11/2010 al 7/11/2010 12 265.289 2.575

Condividi

7 commenti

  1. istintosegreto

    Filmetto carino. Sarebbe dimenticabile nel giro di un’ora se non fosse per la bravura dei tre protagonisti più anziani (sugli altri ho qualche dubbio). Ovviamente la Deneuve brilla su tutti come una super nova eternamente bella. Francamente, se non fosse per l’ironia che pervade la vicenda, avrei avuto qalche perplessità: il messaggio di fondo è totalmente fallace poiché nel mondo reale le donne al potere sono molto, ma molto più spietate degli uomini.

  2. zonavenerdi

    Veramente un bel film. Merita la visione. Personaggi ben delineati, anche se sull’omosessualità del figlio si poteva calcare un pò di più. (solo mezza g per questo film) Merita la trama, ma anche la ricostruzione degli anni sessanta.

  3. Questo film secondo me entra di diritto tra quelli gay. Una g se la merita tutta! E’ chiaro durante il film, con scena chiarificatrice nel finale, che il figlio della Deneuve sia gay… Per il resto il film è molto chic e pure divertente.. La Deneuve che canta e balla sempre bella, anche alla sua età!! Depardieu non si può guardare.. Non solo fisicamente, a me non piace nemmeno come recita adesso..

  4. lord_windermere

    Elegantissimo (anche nelle bruttezze estetiche degli anni ’70 perfettamente ricreate), con quel naturale dipanarsi di scene cult che si autogenerano quando Ozon incontra Catherine. Difficile staccare gli occhi dalla Deneuve, quanto impossibile non godere dei dialoghi, sempre essenziali, fulminei quanto sovraccarichi di allusioni, tanto che il non detto accompagnato da un opportuno sguardo supera di gran lunga il detto.Un altro indimenticabile fiore all’occhiello, inoltre, per l’irresistibile gaiezza alla francese, pur in un film dove di omosessualità nemmeno vi si accenna… se questo non è genio!

  5. grandejoe

    Uscirà in contemporanea con la Francia. Vedere la coppia de L’ULTIMO METRO’ riunita non può che fare grande piacere. E c’è anche lo straordinario protagonista di CONFIDENZE TROPPO INTIME. Insomma tutti i presupposti per un gran bel film.
    Per l’etimologia del termine ‘camp’, su wikipedia ci sono abbastanza informazioni.

  6. Che bello uscirà il 12/11!!! Almeno questo film di Ozon riusciremo, spero, a vederlo in più sale delle misere 16 riservate al film ‘il rifugio’.. Io adoro il regista e pure Catherine Deneuve. Mi togliete una curiosità? Che vuol dire genere camp? Che cosa lo caratterizza?

Commenta


trailer: Potiche

https://youtube.com/watch?v=rJqGl_KUyE8%3Ffs%3D1%26hl%3Dit_IT

Varie

CRITICA:

“… È la commediola Potiche di Francois Ozon, in concorso, una specie di «Sex in the factory» che sposta il suo sguardo dagli atroci condomini periferici proletari dei suoi indigesti melodrammi recenti, verso le lussuose ville con boschi e cerbiatti degli industriali, dove una nuova covata di perversi del profitto, ma compassionevoli, alla Cheney, sta crescendo.
Cosa non va dunque in un giocondo divertimento, provato dalle risate di questo pubblico, al di là del piacevole doppio omaggio cinefilo ai divi della vecchia scuola (Les parapluies de Charbourg e Novecento) che si riparano dalla pioggia generazionale di nuovi commedianti cinici, opportunisti e impauriti (Luchini)? Il fatto che sembra costruito sui sondaggi. Tra due possibili strade, scegliere sempre solo quella che produca il risultato di audience più sicuro, pavloviano e rassicurante, ottimo per gli inserzionisti del prime-time tv…” (R. Silvestri, Il Manifesto)

Effettua il login o registrati

Per poter completare l'azione devi essere un utente registrato.