L' Uomo che ama

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L' Uomo che ama

Torino, oggi. Roberto (Pierfrancesco Favino) è un uomo non ancora quarantenne che vive due storie d’amore diverse, in due momenti differenti nel tempo. Con Sara (Ksenia Rappoport), vicedirettrice di un albergo del centro, e con Alba (Monica Bellucci), che si occupa di allestimenti in una galleria d’arte contemporanea. Il gioco dell’amore lo porta a ricoprire nelle due storie ruoli opposti, a sperimentare sia la dolcezza sia la crudeltà dell’amore, e sopra ogni altra cosa la forza prepotente di un sentimento a cui nessuno riesce a resistere. Roberto cerca risposte nelle vite e nelle esperienze degli altri, nelle parole di suo fratello (Michele Alaique), nelle vicende della dottoressa con cui lavora (Marisa Paredes, musa di Almodovar), nei racconti dei suoi genitori (Piera degli Esposti, Arnaldo Ninchi). Ma la verità sull’amore, se davvero esiste, è lì, negli occhi delle sue due donne che lo guardano, nelle parole che si ripetono, nei momenti d’amore, negli inevitabili addii. La risposta che Roberto cerca è nel rischio della vita, nell’imprevedibilità degli eventi, nel sapere che tutto può finire, senza per questo rinunciare ad amare. (Medusa) Il fratello del protagonista, Carlo, è gay, fa il coming out in famiglia, che viene accolto molto bene, e ha un compagno, Yuri.

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5 commenti

  1. thediamondwink

    Due fratelli, due caratteri diversi, due modi differenti di vivere la vita e di esternare i propri sentimenti. Roberto, farmacista torinese, si autodistrugge dopo aver perso un grande amore e non riesce a consolarsi nemmeno con uno corrisposto. Carlo, affronta un intervento delicato e preferisce allontanarsi da chi ama solo per non farli soffrire. Mi è piaciuta la regia e il montaggio, interessanti anche le interpretazioni ma la Bellucci … mamma!
    Nel complesso il film dovrebbe essere etichettato come “pericoloso”, non fa bene a chi soffre di depressione, induce al suicidio … è talmente ombroso e malinconico che si fa fatica a non deprimersi!

  2. zonavenerdi

    E’ certamente un film completo e bello nel suo complesso. Forse avrei affidato il ruolo del protagonista a qualcun’altro: Favino non mi sembra adatto. Infine, mi piace apprezzare quersto film anche per come tratta la figura del personaggio del protagonista (Carlo, il fratello gay di Roberto,interpretato da Michele Alhaique). Finalmente in questi ultimi anni si inizia a trattare i personaggi gay (protagonisti o meno dei film) come persone normali.

  3. Largo ai giovani cineasti italiani.. Mi è piaciuto assai, soprattutto per l’originalità del montaggio. Alla fine si ha una visione diversa dell’intero film.. La storia del fratello del protagonista sembra l’unica che funziona (altro che “diversità”).. I genitori splendidi.. Avercene..
    Consiglio il primo film della regista “passato prossimo”

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trailer: L' Uomo che ama

https://youtube.com/watch?v=EliQqm-p-7M%26hl%3Dit%26fs%3D1

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Settembre. Roberto è un farmacista di Torino che vive un rapporto estremamente felice, almeno all’apparenza, con la sua nuova compagna Sara (Kseniya Rappoport, già in concorso a Roma due anni fa con La sconosciuta di Giuseppe Tornatore), manager di hotel di origine russa. Proprio nel momento in cui le cose sembrano andare per il meglio, e Roberto si appresta a invitare la sua donna a trasferirsi da lui, qualcosa cambia e il loro rapporto finisce improvvisamente. L’impossibilità di accettare la fine di questo rapporto ha effetti devastanti su Roberto che cerca di riconquistare l’amore di Sara ma fallisce miseramente quando lui inizia a scivolare nell’ossessione.
Marzo. Roberto vive una relazione apparentemente più solida e matura con Alba (un’affascinante Monica Bellucci in un ruolo meno glamorous del solito) con cui convive e con cui è alla ricerca di una nuova casa per mettere su famiglia. E’ il fratello Carlo ad avere problemi sentimentali, perché ha rotto improvvisamente con il compagno Yuri, ma soprattutto perché gli è stata appena diagnosticata una grave malformazione cardiaca da operare al più presto. Roberto ha così modo di riflettere sui propri sentimenti e sui rapporti interpersonali trovandosi di fronte alla realizzazione di non amare più la sua compagna, e quindi nella situazione di chi abbandona.

… La nota positiva è che, caso raro in una pellicola italiana, i personaggi gay (il fratello di Roberto, interpretato da Michele Alhaique del quale sentiremo parlare) sono credibili e non fanno mossette o gridolini…(La Provincia)

….una love story triangolare, e poco rosa, L’uomo che ama di Maria Sole Tognazzi, figlia di Ugo e dalla regia altrettanto tagliente e piena di humor freddo… (Roberto Silvestri, Il Manifesto)

… E poi l´uomo che ama Pierfrancesco Favino cosa pretende, cosa ha da offrire oltre alla doccia insieme nudi o a un frullar di cosce instancabile? Essendo farmacista, non si dice un bastoncino di liquirizia, ma neppure un cachet, semmai dei preservativi, ma non all´amata Xenia Rappaport e alla non più amata Bellucci, bensì al fratellino nasone che dorme con un ragazzo carino e che ai vecchi genitori Piera degli Esposti e Arnaldo Ninchi dirà “sono gay” e loro tutti contenti. I sentimenti in sé, al cinema, vengono male, non basta far vagare da solo l´uomo che ama bidonato nella notte torinese, né fargli dire dalla farmacista Marisa Paredes, pure lei bidonata, «bisogna imparare a convivere con l´idea dell´assenza» perché una scheggia di emozione penetri nella corazza del pubblico. Se uno lascia la Bellucci non ha diritto alla nostra comprensione. Morale della favola di questo film: gli etero soffrono e la felicità di coppia è solo dei gay… (Natalia Aspesi, La Repubblica)

…neanche il cinema sta tanto bene, visto che per recensire L’uomo che ama sarebbe sufficiente prendere l’articolo di qualche anno fa su di un film minimal-sentimental-romantico, sostituire il nome degli attori (anzi, neanche quello perché sono sempre gli stessi) e la location (Torino con la sua efficiente Film Commission al posto di Roma). L’uomo che ama racconta il sempiterno tema dell’angoscia amorosa, qui declinata in chiave maschile (anche gli uomini piangono d’amore) e vissuta da un borghese farmacista (il tremolante Pierfrancesco Favino) che molla una come Monica Bellucci, elegante critica d’arte, per innamorarsi e farsi lasciare da Ksenia Rappoport (receptionist di un grande albergo). Intorno a lui un fratello omosessuale (sorta di quota gay, ormai in voga nel cinema italiano), dei genitori imbolsiti e una farmacista saggia con la faccia di Marisa Paredes… (Dario Zonta, L’Unità)

…Il punto, secondo la regista, è che gli uomini non parlano di sentimenti: si confidano poco. Eppure Favino è «circondato da amici che mi dicono che sono in crisi. Ho preso treni per gli amici in crisi». Accoglienza freddina, all’uscita protestano i maschi: i gay («non siamo quelli dal cuore d’oro come il fratello di Favino») e gli etero («anche noi possiamo soffrire, bella scoperta»)… (Valerio Cappelli, Corriere della Sera)

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