Le Sable

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Le Sable

Mahaut, una giovane donna che vive a Parigi, conduce una vita che non l’entusiasma, il suo lavoro non la fa sognare e non ha molta voglia di rivedere il suo compagno. Fa lunghe passeggiate sulla Senna mentre si avvicinano le vacanze che probabilmente non potrà fare per mancanza di soldi. Ma d’improvviso la sua vita s’illumina per dei curiosi fatti che accadono sulla sua strada… Ogni giorno, andando al lavoro, guarda dal ponte per scoprire cosa sta arrivando nella sua bella parigi. Una notte arriva un camion carico di … sabbia. Si sente agitata e curiosa come una bambina. Presto la “spiaggia” prende forma sulle rive della Senna e Mahaut decide di passare lì le sue vacanze, come se si trovasse sulla Costa Azzurra. Il primo giorno che mette i piedi in spiaggia, come uno strano sortilegio, appare Elisa, un personaggio misterioso che è di passaggio a Parigi senza saperne il perchè e nemmeno conosce in quale hotel alloggi. Giorno dopo giorno si incontrano sulla sabbia e cresce la loro amicizia che diventa presto molto di più, lasciandole sconcertate di fronte a sentimenti che sono incapaci di nominare. Sarà una ragazza lesbica che incontrano in un bar a farle trovare il coraggio di dare un nome al loro amore . . .

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Note del regista

Siamo i primi giorni del mese di luglio 2002. Parlo con un’amica a proposito dell’arrvio della Sabbia a Parigi per il primo PARIGI-SPIAGGIA. Nessuno sa se l’operazione avrà successo e sara ricondotta. Un fulmine : Devo fare un film !
Il simbolismo della Sabbia è talmente immenso che non è possibile restarvi indifferenti.
Ho appena terminato il mio primo film digitale e sono innamorato di questo nuovo modo di “tournage”, rapido, profondo, con una vicinanza entusiasmante agli attori. Per me è il seguito naturale del neorealismo italiano, della “nouvelle vague” francese e del dogma 95 nordico.
Il Video Digitale non è per me una scelta economica ma una pura esperienza artistica : uscire dai clichés del cinema polveroso, per ritornare alla vera creazione artistica.
In più questo mezzo mi permette d’essere più vicino a quello che è il mio stile : mescolanza d’immagini poeteiche ad altre più crude, più quotidiane.
Anche se la Sabbia è un buon “veicolo”, bisognava trovare una storia… è a quel momento che m’è venuta voglia di parlare d’una storia d’amore tra due ragazze, scoprire il loro turbamento, i loro sguardi, le loro sensazioni.
Quello che mi ha sempre interessato, a parte la capacità di commuoversi della gente, è il “caso”. Il caso per il quale le persone s’incontrano, oppure no, il caso per il qual ci si trova in quel punto a quel momento…
Ho sempre dato più importanza alle storie di donne. Mi ricordo che anche durante la regia della Passione secondo Giovanni dicevo sempre : Quella che m’interessa non è tanto la Passione di Gesù, che è programmata, ma quella di sua Madre, che vive il martirio di vedere suo Figlio partire prima di Lei, essendo Umano. Penso che anche il fatto di esser cresciuto con tre donne (mamma, nonna e sorella), senza modelli maschili (calcio, birra e sesso), m’a portato su questa strada.
Se in un film si vedono 8 o 10 uomini che preparano una rapina, tutti trovano normale… ma se metti due o quattro donne in un film, tutti ti ti dicono : “ma perchè ci sono solo donne ?”
È normale ?
La più bella ricompensa è stata di vedere che il film non turba. Tutti lo vedono solo come una storia d’amore, senz’altro. E questo era il mio messaggio : rispettare l’amore che in qualsiasi forma si presenti è molto più “degno” e rispettabile che tutto l’odio che riceve da quelli che non lo condividono.

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