Un Difetto di famiglia

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Un Difetto di famiglia

Film tv coraggioso per la tematica ed il modo in cui l’affronta, tutto teso a dimostrare quanto l’omosessualità sia normale e sia stata patrimonio dei più grandi geni di tutto il mondo. Dicono i protagonisti in un’intervista.”Manfredi: «Il personaggio, gentile e moderato, senza folklorismi, mi affascina. E’ importante insegnare in tv che molti grandi uomini furono gay, da Leonardo a Michelangelo a Wilde. C’è sempre bisogno di tolleranza, è un problema che sento da sempre». «Da chiuso e intollerante, divento aperto. Anche sudista – dice Banfi – se avessi un figlio omosessuale farei di tutto per aiutarlo». Didattico con grandi interpreti.

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3 commenti

  1. zonavenerdi

    La buona fiction di mamma Rai fatta in Italia (senza costi esorbitanti di location in gitro per il mondo) con attori eccezionali e con una morale di fondo educativa. E anche se è stata fatta meno di dieci anni fa vedendo i prodotti recenti, sembra molto di più …

  2. oltreparis

    un bel film, educativo e molto realisstico riguardo ad uno spaccato d’italia che purtroppo ancora esiste al sud come al nord.
    Lino Banfi poi è un grande, vi consiglio di guardare nhe l’olio delle donne, in quest’ultimo è la figlia rossella ad essere omosessuale, sposata in segreto con una donna spagnola…da vedere sicuramente.
    Nino Manfredi davvero Rigido e poco convincente, la fotografia molto bella in alcune scene.

  3. Jim Puff

    Film a messaggio: dimostrare l’omosessualità come variante normale dell’esistenza.
    Bravo il regista Alberto Simone e ben vengano film (trasmessi in tv) come questo.
    Però la storia è rindondante: ad una prima parte (sino alle confessioni notturne dei 2 fratelli) davvero bella, ben scritta, vera e molto credibile; se ne contrappone una seconda alquanto romanzata: compare una figlia del fratello gay, un tentato suicidio sempre del gay con soccorso del fratello e, x non farci mancare niente, anche un trapianto di fegato dal fratello etero sano al gay con frasi del genere: “Se tu puoi sfidare la vita, io posso sfidare la morte” .
    Il risultato è un film “telenovelas”, mieloso e fazzolettoso con frasi da baci perugina.
    Buona la recitazione anche se Nino Manfredi è rigido!

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Nicola Gammarota non potrebbe essere più felice: sua figlia si sposa con un ragazzo di ottima famiglia. Ma il giorno fissato per le nozze l’anziana madre di Nicola muore, a 101 anni, e nella chiesa addobbata si celebra invece il funerale. Durante la cerimonia arriva Francesco, fratello maggiore di Nicola, che non vede da quarant’anni. Nicola e la madre erano fuggiti dal loro paese natale proprio a causa del fratello, che aveva fatto scoppiare uno scandalo rerndendo pubblica la propria omosessualità. Nicola da allora detesta Francesco con tutte le sue forze, ma per rispettare le ultime volontà della madre, i due saranno costretti ad intraprendere insieme un lungo viaggio verso il loro paese per riaccompagnare la salma.

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