Chantal Akerman

Chantal Akerman
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  • Data di nascita 06/06/1950
  • Luogo di nascita Belgio/Brussels

Chantal Akerman

La regista belga Chantal AKERMAN girò il suo primo film, il cortometraggio ‘Saute ma ville’ (1968), una tragicommedia Chapliniana, all’età di diciotto anni. Da allora ha girato numerosi film che affrontano vari argomenti, ma che quasi sempre riguardano donne, spesso lesbiche. I film della Akerman esplorano donne al lavoro e a casa, relazioni di donne con uomini, donne e bambini, cosi come sono presenti temi eterni come il cibo, l’amore, il sesso, il sentimento, l’arte, il racconto.

Chantal Akerman è nata a Bruxelles il 6 giugno 1950, figlia di polacchi sopravvissuti all’Olocausto.

All’età di quindici anni decide di diventare regista dopo aver visto il capolavoro di Jean-Luc Godard ‘Pierrot le fou’ (1965). Nel 1967 si iscrive alla scuola belga di cinema INSS (Institut National Supéerieur des Arts du Spectacle), dopo di che entra all’Università internazionale di Teatro a Parigi. Ma presto lascia gli studi perché è più interessata a fare film che a restare seduta in un’aula.

Lavorando come impiegata e cameriera, risparmia i soldi per girare il suo primo film ‘Saute ma ville’, che sebbene sia stato visto quasi esclusivamente nei film festival, le guadagna l’attenzione dei critici, che ne hanno ammirato lo stile innovativo.

Nel 1971 gira a Hyères, nel sud della Francia, un secondo cortometraggio “L’enfant aimé” (Il bambino adorato), confessione di una prostituta in cui si affacciano le tematiche femministe.

Nel 1972 si trasferisce a New York per proseguire nella carriera cinematografica. Dopo due cortometraggi sperimentali, realizza “Hotel Monterey” (1972), sulla vita di uno squallido albergo della 94 Strada.

Inizia le riprese di “Yonkers 73” (1973), che non porta a termine. Nel 1973 torna in Europa, ma il suo primo soggiorno a New York è cruciale per la sua formazione.

Da allora ha vissuto a New York, Bruxelles, e Parigi, città dove attualmente risiede.

Già dagli anni della sua adolescenza, la Akerman decide di girare film che presentino allo spettatore scene e personaggi in modo personale ed immediato. Gli spettatori dei film della Akerman raggiungono un’intima conoscenza delle persone e dei posti che lei descrive. Tuttavia, i suoi personaggi parlano raramente. Nei film della Akerman il vuoto creato dal silenzio è più importante del dialogo nel rivelare le personalità. Ogni film della Akerman presenta allo spettatore un mondo differente, un mondo che richiede di essere completamente esplorato e attentamente analizzato.Uno dei registi più innovativi della sua generazione, la Akerman vuole non tanto raccontare delle storie quanto usare un particolare stile e linguaggio cinematografico per esplorare le persone ed i luoghi.

Il primo lungometraggio della Akerman “Je, tu, il elle” (1974) rappresenta un modello del suo modo di lavorare. Può essere visto come uno studio sulla mutabilità dei limiti dell’identità e della sessualità. Basato su di una storia che la Akerman scrisse nel 1968 a Parigi, il film è diviso in tre parti: “Tempo della soggettività”, “Tempo degli altri” e “Tempo di relazione”.

In “Tempo della soggettività” il personaggio principale Julie, interpretato dalla Akerman, è presentato in completa solitudine in una stanza squallida e spoglia. Julie compie una serie di attività ripetitive, come spostare un letto attorno alla camera, che sembrano completamente immotivate. Julie non mostra di avere nessun tipo di collocazione sociale. Lei prova un disagio ed esteriorizza le sue emozioni eliminando tutti gli oggetti dalla camera e togliendosi i vestiti.

“Tempo degli altri” mostra Julie mentre fa l’autostop. Quando un camionista le dà un passaggio, lei si mostra molto curiosa nei suoi confronti e ascolta attentamente la storia che lui racconta sui cambiamenti che egli ha sperimentato nei suoi desideri sessuali per sua moglie e sua figlia. Quando lui le chiede di fargli avere un orgasmo con la sua mano, lei accetta.

Quando Julie si masturba il camionista si rende conto della complessità della personalità di Julie/Akerman. Mentre Julie è fuori scena, il camionista guarda direttamente nella macchina da presa, confermando per breve tempo il doppio ruolo della Akerman come personaggio e come regista.

Durante “Tempo di relazione” Julie arriva nell’appartamento di una giovane donna. Sebbene la donna inizialmente rifiuti le avances sessuali di Julie, poi le dà da mangiare e quindi fa sesso con lei. Durante la lunga scena di sesso le due donne sono nude e si presentano frontalmente davanti alla cinepresa. Dopodiché Julie esce dalla scena e la sentiamo cantare da sotto la doccia.

La scena di sesso lesbico alla fine di “Je, tu, il, elle” filmata in un modo allo stesso tempo diretto ma distanziato, investiga temi come il voyeurismo, l’esibizionismo e l’immagine femminile sullo schermo.

Apparentemente erotica e potenzialmente voyeuristica, la scena è appiattita e svuotata di ogni interesse pornografico dall’uso di riprese medio-lunghe e dalla schermatura delle aree sessualmente attive dei corpi delle attrici. La cinepresa non si muove mai e tutti gli elementi della scena, dalle lenzuola ai seni delle attrici, si presentano sempre allo stesso modo.

Nella parte “Tempo di relazione” la Akerman si concentra sulla complessità del suo doppio ruolo di regista e di personaggio; le riprese a distanza durante la scena di sesso vedono la Akerman sia di fronte che dietro la cinepresa. La filmografia della Akerman comprende anche: “News from Home” (1977), un film girato a New York. “Les Rendez-Vous d’Anna” (1978), che documenta il viaggio di una regista attraverso l’Europa e tratta i suoi temi più tipici come il rapporto con la madre, i legami con la cultura ebraica, la capacità di comunicazione tra donne. “Window Shopping” (1985) uno strano musical che si svolge in un centro commerciale parigino. “Jeanne Dielman, 23 Quai du Commerce, 1080 Bruxelles” (1975) uno dei suoi film più famosi, uno studio molto dettagliato su di una vedova belga che commette un omicidio quando un uomo disturba la sua vita rigidamente regolata. Negli anni ‘80 gira “Dix mais” (1980), “Toute une nuit” (1982), “Les années 80” (1983), e il documentario sulla danzatrice Pina Bausch “Un jour Pina a demandé” (1983). “J’ai faim, j’ai froid” (1984) un cortometraggio, “Family Business” (1985) il video “New York, New York bis , lettre d’un cinéaste” (1984), “Golden Eighties” (1985), “Seven Women Seven Sins” (1988), “Histoires d’Amerique” (1988). Nel 1991 realizza “Nuit et jour” storia di un triangolo amoroso in cui è la donna a condurre il gioco. Nel 1995 torna in Usa, e gira “Un divan à New York” – con Juliette Binoche e William Hurt.

Nel 2000 gira “La Captive” liberamente tratto dal romanzo di Marcel Proust “La prisonnière” .

Chantal Akerman è presente in queste opere:

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