Giò Stajano

Giò Stajano
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  • Data di nascita 11/12/1931
  • Data di morte 26/07/2011
  • Luogo di nascita Sannicola (Lecce)
  • Luogo di morte Alezio

Giò Stajano

Giò Stajano è stato a lungo il nome d’arte di Gioacchino Stajano, poi Maria Gioacchina Stajano (nata a Sannicola (Lecce) nel dicembre 1931) scrittrice, giornalista, attrice italiana, nonché pittrice dilettante. Negli anni sessanta, prima del cambio di sesso, fu inoltre celebre come il solo (in pratica) omosessuale pubblicamente dichiarato in Italia.

Gioacchino Stajano detto Giò Stajano è nipote del gerarca fascista Achille Starace.
A 12 anni, alla caduta del fascismo i genitori si separarono; Gioacchino frequenta il collegio dei Gesuiti di Mondragone. Terminato il liceo, si trasferisce a Firenze, dove frequenta l’Accademia d’arte.
Successivamente si trasferisce a Roma e segue alcuni corsi dell’Università di Architettura.

Nel 1956, durante l’edizione annuale della Fiera d’Arte di via Margutta a Roma, Stajano espone i suoi quadri, ottenendo un discreto successo di pubblico; tuttavia è con la letteratura, e lo scandalo, che ottiene la consacrazione.

Nel 1959 pubblica infatti Roma capovolta, un testo autobiografico, che racconta le sue folli scorribande nella Roma della café society resa celebre dal film La dolce vita di Fellini. Il testo, esplicitamente gay, fu sequestrato dalle autorità con l’accusa di propagare idee contrarie alla pubblica morale e dannose per il costume. Cosa che contribuì ovviamente a focalizzare l’attenzione della stampa scandalistica sull’autore e a consacrare Giò Stajano come l’omosessuale più famoso d’Italia (anche se, come avrebbe rivelato il suo cambio di sesso, egli era semmai un transessuale).

Subito dopo Roma capovolta Stajano si affrettò a pubblicare Meglio l’uovo oggi, romanzo “a chiave”, sempre sulla vita omosessuale di Roma, nel quale si svela sotto veli non troppo difficili da decifrare l’omosessualità di vari personaggi, fra i quali l’ex re d’Italia Umberto II.

Fa seguito un altro libro-scandalo, che riecheggia nel titolo il libro sequestrato, Roma erotica. Anche questi romanzi sono sequestrati poco dopo la loro uscita nelle librerie, ma non senza avere venduto un certo numero di copie, e contribuito ad accrescere ulteriormente la celebrità dell’autore.

Ormai famoso, Giò Stajano apre un locale, ispira Fellini facendo il bagno nella fontana di Piazza di Spagna prima che Anita Ekberg lo facesse nella fontana di Trevi, e ottiene una parte (che però per un litigio con il regista fu revocata) nel film La dolce vita.

Tra il 1958 e il 1961 Stajano collaborò con il settimanale scandalistico “Lo Specchio”.

Nel 1961 fu convocato e interrogato dalla magistratura nell’ambito dello scandalo dei “balletti verdi”, per protesta (e autopromozione) si presentò in pretura vestito da donna a lutto, sferruzzando un gomitolo di lana nera.

Sul finire degli anni sessanta divenne collaboratore del settimanale di costume e attualità, nonché erotismo, Men nel quale rispondeva con un tono fra il bizzarro e il sibillino alle lettere dei lettori omosessuali nella rubrica Il salotto di Oscar Wilde. Questa rubrica fu in assoluto il primo (e per molti anni, l’unico) spazio rivolto ad un pubblico gay nell’editoria italiana. Nel 1971 Stajano divenne anche il direttore del periodico.

Un cambiamento radicale
Con la nascita del movimento gay, a cui Giò Stajano non ha mai aderito, e con i cambiamenti sociali della fine degli anni sessanta, cala l’interesse intorno al personaggio scandaloso che aveva fatto discutere le cronache.
Nel 1983 Stajano ritornerà però alla ribalta operandosi e cambiando sesso, prendendo il nome di Maria Gioacchina Stajano Starace, contessa Briganti di Panico (uno dei titoli nobiliari di famiglia).
. Dopo il cambiamento di sesso rilascia la sua prima intervista al giornalista Francesco D. Caridi de “il Borghese”, settimanale per il quale Giò Stajano aveva scritto degli articoli di mondanità firmati con lo pseudonimo di “Pantera Rosa” prendendo di mira soprattutto l’aristocrazia romana. Nel 1992 pubblicherà infine la sua autobiografia, intitolandola La mia vita scandalosa, divenendo così l’unico scrittore italiano ad aver pubblicato testi sia da omosessuale che da transessuale.

Attualmente Maria Gioacchina Stajano vive a Sannicola, in Puglia. Negli ultimi anni, la sua ricerca interiore lo ha portato al riavvicinamento alla religione cattolica: Stajano ha dichiarato alla stampa (con grande battage pubblicitario) di voler entrare in un monastero femminile, ma di non poterlo fare unicamente a causa del suo cambio di sesso (non riconosciuto come legittimo dalla Chiesa cattolica). [Wikipedia]

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JO STAJANO NON È PIÙ. SOLO ALMIRANTE LE FACEVA IL BACIAMANO…
Pietrangelo Buttafuoco per “Il Foglio”

Gioacchino Stajano Starace meglio noto col nome di Jo, rammodernato all’anagrafe come Maria Gioacchina Stajano Starace, non è più. Fu il primo transessuale dichiarato in Italia ma dopo essere stato la regina della Dolce Vita. Nipote di Achille Starace, ebbe a patire le rappresaglie dell’odio antifascista. Fu, infatti, privato della casa di famiglia in Puglia.
Scrisse per i giornaletti sexy, fece fotoromanzi porno e cercò di farsi monaca dopo aver fatto tante simpatiche rappresaglie ai ministri democristiani: si metteva d’accordo con i paparazzi per farsi fotografare quando dava loro la mano.
Le didascalie erano crudeli: “Ecco l’onorevole mentre scambia affettuosità con l’equivoco Jo Stajano”. Solo Giorgio Almirante le faceva il baciamano. E le diceva: “Porti i miei saluti alla sua mamma”. Fu donna assai bella.

Giò Stajano è presente in queste opere:

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